Cairo, non solo Rcs: Mr La7 sorride grazie a tv e Avio. I dividendi in arrivo
Cairo continua a tagliare i costi e rimborsare il debito Rcs per poter distribuire già l’anno prossimo un dividendo. Anche da La7 e Avio segnali incoraggianti
Urbano Cairo, imprenditore alessandrino considerato uno dei pochi in grado di fare soldi nel settore editoriale, appassionato di calcio (è presidente e proprietario del Torino FC, nato nel 2005 dal fallimento del precedente sodalizio sportivo Torino Calcio), politicamente considerato “vicino” al Movimento 5 Stelle, sembra attraversare un momento di pausa. Ma è solo apparenza.
Una nuova accelerazione, infatti, potrebbe essere all’orizzonte sia sotto il profilo dei risultati industriali sia per le sue finanze personali se i numeri di Cairo Communication consentiranno di distribuire un dividendo di almeno 5 centesimi per azione (che porterebbe nelle tasche di Urbano Cairo quasi 3,4 milioni), Rcs Mediagroup riuscirà a tornare al dividendo già l’anno venturo e se Avio (investimento “personalissimo” di Cairo tramite la Spac Space2) continuerà a registrare risultati come quelli del 2017.
Se il suo Torino naviga a centro classifica in Serie A (al momento è al decimo posto, con meno della metà dei punti dei “cugini” della Juventus e distante da quel sesto-settimo posto che garantirebbe l’accesso almeno alla Uefa League se non alla Champions), Rcs Mediagroup, di cui è l’azionista di maggioranza col 59,831% (di cui il 59,693% attraverso Cairo Communication) ha chiuso il 2017 con ricavi in calo del 7,5% a 896 milioni (al di sotto dei 908 che si attendevano gli analisti di Equita Sim), a causa in particolare del calo delle vendite dei collaterali (-26%, peggio anche del risultato già non esaltante della concorrente Gedi, -20%).
In compenso l’Ebitda (risultato operativo lordo) cresce del 38% grazie ad efficientamenti per 58 milioni, contro i 50 milioni attesi dagli analisti e i 42-46 milioni che erano stati annunciati a inizio anno. Come dire che quest’anno Cairo è riuscito a migliorare i risultati non tanto sul fronte delle vendite (i ricavi da diffusione sono anzi calati del 5,7%, anche se nell’ultimo trimestre la frenata si è ridotta al 2,9%, mentre la raccolta pubblicitaria, escludendo quella di terzi, è stabile), quanto sul taglio dei costi.
Alla fine l’utile netto è risultato di 71 milioni di euro, contro i 46 milioni attesi, grazie ad un tax rate del 19% e a 16,2 milioni di plusvalenze, di cui circa 15 milioni legati alla cessione della quota di minoranza dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo), proventi utilizzati per ridurre l’indebitamento con le banche (Banca Imi, Banco Bpm, Mediobanca, Ubi Banca e Unicredit) calato così a 287 milioni dai 366 milioni di un anno prima (gli analisti di Equita Sim si attendevano un dato attorno ai 324 milioni). Il rapporto debito/Ebitda è così calato a 2,1 volta, sotto il tetto massimo concordato con le banche di 3,45 volte (3 volte dal 2019), ma per l’anno in corso Cairo vuole arrivare ad un debito sotto i 200 milioni, così da poter tornare a pagare un dividendo nel 2019, a dieci anni esatti dall’ultima volta che Rcs distribuì un dividendo, nel maggio 2009 (11 centesimi per azione ordinaria e 18 centesimi per azione di risparmio, a valere sul bilancio 2008).
Per completare il quadro occorrerà attendere che il Cda di Cairo Communication (di cui è socio di maggioranza col 50,101%) si riunisca lunedì prossimo, 26 marzo, per varare il bilancio 2017. Lo stesso Urbano Cairo ha peraltro anticipato che he La7 è avviata a chiudere “un primo trimestre molto buono, con un bel segno più da gennaio a marzo” (a chi chiedeva di quantificare il progresso Cairo ha poi precisato: “20% nei primi due mesi e mezzo dell’anno”) e questo ancora più dei numeri potrebbe favorire un ritorno d’interesse anche sul titolo in borsa.
Per Cairo La7 “sta facendo numeri importantissimi, non solo per motivi legati alle elezioni, perché La7 già prima stava facendo buoni ascolti, in crescita rispetto allo scorso anno in cui ci fu il cambio di mux, quindi c’è una discontinuità forte”.
Tutto questo “porterà, e sta portando, un incremento della pubblicità”. Pubblicità che potrebbe salire in caso di creazione di un canale televisivo della Lega di Serie A italiana (che da parte sua ha appena ricevuto l’ok dell’Antitrust a cedere per 1,05 miliardi di euro i diritti della Serie A 2018-2021 a Mediapro, intesa che ha visto Cairo tra i sostenitori) a cui Cairo guarda per la gestione di una raccolta che potrebbe secondo le prime stime aggirarsi sui 120 milioni di euro l’anno. Lo scorso anno Cairo Communication aveva staccato 5 centesimi per azione di dividendo, contro i 20 centesimi del 2016 e i 27 centesimi del 2015 e 2014, e Cairo si era messo in tasca 3,367 milioni di euro.
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