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Da Parmalat un segnale per i Piccoli Azionisti
Per la prima volta in Italia i Piccoli Azionisti associati esprimeranno la Presidenza del Collegio Sindacale in una Società quotata. Parmalat, largamente controllata dal gruppo francese Lactalis, vedrà il dott. Marco Pedretti subentrare al prof. Rutigliano nella delicata carica di Presidente del Collegio Sindacale.
Il dott. Pedretti, commercialista parmigiano trentottenne di indiscussa competenza, ha fondato Azione Parmalat, Associazione di Piccoli Azionisti aderente al CONAPA, Coordinamento Nazionale delle Associazioni di Piccoli Azionisti, che ha come presidente Bruno Tabacci. Lo scopo dell'Associazione è quello di consentire alle Associazioni aderenti un'attiva e cosciente partecipazione alla vita sociale delle Aziende, in sintonia con gli interessi di cui gli associati sono portatori quali rappresentanti dei Piccoli Azionisti di riferimento.
Dopo la tempesta finanziaria che ha provocato danni per miliardi a risparmiatori e Piccoli Azionisti Parmalat, in particolare nella città di Parma, l’associazione Azione Parmalat guidata da Marco Pedretti ha ottenuto la fiducia di molti privati che avevano creduto nell’investimento azionario nella più rilevante e rappresentativa delle realtà locali, ma ne erano rimasti scottati e danneggiati.
L’appoggio ottenuto da Marco Pedretti in sede di elezione da parte degli investitori istituzionali dimostra che è possibile migliorare la rappresentatività nella corporate governance con un coinvolgimento diretto dei Piccoli Azionisti, tramite le loro Associazioni, superando gli ostacoli che tuttora rendono difficile esprimere il voto in Assemblea.
Il CONAPA nel suo comunicato sottolinea quanto ritenga significativo che proprio dai Piccoli Azionisti associati provenga la figura di controllo e garanzia verso tutti gli azionisti, e proprio nella Società che in passato ha rappresentato il momento più oscuro del disprezzo “dell’investimento popolare nei grandi complessi industriali del Paese”, auspicato ed espressamente tutelato dall’art. 47 della nostra Costituzione, tuttora ampiamente disapplicato.
La funzione di controllo esercitata dal collegio sindacale si esplica essenzialmente nei confronti degli amministratori, ma anche nei confronti dell’assemblea. I sindaci sono infatti tenuti ad assistere alle adunanze dell'assemblea, sotto sanzione della decadenza dall'ufficio in caso di assenza senza giustificato motivo (art. 2405 codice civile). I sindaci, inoltre, possono impugnare le deliberazioni dell'assemblea, quando siano contrarie alla legge o allo statuto (art. 2377).
Alla funzione di controllo si ricollega anche l'obbligo di richiedere al tribunale l’eentuale riduzione obbligatoria del capitale per perdite nel caso che l'assemblea non abbia deliberato in occasione dell'approvazione del bilancio dell'esercizio successivo a quello nel quale si è manifestata la perdita di oltre un terzo (art. 2446).
La preminente funzione di controllo svolta dal collegio sindacale è tuttavia prevalentemente diretta nei confronti degli amministratori. Innanzitutto, ai sensi dell'art. 2403 il collegio sindacale deve vigilare sull'osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione ed in particolare sull'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla società e sul suo concreto funzionamento. L'organo sindacale deve dunque controllare il rispetto dei principi di corretta amministrazione, valutando l'adeguatezza della struttura organizzativa della società per gli aspetti di sua competenza e del sistema di controllo interno e del sistema amministrativo contabile, nonché sull'affidabilità di quest'ultimo nel rappresentare correttamente i fatti di gestione. Corollario rispetto al dovere di controllo è rappresentato dalla possibilità di impugnare le deliberazioni del consiglio di amministrazione (artt. 2388 e 2391).
Paolo Brambilla