Economia
Governo, Gentiloni: il Salvimaio ci è già costato oltre 5 miliardi di spread
Col governo Conte lo spread è passato da quota 120-130 del 2017 a 230-240 di oggi: ciò significa l'1% di rendimento in più in termini di servizio del debito
"Credo che questo sia un governo pericoloso. Non perche' durera' 30 anni. Anzi, se uno lo dice, e' perche' teme di non arrivare a 12 mesi. Ma perche' anche in poco tempo si puo' far male all'Italia in modo consistente, incrinando gli sforzi compiuti negli ultimi anni, da Monti in poi, per risalire la china. Una cosa e' certa: non possiamo continuare a dipingere questo governo come una compagnia di buzzurri e sprovveduti. Credo invece che dobbiamo prendere sul serio la novita' che rappresentano". E' l'allarme lanciato dall'ex premier Paolo Gentiloni, in una intervista alla Stampa.
"Se dobbiamo contentarci delle definizioni circolanti - dice Gentiloni sul governo -, quella di nazional-populista mi pare la piu' convincente. Questo populismo danneggia l'economia. Fino al minidecreto dell'altro giorno non era stata presa alcuna decisione economica. Tuttavia se uno facesse il costo economico degli annunci di questi 2-3 mesi, registrerebbe gia' alcuni significativi danni alla nostra economia, che si possono stimare gia' in svariati miliardi".
"Se il governo - spiega - fa certe affermazioni sul nostro debito e sulle regole europee e tutto questo raddoppia lo spread, passato da quota 120-130 del 2017 a 230-240, questo significa l'1 per cento in piu' rispetto allo stock dei titoli di Stato che dobbiamo vendere quest'anno: un "costo" di circa 5 miliardi e mezzo in piu'. Se tu dichiari la pace fiscale - prosegue -, facendo riferimento ad un condono al di sotto dei 100mila euro, di fatto collochi una mina molto significativa sotto la cosiddetta rottamazione. Secondo la stima degli addetti ai lavori, con un costo enorme. Se poi aggiungi il rinvio di misure come lo split payment, la fatturazione elettronica, quanto costano questi rinvii? Qualche altro miliardo".
Gentiloni spiega che il Pd non si sente spiazzato dalle misure del decreto dignita' a difesa dei lavoratori: "No - dice -, perche' partendo da due obiettivi sacrosanti, incentivare le imprese a non delocalizzare, aiutare il lavoro stabile rispetto a quello saltuario, l'effetto e' quello di creare ostacoli. Se anziche' aiutare le imprese, le ostacoli, il saldo di questa operazione e' avere meno lavoro e meno investimenti in Italia".