Economia
Fca a Renault, dinastia Agnelli-Elkann ai titoli di coda?
Alla fine la verità sulla fusione, secondo qualche interpretazione di chi segue da vicino il mercato dell'auto, di FCA e Renault è emersa: si tratta, è la tesi molto semplificata, di una vendita ai francesi, supplicandoli, e con la "preghiera" ai giapponesi di Nissan di portare in dote la tecnologia dell’auto elettrica (J. Elkann è volato personalmente in Giappone).
I francesi vogliono il piatto, con la plancia di comando a Parigi; con gli italiani sono fatti così, esigono di comandare. Anche perché in fondo si tratta di un matrimonio già sbilanciato in partenza. La Renault ha capitale pubblico e pertanto quasi illimitato mentre gli Agnelli sono una Spa e dunque con vincoli ed equilibri societari ben diversi.
L’altra partita si gioca in Giappone. I giapponesi sanno di avere il bastone in mano essendo i detentori dei brevetti sulle macchine elettriche ed alzeranno a loro volta la posta in gioco. La Renault è una impresa pubblica che intende salvaguardare l’occupazione francese mentre la FCA è la "slot machine" degli Agnelli, famiglia che ha sempre amato farsi mantenere dai manager di turno.
Marchionne è morto con un sogno: vendere la FCA perché ormai sul mercato europeo non aveva più penetrazione. L’affare della sua vita lo aveva fatto in America quando Obama gli regalò su un piatto d’oro la Chrysler con in dote il marchio Jeep che era già stato francese negli anni 80.