Economia
Fmi all'Italia: il risanamento dei conti è la priorità
La priorità per il nostro Paese è il risanamento dei conti pubblici. Ne è convinto il Fondo Monetario che nel suo Fiscal Monitor sottolinea che in cima alla lista delle cose da fare ci "dovrebbe essere l'avvio di un consolidamento fiscale credibile e ambizioso per porre il debito su un solido percorso discendente". La base di questo processo dovrebbe essere -aggiunge il fondo - "il taglio della spesa primaria corrente, ll sostegno alle fasce più deboli, l'aumento degli investimenti e la riduzione del carico fiscale sul lavoro, con un ampliamento della base imponibile e uno spostamento" verso la tassazione delle ricchezze e degli immobili e dei consumi.
Nel dettaglio, i tecnici di Washington stimano che il rapporto tra debito e Pil nel nostro Paese calerà al 129,7% nel 2018 e al 127,5% nel 20120, per poi scemare ulteriormente fino al 116,6% nel 2023. Il rapporto tra deficit Pil è invece previsto scendere all'1,6% quest'anno e allo 0,9% il prossimo, fino al raggiungimento del pareggio fissato al 2021. L'avanzo primario salirà all'1,9% nel 2018 e al 2,5% nel 2019, con la spesa pubblica che si ridurrà al 48,2% quest'anno per poi risalire al 48,4% il prossimo e le entrate che passeranno dal 46,7 al 47,5%.
L'istituto si sofferma a lungo sui rischi che incombono sull'economia mondiale, aumentati nel breve e medio termine. "Con le banche centrali che continuano a normalizzare la loro politica monetaria, le debolezze finanziarie lasciano intravedere una strada piena di insidie", che potrebbe mettere in pericolo la crescita, scrive il fondo invitando a "investitori e politici" a prendere consapevolezza dei rischi associati all'aumento dei tassi di interesse dopo anni di basso costo del denaro e bassa volatilità.
La politica monetaria accomodante ha in qualche modo favorito squilibri finanziari ed eccessive prese di rischio, innescando una caccia ai rendimenti. Ora sta alle autorità "assicurare che la strada della normalizzazione sia dolce" spiega il Fmi guardando ai mercati finanziari che scommettono su rialzo graduale dei tassi di interesse, ma rischiano di essere colti alla sprovvista da un aumento a sorpresa dell'inflazione.
"Un aumento più veloce" delle attese dei tassi di interesse negli Stati Uniti a causa di un'accelerazione dell'inflazione rischia di tradursi in una "stretta delle condizioni finanziarie globali" mette in evidenza il Fondo. In questo contesto la Bce, "non avanti come la Fed nel processo di normalizzazione, potrebbe essere costretta a rispondere" con ulteriori misure accomodanti. Il Fmi invita quindi le autorità e i partecipanti al mercato a non "compiacersi e a essere consapevoli del rischio di un'elevata volatilità" che si manifesta in modo
Dall'istituto è arrivato anche un avvertimento sul tema delle criptovalute.
Al momento, si spiega, hanno "dimensioni limitate" pari a circa il 3% dei bilanci congiunti delle banche centrali del G4, e "attualmente comportano pochi rischi per la stabilità finanziaria, ma potrebbero comportare rischi maggiori in futuro". "Alcune delle tecnologie alla base dei cripto-asset potrebbero rendere più efficiente l'infrastruttura del mercato finanziario, come i sistemi di pagamento", anche se, precisa il rapporto che invita a rafforzare la vigilanza, "i beni virtuali sono stati anche colpiti da frodi, violazioni della sicurezza e guasti operativi".