Fincantieri, l'affare con Virgin che fa tutti contenti nella "galassia Tesoro"
Il sistema Italia fa affari con la commessa di tre navi per il miliardario britannico Richard Branson
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Chissà se nella gara per le prime navi da crociera di Virgin Voyages per convincere sir Branson, l'eccentrico miliardario britannico il cui impero spazia dalla musica al credito e dal fitness ai viaggi, il Tesoro, stando a come si è configurato l'affare finale, ha presentato alla Virgin il pacchetto made in Italy completo.
Con il risultato di massimizzare, così com'è poi avvenuto, l'introito per le casse dello Stato che di questi tempi i milioni li cerca con la lanterna (basta vedere il braccio di ferro con Bruxelles sugli zeri-virgola del deficit/Pil dopo il varo della legge di Bilancio).
Difficile saperlo, fatto sta che per come la Fincantieri ha portato a casa l'ottima commessa superiore ai due miliardi di dollari per la costruzione di tre nuove navi da crociera (da consegnare nel 2020, 2021 e 2022), il sistema Italia ha fatto poker.
I due miliardi per comprare le tre fregate a Virgin li prestano, ovviamente a tassi d'interesse non certo fuori mercato visto che la commessa andrà a un'altra controllata del Tesoro, Cdp che per l'avventura ha ingaggiato UniCredit (i due prestatori faranno quindi 50-50 di un po’ di milioni in interessi). Sace, sempre controllata da Via XX Settembre attraverso il braccio finanziario Cdp, metterà poi la garanzia a cui si aggiungerà un contributo in conto interessi (interest make-up agreement) da parte di Simest, società sempre della galassia Cdp. Giusto per completare il quartetto tricolore.
Per UniCredit forse è una buona commissione, per Fincantieri una buona commessa e per Branson il modo di non dover cacciar soldi lui, ma farseli anticipare dagli amici italici del suo italico fornitore. Non si può dir nulla. Almeno, questa volta l'Italia ha giocato di squadra (come non gli capita spesso). Forse siamo diventato un Paese maturo? Aspettiamo il bis...