Export, un hub verso la Cina. Un'iniziativa di un consorzio di imprenditori
Un programma di promozione lungo le Vie della Seta per favorire il know how, i prodotti di eccellenza delle regioni meridionali e favorire l'incoming turistico.
Da Napoli parte un ponte verso la Cina con l’obiettivo di incrementare l’export legato ai prodotti di eccellenza del Made in Italy. In particolare, le tipicità del Mezzogiorno. Un ponte lungo la futura via della seta da realizzare attraverso un hub logistico e commerciale. Con questo obiettivo è al via il progetto Eurasia, un'iniziativa promossa dall’Associazione Giano Melchisedek in collaborazione con l’università Parthenope e il Consorzio Suggestioni Campane Promotion, espressione di dodici aziende di vari comparti produttivi, con l’obiettivo di diffondere, promuovere e commercializzare i prodotti e i servizi delle imprese consorziate, nonchè favorire l’incoming turistico, scientifico e didattico. L’iniziativa si inquadra nell’ambito del vasto programma di promozione imprenditoriale e didattico patrocinato dall’Associazione e supportato con la sottoscrizione di una convenzione con l’Università Parthenope.
“Anche se la Campania ha esportato merci per oltre 2, 6 miliardi di euro nel 2017, il 22,3% dell’export del Mezzogiorno, ci sono ampi margini di crescita considerando le potenzialità e l’attrattività internazionale dei suoi prodotti”, spiega ad affaritaliani il presidente del Consorzio, Luigi Carfora (nella foto, al centro). “L’export è poco mirato ed è esposto a una grande concorrenza. Bisogna pertanto puntare su prestigio e qualità cercando di capire e cogliere i bisogni che si possono soddisfare su questa linea nell’ambito dei nuovi spiragli che si aprono anche con le vie della seta. L' intento è quello di dotarsi di una forza unita, coesa ed incisiva tra tutti gli attori ed attrattori del Paese, dalle istituzioni alle aziende. Solo creando nuovo mercato e approfittare dalle opportunità legate agli investimenti cinesi nel Mediterraneo è possibile dare fiato all’economia di tutto il Mezzogiorno e creare nuova occupazione”.
Secondo gli ultimi dati dell'ufficio Ice di Pechino relativi al 2017, l’Italia è al 19esimo posto nell'export verso il Celeste Impero. In particolare, secondo elaborazioni dell’Ambasciata d’Italia su dati agenzia Ice di fonte Istat l’export dall’Italia verso la Cina è stato di 13.509,45 milioni di euro, mentre l’import dalla Cina verso l’Italia ha raggiunto circa 28.412 milioni di euro. Solo per i prodotti alimentari il Bel Paese ha importato merci per 318 milioni di euro, mentre l’export ha toccato circa 200 milioni.
“Non va tralasciato di evidenziare -rileva Carfora- che i dati di importazioni dalla Cina risentono di una non piena trasparenza sul dato reale dell'import a causa di una non piena efficacia dei controlli nei porti di sbarco. Nel 1999 l'Italia aveva l’1,6 per cento delle quote di mercato, ora solo l’1 per cento. Siamo in calo anche se numericamente esportiamo sempre di più. Specificamente, il fine è quello di portare le aziende Italiane in Cina per fare business attraverso una piattaforma logistica ad hoc”.
La provincia dello Hunan si estende su circa 200mila kmq (Italia 300mila kmq) con 70 milioni di abitanti. Changsha ne è il capoluogo con circa 8 milioni di abitanti. E’ servita da un porto fluviale con arrivo diretto da tutto il mondo di container via Shanghai, dal servizio ferroviario merci e dall’aeroporto internazionale. Con una posizione strategica nello scacchiere cinese, Changsha è tra i 21 hub più importanti in Cina ed è anche l'unica città cinese nella quale si intersecano tutte le linee ferroviarie da nord a sud e da est a ovest.