Enasarco, sale la tensione: per Costa conta solo Confcommercio
Enasarco, il presidente Roberto Costa rivendica lo status privato
Ci mancava il “beauty contest”: ma chi affiderebbe alla giuria di un “concorso di bellezza” la scelta del gestore dei propri soldi? Nessuno, ovviamente. C’è concorso e concorso… eppure è proprio la scelta che Roberto Costa, il presidente di Enasarco – la cassa di previdenza privata che cura le pensioni di 230 mila agenti di commercio – ha fatto, con un bel dietrofront rispetto ad una precedente delibera da lui stesso promossa otto mesi fa che invece, molto più opportunamente, prevedeva il metodo ineccepibile della “gara europea” per individuare i nuovi gestori del patrimonio immobiliare.
Misteri dell’ente più importante e certamente più discusso nella variegata galassia delle casse. Che dovrà ora vedersela con un ministero vigilante quello del lavoro, affidato alle cure del vicepremier grillino Luigi Di Maio.
LA REPLICA
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Ebbene, mercoledì Enasarco celebrerà appunto un mega-consiglio straordinario con una ventina di punti all’ordine del giorno, dall’organizzazione dei lavori all’indennità dei sindaci ai rapporti con i gestori dei Fondi, che se tutto dovesse essere esaminato attentamente dovrebbe protrarsi per giorni. E non sarà possibile, ma lo stile gestionale un po’ bonapartista è quello che ormai connota Costa, che per superare la fastidiosa gara europea e procedere con il suo amato beauty contest ha raccolto un parere legale e ha scritto all’Anac, nella persona del presidente Raffaele Cantone, per notificare che essendo Enasarco una fondazione privata può far quello che vuole. Vero, e anche no, visto che amministra risparmio previdenziale primario di pubblico interesse, nel senso che i suoi iscritti non prendono la pensione Inps e se l’ente saltasse, diventerebbero automaticamente oggetto di “salvataggio” pubblico: di qui la vigilanza del ministero del Lavoro e del ministero dell’Economia.
Tutto ciò va letto alla luce di anni di polemiche e carte bollate e di un clima pesante che, per esempio, ha recentemente portato l’unica categoria professionale competente in materia finanziaria, quella dei promotori rappresentati dall’Anas, a prendere posizione con molta severità contro questo stile gestionale, totalmente schiacciato sull’azionista di maggioranza” che è Confcommercio. “Se non ci saranno novità a livello di statuto organizzeremo la raccolta firme per rendere contendibile la Fondazione", ha dichiarato pochi giorni fa Maurizio Bufi, presidente dell’Anasf, lamentando che la sua categoria sia sotto-rappresentata nel vertice dell’ente, dove si prendono le decisioni chiave sulle modalità di gestione del patrimonio, che ammonta a molti miliardi di euro.
Maurizio Bufi, uomo sempre misurato e attento alle parole, stavolta non ha usato mezze misure: "Quando si fanno degli accordi questi devono essere mantenuti. Costa è stato eletto grazie all'importante contributo della nostra categoria professionale”, dice Bufi, “ed è importante livellare il campo da gioco come era stato stabilito in campagna elettorale. Per farlo bisogna intervenire su Stato e Regolamento elettorale di Enasarco per garantire a tutte le rappresentanze, quindi non solo Anasf, lo stesso trattamento".
Di sfondo, la sostanziale scontentezza per la gestione dell’ingentissimo patrimonio dell’ente, scontentezza che – vista dall’ottica competente dei consulenti finanziari – appare particolarmente grave, quasi inquietante. Per questo che Bufi non esclude che l’Anasf possa presentarsi alla prossime elezioni Enasarco da sola. Lo stesso bilancio 2017 è stato, sì, approvato ma con il voto contrario di circa il 45% del mondo agenti, cioè i rappresentati di Federagenti, Confesercenti, FIARC e Anasf. Complessivamente lato agenti sono stati 17 i voti contrari, 22 quelli a favore e 1 astenuto.