Culture
Rinasce il Real Sito di Carditello. Partiti i lavori di restauro conservativo
La tenuta, voluta da Ferdinando IV di Borbone, è espressione dell'imprenditoria ispirata all'idea illuministica del tempo. Oggi trovano alloggio i Persano
Sono partiti i lavori di restauro conservativo e di valorizzazione del Real Sito di Carditello, per anni in grave stato di abbandono. La tenuta, voluta da Ferdinando IV di Borbone come fattoria e realizzato dall’architetto Francesco Collecini, allievo di Luigi Vanvitelli, faceva parte di ventidue siti di proprietà della dinastia dei Borbone che comprendeva anche il palazzo reale di Napoli e le regge di Portici, Capodimonte e Caserta: luoghi che non furono realizzati solamente per lo svago, la caccia della corte reale e con Carlo di Borbone all’allevamento di cavalli, ma in alcuni casi costituivano vere e proprie aziende, espressione dell’imprenditoria ispirata all’idea illuministica di quel tempo. I lavori di restauro sono finanziati con i fondi Pon Fesr 2014-2020. Un importante traguardo che segna l’avvio di un periodo di cambiamenti che trasformeranno in maniera significativa il complesso borbonico situato a San Tammaro nel casertano. Animata ogni settimana da eventi, incontri, concerti e attività promosse dalla Fondazione Real Sito di Carditello, la Reggia era da tempo in attesa dell’avvio dei lavori di restauro progettati dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento. Aggiudicatario dell’intervento di restauro, un raggruppamento di imprese composto da Ada Restauri, RCR-Recupero Consolidamento Restauri e Intec. Per il presidente della Fondazione, Luigi Nicolais, già ministro per le Riforme e innovazione della pubblica amministrazione nel governo Prodi, si avvia un “progetto di lavoro in stretta collaborazione con le ditte di restauro e con la Soprintendenza, per programmare un piano d’interventi che consenta di rendere sempre fruibile e visitabile il Real Sito di Carditello”. La procedura dell’aggiudicazione dei lavori non è stata delle più semplici. Lo sottolinea il direttore della Fondazione, Roberto Formato. “Se la procedura di gara non è stata delle più semplici a causa dei ricorsi che restituiscono l’idea del grande interesse suscitato dal complesso monumentale, ci auguriamo che l’esecuzione dei lavori possa diventare un’occasione per il Real Sito di offrire al pubblico un punto di vista nuovo, rendendo i visitatori partecipi di questa fase di work in progress”. Intanto, il Real Sito ha già ricevuto dal ministero dei Beni e delle attività culturali l’assegnazione di ulteriori finanziamenti mirati sia alla rifunzionalizzazione degli ambienti che per ulteriori interventi di restauro e finanziamento.
Per anni in degrado, dopo varie vicende amministrative, il Real Sito di Carditello è stata acquistata dallo Stato nel 2014 su impulso dell'ex ministro dei Beni e delle attività culturali Massimo Bray. Oggi è gestito dalla Fondazione Real Sito di Carditello, ente costituito nel 2016 dal Mibac, dalla Regione Campania e dal Comune di San Tammaro. La Fondazione, presieduta da Luigi Nicolais, promuove numerose attività di valorizzazione quali concerti ed eventi, tra i quali il recente spettacolo della compagnia francese Carabosse, nell’ambito del Napoli Teatro Festival e il concerto dei Cantori di Posillipo, nell’ambito di Campania by night, nei giorni scorsi. E non solo: un anno fa, Fondazione Real Sito di Carditello e l’Associazione equitazione italiana a Carditello, hanno sottoscritto un’intesa che sancisce l’ospitalità dei cavalli della razza governativa di Persano, allevati dal principe Alduino Ventimiglia di Monteforte Lascario, imparentato con Federico II (un’antenata sposò il figlio dell’imperatore “stupor mundi”), all’interno del sito borbonico al fine di recuperare l’antica vocazione che rischiava di andare dispersa. Si deve infatti al principe agricoltore e falconiere aver salvato dall’estinzione la razza (Maison Cilento ha dedicato il mese scorso una cravatta e un foulard al Persano) che da qualche mese ha un esemplare in più: a febbraio è infatti nato il primo puledro dopo cento anni dall’ultima nascita nella palazzina borbonica.