Culture

"Un affare di famiglia", come sostenere il passaggio generazionale in azienda

Eduardo Cagnazzi

Promosso dai Giovani di Confindustria e dalla Luiss si prefigge l'obiettivo di premiare i giovani imprenditori che hanno compiuto con successo questo processo

Parte da Napoli la seconda edizione di “Un affare di famiglia”, il progetto promosso dagli under 40 di Confindustria e dalla Luiss Business School con l’obiettivo di premiare i giovani imprenditori che hanno compiuto un passaggio generazionale di successo, coniugando nella loro attività aziendale tradizione ed evoluzione tecnologica. L’iniziativa si rivolge ai giovani imprenditori italiani, almeno di seconda generazione, che negli ultimi cinque anni abbiano acquisito ruoli amministrativi nell’impresa gestita dai propri ascendenti in linea retta. I candidati al premio verranno valutati da una giuria composta da rappresentanti del mondo accademico e imprenditoriale attraverso criteri oggettivi e parametri concreti, come l’incremento del fatturato, l’aumento dei dipendenti, l’ampliamento degli stabilimenti produttivi o dei laboratori, la crescita all’estero e degli investimenti in “Industria 4.0” o in ricerca ed innovazione. Il passaggio generazionale è un tema di grande attualità ed interesse per il tessuto imprenditoriale italiano, composto nel 95% dei casi da piccole e medie imprese di cui il 90% di queste è a conduzione familiare. Ma il “Paese non sempre apre le porte alle nuove idee e alle nuove competenze. Non pensa di rinnovare la propria struttura, che omette di sostenere le giovani leve in questo cambiamento che rappresenta il momento cruciale nella vita dell’azienda”, afferma Alessio Rossi (nella foto), presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria. “E’ un processo che gestiamo con difficoltà perché spesso i fondatori sono coloro che creano l’azienda e poi la distruggono, attaccati al loro ambiente senza trasmetterla né ai manager né ai figli. E’ un problema culturale che dobbiamo superare e cercare di farlo anche con queste iniziative”. E poi un fendente alla politica. “Ci troviamo di fronte ad un Parlamento con l’età media più bassa di sempre e ad un governo che si autoproclama “governo del cambiamento”. Ciononostante la legge di bilancio -sottolinea Rossi- si dimentica completamente dell’universo giovani e delle nuove leve imprenditoriali se non per qualche piccolo provvedimento”. Ma cosa serve oggi ad un giovane imprenditore per consolidare l'azienda di famiglia? “Le nuove generazioni -rileva Susanna Moccia, numero due del Gruppo Giovani di Confindustria- devono sicuramente portare know how, tecnologia, voglia di fare, di intraprendere e soprattutto senza arrendersi ai propri confini, mettendo cuore e testa. Perchè le aziende familiari hanno una base anche di cuore. Non bisogna mai dimenticare le origini ed il confronto. Oggi c'e' più tecnologia, innovazione e conoscenza. Bisogna saper dosare questi tre elementi, non spaventarsi, ma saper utilizzare anche i lati negativi, per trasformarli in positivi”.