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Economia
Ambiente, i fondi europei “green” non investono sempre nella sostenibilità

Ambiente, molti fondi europei "green" investono anche su aziende dei combustibili fossili

Green, ambiente, sostenibilità, belle parole che a volte servono per molte attività di marketing. Infatti a volte succede che quando pensiamo di investire in un fondo che ha la parola sostenibile (declinata in diverse lingue europee) a volte una parte degli investimenti del fondo vanno a finanziare proprio le aziende che invece guadagnano dal carbone, dal gas o dal petrolio. Tutti elementi responsabili del cambio climatico. E sono il 43% dei fondi di investimento europei, che si fregiano nel nome di “green” o sostenibilità, a muoversi in questo modo. Questa sorprendente novità è rivelata da un'analisi “The Great Green Investment Investigation”, relativa agli investimenti di migliaia di persone fatta da due  organizzazioni olandesi : Follow The Money e Investico insieme a prestigiosi media europei come El Pais, Le Monde, l’Handelsblatt , il belga De Tijd, il danese Børsen, l’austriaco Der Standard (Austria), l’italiano IRPI Media, il Luxemburger Wort e Luxembourg Times.

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Ambiente, e l'Europa cerca di prendere contromisure, ma senza troppo successo

E l’Europa, attraverso l’Esma ( Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati), continua a sostenere che   i nomi “non devono essere fuorvianti”. Quindi per l’Agenzia, se un fondo si dichiara sostenibile, le aziende in cui investe non dovrebbero ottenere più del 50% dei loro profitti dal gas, carbone o petrolio. E’ pur vero che solo il 10% di questi fondi investono in energia sporca (il 6%). Sembrerebbe poco ma le cifre investite arrivano quasi a toccare la rispettabile cifra di  7 miliardi  di euro. In questo gruppo sono stati trovati 21 fondi di gestori come Blackrock, Amundi o HSBC che dedicano più del 10% alle società energetiche che poco hanno a che vedere con il “green”. Tra le 10 aziende (petrolio e gas) che hanno ricevuto più investimenti (2,7 miliardi) giganti come  TotalEnergies SE, Eni Spa, Repsol SA, Snam Spa . E’ abbastanza noto che adesso il concetto della “sostenibilità “ è  il vessillo di marketing per rendere attrattivi molti prodotti finanziari. Morningstar, fornitore di informazioni finanziarie, ha rilevato che alla fine del 2023,  sei euro su dieci investiti in Europa erano destinati a strumenti di investimento sostenibili. Una cifra stratosferica 5,2 trilioni di euro.

Ambiente, la sostenibilità è vista con una percezione diversa tra investotori e fondi

Ma il concetto di “sostenibile” che gestiscono i mercati e quello che arriva al grande pubblico non è lo stesso. Su questa diversa percezione le istituzioni europee si concentrano da anni. Da un lato non vogliono deludere i consumatori realmente interessati ai prodotti sostenibili, dall’altro vogliono incentivare gli investimenti verso le energie più verdi. La normativa più importante a questo riguardo è il "Sustainable Finance Disclosure Regolamento (SFDR)" approvato nel 2019. Tra gli altri aspetti, si richiedeva che i fondi fossero etichettati con un colore (grigio, verde chiaro o verde scuro) a seconda del livello della sostenibilità degli investimenti. Le linee guida dell’ESMA sono molto chiare: i fondi con termini come “sostenibile”, “neutrale dal punto di vista climatico”, “verde”, “zero netto” o “ESG” non possono investire in società che guadagnano più dell’1% del loro reddito dal carbone, più del 10% del petrolio o più del 50% del gas naturale.

Ambiente , l'analisi di El Pais ha fatto alcuni esempi di investimenti non "green"

L’analisi del prestigioso El Pais ha fatto qualche esempio. Il fondo BGF Sustainable Energy E2, del colosso dei servizi finanziari Blackrock destina il 10% (6 milioni di euro) alla società energetica tedesca RWE ( che guadagna il 20% dei profitti dal carbone), o alla francese Total (90% dei profitti sui combustibili fossili).Secondo i dati Eurostat (2019) meno del 70% dell’energia prodotta nella area euro proviene dal fossile e quindi è impellente cambiare direzione negli investimenti e soprattutto far cambiare focus alle aziende tradizionali. Purtroppo, secondo un’analisi del think tank inglese Carbon Tracker conferma che nessuna delle 25 maggiori compagnie petrolifere e di gas del mondo (Total Energies, Galp, Equinor o Repsol ha i propri obiettivi di produzione in linea con gli accordi di Parigi. . E questo dovrebbe far riflettere.






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