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Economia
Consip, perché nelle accuse a Mizzau qualcosa non torna
Marco Mizzau 

Consip, perché nelle accuse a Mizzau qualcosa non torna

Posto che chi sbaglia è giusto che paghi e, anzi, è necessario che gli vengano comminate sanzioni esemplari, ma qualche dubbio nella vicenda Consip inizia a sorgere. Brevissimo riassunto delle puntate precedenti: l’amministratore delegato Marco Mizzau viene accusato di aver rivolto frasi sessiste a una dirigente. Due, in particolare, vengono riportate sul blog “Sassate”: una in cui si sarebbe rivolto alla collega dicendo “tu che sei donna porta i caffè”; l’altra in cui avrebbe detto alla stessa dirigente che era nervosa perché “aveva il ciclo”. Frasi terribili, se vere. E il problema sta tutto qui: al di là del gesto clamoroso della presidente Barbara Luisi e della consigliera Luisa D’Arcano che, con le loro dimissioni hanno fatto cadere il cda, non ci sono ulteriori testimonianze della “colpa” di Mizzau.

Anche i quotidiani che hanno ripreso Sassate non hanno portato ulteriori conferme. Eppure, pare che l’ormai ex amministratore delegato di Consip sia molto lontano da intemerate di questo tipo. Nei giorni scorsi, Affaritaliani.it ha potuto visionare diversi messaggi di solidarietà a Mizzau, tutti con nome e cognome, di donne che hanno espresso il disappunto per la vicenda. Ovviamente ci dovranno essere indagini per chiarire ulteriormente ogni aspetto e fare luce. Ma è opportuno essere garantisti e non lanciarsi in intemerate che potrebbero ridursi alla proverbiale bolla di sapone. 

Qualcuno maligna: non saranno forse “accuse a orologeria” per far fuori un dirigente che forse non era allineato ad alcune correnti interne e che era stato scelto dal Mef solo 11 mesi fa? O non sarà che Mizzau ha pestato qualche piede? Non che le cose si compensino, ma con il manager alla guida Consip ha raggiunto obiettivi migliori rispetto al 2022. Qualche esempio? Acquisti della pubblica amministrazione arrivati a 27,2 miliardi di euro pari a l’1,7% del PIL (+11% rispetto al 2022); un risparmio di spesa pari a 4 miliardi (+10%). L’utile è arrivato a 11 milioni, in crescita del 50% rispetto ai dodici mesi precedenti. 

Un uomo che in 24 anni di carriera non è mai stato sfiorato da alcun pettegolezzo, abituato ad iniziare i suoi discorsi nelle convention con citazioni di donne come oriana Fallaci e Golda Meir. Ha installato una panchina rossa nella sede Consip per ricordare i femminicidi. Ed ecco che appena viene messa in atto una vera rivoluzione di trasparenza e risultati arriva puntuale l’e-mail anonima con l’accusa di sessismo. Un classico ormai per cercare di affossare i manager scomodi. Peraltro questa volta anche ridicola perche attribuita a un manager famoso per la ricerca della parità di genere, che ha introdotto in Consip iniziative a favore delle donne e che ha in passato pubblicamente affermato: “tutte le volte che le donne si trovano a ricoprire posizioni di responsabilità dimostrano di avere una marcia in più rispetto agli uomini”. Insomma, in attesa che si faccia luce definitiva sulla vicenda, il sospetto che si tratti di un intervento "a orologeria" si fa sempre più concreto. 
 






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