Elezioni,Toschi (JPM AM): mercati vogliono un governo di Centrodestra moderato
Maria Paola Toschi, strategist del colosso del risparmio gestito JP Morgan AM spiega ad Affaritaliani cosa vogliono i mercati dopo il responso delle elezioni
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
"Cosa vogliono i mercati finanziari sulla base dell'esito del voto? Un governo di Centrodestra moderato. Viste le posizioni estreme espresse in campagna elettorale, il candidato premier Matteo Salvini avrebbe poche chances di formare una maggioranza stabile. Il Quirinale, quindi, dovrà cercare all'interno della coalizione una figura più moderata, maggiormente adatta a coinvolgere anche altre forze in un progetto di governo".
Così Maria Paola Toschi, market strategist del colosso americano del risparmio gestito JP Morgan AM, commenta con Affaritaliani.it il responso delle urne e racconta chi è il candidato premier che la platea degli investitori vuole vedere a Palazzo Chigi. L'esperta poi spiega perché, nonostante lo scenario di forte incertezza post-voto, i mercati non hanno venduto i titoli di Stato del nostro Paese (lo spread Btp-Bund infatti non si è impennato, rimanendo stabile). Poi l'azionario e...
L'INTERVISTA
Come hanno interpretato i mercati finanziari l'esito del voto italiano?
"La reazione è stata moderata, perché lo spread Btp-Bund è sostanzialmente stabile, molto vicina alla chiusura di venerdì. In parte perché l'esito frammentario delle votazioni era già stato anticipato dai sondaggi dell'ultima ora e poi perché la legge elettorale, il Rosatellum, sulla carta non poteva risolvere i problemi di governabilità dell'Italia. Quella che è emerge è una leaderhip del Centrodestra, chiaramente a trazione leghista e ora bisognerà attendere di capire se riuscirà a formare una maggioranza per governare, aggregando altre forze. I mercati si attendono che un incarico verrà dato a questo schieramento. Rimane però il punto interrogativo sulle reali possibilità di governare viste le posizioni estreme espresse dalla Lega".
Visto che all'orizzonte resta lo spettro dell'ingovernabilità, perché i grandi investitori sui mercati internazionali non hanno premuto il tasto delle vendite sui titoli di Stato, facendo schizzare lo spread?
"Per una serie di fattori. Il primo è che l'esito era già un po' atteso e non è nulla di così nuovo per l'Italia. Il secondo è che l'Italia si trova all'interno di un contesto economico di solida crescita del Pil che sta contagiando il Paese e che tranquillizza gli operatori. Una fase di stabilità che la politica monetaria espansiva della Bce contribuisce a mantenere. Il caso Germania è stato altrettanto eclatante".
Perché?
"E' un Paese economicamente fortissimo che ha vissuto una fase di crisi politica molto violenta, con un vuoto di potere risolto da una Grossa Coalizione che però si regge su compromessi molto delicati e che vede un'Angela Merkel un po' più debole, verso la fine della sua leadership. L'empasse politica, quindi, non spaventa. In più, le forze euroscettiche come Lega e Movimento 5 Stelle hanno assunto tni più moderati sull'appartenenza alla moneta unica e all'Unione europea. Queste forze, per intendersi, non andranno ad indire un referendum sull'euro ma andranno a chiedere a Bruxelles un'attenzione diversa ad alcuni temi, come quello delle banche, che in questi anni non hanno trovato la sponda comunitaria. Chiaramente questo contesto positivo non durerà in eterno".
E quindi?
"Se questa incertezza dovesse proseguire, si potrebbero avere degli effetti più forti sullo spread rispetto a quelli che stiamo osservando oggi".
Un differenziale comunque contenuto...
"Esatto, nè i 500-700 punti del 2011, ma neanche un differenziale più ristretto di 200 basis point".
Chi vorrebbero i mercati ora a Palazzo Chigi sulla base di questi risultati elettorali?
"Il Quirinale dovrà cercare all'interno della coalizione di Centrodestra un candidato più moderato più adatto a coinvolgere anche altre forze in un progetto di governo".
Come legge invece la reazione più marcato sull'azionario? Piazza Affari, invece, in controtendenza con il resto d'Europa è finita in rosso...
"Dal punto di vista del mercato azionario, la Borsa italiana, per dimensioni, è sempre poco rappresentativa. Dopo una partenza negativa ancora per la questione dazi, i listini europei hanno rimbalzato ad eccezione dell'Italia che sta scontando l'incertezza. All'interno di una sottoperformance, le forze che influenzano l'equity e anche Milano quindi sono quelle globali. Forze che in questo momento sono la questione commerciale americana, la politica monetaria delle banche centrali e la crescita economica".