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Economia
Coronavirus, Morari: “Da acquisti frenetici a prodotti più sostenibili”

Emergenza Coronavirus: e-commerce e smart working anche nell’agroalimentare.  Luca Morari, Vice President Southern Europe Ricola e CEO Divita, ci spiega come trasformare l’emergenza in un’opportunità

Ha ormai inizio la cosiddetta “Fase 2”: le aziende riaprono, tra nuovi standard di sicurezza, mascherine e turnazioni. Un nuovo inizio in “punta di piedi”, come lo definisce Luca Morari, CEO Divita (Ricola), che ci ha raccontato come in realtà, nella sua azienda, il lavoro non si sia mai arrestato: “Come filiale italiana non siamo mai stati completamente chiusi e abbiamo permesso ai nostri dipendenti di lavorare in smart working. Nelle settimane più dure nessuno era in ufficio ma tutti erano collegati e non abbiamo avuto sostanziali problemi”.

Per gestire al meglio la situazione, Morari ha nominato Lucio Caruso, già CFO dell’azienda, anche covid-manager, affidandogli  “un’operazione delicata che richiede pragmatismo, buon senso e anche un po' di delicatezza”.

La velocità di adattamento dei dipendenti e l’efficacia del lavoro hanno spinto Morari alla volontà di conservare anche in futuro il modello operativo: “Volendo guardare sempre il bicchiere mezzo pieno possiamo dire che l’emergenza ha costretto le aziende ad adattarsi velocemente a un metodo di lavoro più agile. Nella mia azienda mi piacerebbe mantenere almeno un 20% di smart working, perché credo sia un’opportunità in più per gestire i picchi di lavoro”.

Non solo nei modelli lavorativi, ma anche nell’evolversi delle abitudini dei consumatori il CEO individua nuove possibilità: “Abbiamo assistito all’implementazione di un fenomeno per noi non tanto comune come l’e-commerce: rappresentava l’1% del fatturato totale, ora è incrementato di cinque volte. Credo sia un trend che varrà su tutto, perché fasce più estese della popolazione hanno capito che anche nell’alimentare si può ordinare online”.

“Probabilmente dovremmo essere anche bravi noi a fare delle offerte più sul lato dei gifts che sull’impulso puro”, continua Morari, evidenziando che il settore agroalimentare soffrirà di meno, ma solo se si mantiene l’imperativo della sostenibilità: “Per quanto riguarda le abitudini dei consumatori penso che il trend già consolidato della sostenibilità avrà un ulteriore spunto. Le persone a casa hanno avuto l’opportunità di riflettere su quella che è stata la frenesia della nostra società negli ultimi vent’anni. Con filiere trasparenti e prodotti sostenibili ci saranno dei grandi margini di crescita”

Dopotutto, sottolinea il CEO: “La crisi è come una potatura: i rami secchi non ricrescono, ma quelli che sono ancora ben vivi e verdi crescono di più di prima”.

Così, ci piace immaginare con Morari questo nuovo mondo più vicino “ai tempi della natura”, nel quale prevalga “il buon senso, il pensare sempre prima di agire, l’essere meno istintivi e un po' più riflessivi”, auspicando quindi in “un consumatore più consapevole e meno schizofrenico”.

 

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