Elezioni 2018, le banche scaricano il debito alla Bce - Affaritaliani.it

Economia

Elezioni 2018, le banche scaricano il debito alla Bce

Elezioni 2018, Draghi resta il solo acquirente di Btp

Le banche italiane, stando a quanto risulta agli analisti di Jefferies, sono tra i principali venditori di Btp alla Bce. David Owen parla in una nota di “operazioni significative da parte delle banche in tutte e quattro le maggiori economie dell’area euro“. Tuttavia, sono le banche italiane a meritarsi i riflettori ancora una volta: hanno ridotto le posizioni in debito sovrano nazionale di 12,6 miliardi di euro in dicembre e di 40 miliardi di euro (il 10,5% dell’ammontare circolante) nel quarto trimestre.

Anche se non va dimenticato che a fine anno le banche tendono a chiudere le posizioni per incamerare qualche profitto dalle attività di trading e per preparare i bilanci fiscali in vista della conclusione dell’esercizio fiscale, le cifre sono assolutamente senza precedenti. Dall’avvio del programma di Quantitative Easing europeo, circa 100 miliardi di euro dei Btp hanno cambiato proprietario, passando dagli istituti di credito italiani alla Bce (vedi grafico).

L’impatto sui Btp dell’avvicinarsi delle elezioni politiche

I mercati finanziari - scrive www.wallstreetitalia.com - stanno ignorando completamente i rischi che pone un esito incerto delle prossime elezioni politiche italiane, dando per scontato che si formerà una coalizione di larghe intese con politiche di bilancio responsabili e una strategia filo europea. A giudicare dai sondaggi, il pericolo che l’Italia si ritrovi con un parlamento ingovernabile è molto elevato, ma l’idea che sta prendendo piede nelle ultime settimane è che difficilmente si potrà arrivare a un governo anti establishment guidato da M5S e Lega.

Grazie alle rassicurazioni di Silvio Berlusconi, anche nell’eventualità in cui il centro destra riesca a ottenere la maggioranza per poter governare senza dover scendere a patti con le forze avversarie, il mercato è convinto che il partito populista anti europeista della Lega verrebbe “tenuto al guinzaglio” dall’area più moderata della coalizione.

Il leader di Forza Italia non si potrà candidare per via della Legge Severino dopo la condanna per evasione fiscale ma è lui che detta la linea del partito. Ai colleghi del PPE europeo e alla stampa ha confermato l’anima pro europea dell’alleanza di centro destra, nonostante la presenza di formazioni nazionaliste, protezioniste e anti europeiste al suo interno, e ha persino citato Mario Draghi, il presidente della Bce, come uno dei possibili candidati a ricoprire il ruolo di ministro di un futuro governo.