Di Maio e Tria: "Nessuna accusa al Tesoro, ma troveremo la manina sul decreto"
Prosegue lo scontro sugli "8mila posti di lavoro persi" inseriti in una tabella. Di Maio: "Non accuso né il ministero dell'Economia né la Ragioneria Generale"
"Il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, non ha mai accusato ne' il Ministero dell'Economia e delle Finanze ne' la Ragioneria Generale dello Stato di alcun intervento nella predisposizione della relazione tecnica al dl dignita'. Certamente, pero', bisogna capire da dove provenga quella 'manina' che, si ribadisce, non va ricercata nell'ambito del Mef". E' quanto si legge in un comunicato congiunto dei ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, e dell'Economia, Giovanni Tria.
Non si placano le polemiche sul decreto dignità, dopo le stime della Ragioneria generale dello Stato che ipotizzano una perdita di 8mila posti di lavoro all'anno. Nel comunicato viene poi chiarito che "in merito alla relazione tecnica che accompagna il Dl Dignità, il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ritiene che le stime di fonte Inps sugli effetti delle disposizioni relative ai contratti di lavoro contenute nel decreto siano prive di basi scientifiche e in quanto tali discutibili”.
Intanto, arrivano gli attacchi politici al ministro dello Sviluppo economico. Forza Italia critica duramente invece il vicepremier pentastellato. La capogruppo azzurra alla Camera Maria Stella Gelmini scrive infatti su Twitter: "È lampante: Il movimento cinque stelle è incapace di governare. Il primo provvedimento, il decreto dignità, è pieno di errori e la sua relazione tecnica smaschera gli effetti recessivi che avrà sulla nostra economia. Luigi Di Maio grida al complotto ma dovrebbe fare mea culpa. La Lega si svegli".
Le fa eco il deputato forzista Alessandro Cattaneo, che su Facebook commenta facendo riferimento anche alla proposta di chiudere i negozi nei giorni festivi e all'annuncio di voler bloccare il Ceta, l'accordo commerciale con il Canada: "#DiMaio l'unico complotto è averti fatto ministro. Facciamo due conti: la Ragioneria generale dello Stato scrive che il #decretodignità farà perdere più di 80.000 posti di lavoro con un costo per le casse dello Stato di oltre 840 milioni. In più la misura di chiusura dei negozi nei festivi mette a rischio 400 mila posti di lavoro (per un fatturato di circa 20 mld di euro). Per non dimenticare l'accordo #CETA che Di Maio vuole affossare ma che in poco più di sei mesi ha fatto aumentare l'export dell'Italia verso il Canada dell’11%".
Al coro di critiche si unisce anche Unimpresa, l'associazione che rappresenta la micro-imprenditoria: 'Il ministro Luigi Di Maio ha mosso una accusa gravissima, senza precedenti: deve immediatamente chiarire chi, a suo giudizio e secondo le informazioni in suo possesso, ha modificato la relazione tecnica al decreto dignità, inserendo informazioni false", chiede la presidente Giovanna Ferrara, in una nota. "Manomettere un testo ufficiale non è come modificare una pagina di appunti", aggiunge. E conclude:"Intervenire su documenti di quel tipo non è possibile dall'esterno dell'amministrazione e delle istituzioni: chi ha in mente il ministro quando parla di lobby?".