Economia

Il Welfare secondo UBI Banca

Presentato il 2° Rapporto Welfare for People sul welfare aziendale e occupazionale in Italia

UBI Banca e ADAPT hanno presentato oggi “Welfare for People”, il secondo rapporto sul welfare occupazionale e aziendale in Italia promosso dalla Scuola di alta formazione in Relazioni industriali e di lavoro di ADAPT, fondata da Marco Biagi e dall’Osservatorio UBI Welfare di UBI Banca.

I risultati della ricerca sono stati illustrati dal Presidente del Consiglio di Gestione di UBI Banca, Letizia Moratti, e dal Coordinatore Scientifico di ADAPT, prof. Michele Tiraboschi. Alla presentazione hanno preso parte, tra gli altri, il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, e il Segretario Generale della CISL, Annamaria Furlan.

L’analisi è frutto di un’attività continuativa di monitoraggio sulla recente evoluzione del welfare aziendale e occupazionale. Si tratta di un aggiornamento del lavoro, avviato lo scorso anno, volto a inquadrare la diffusione del fenomeno alla luce della trasformazione economica, tecnologica, demografica, nonché nell’ottica delle relazioni industriali; un laboratorio dinamico di innovazione sociale che vede nel Rapporto una piattaforma aperta di metodi, analisi, sperimentazioni, dialogo e ascolto degli operatori e degli attori dei sistemi nazionali e locali di welfare.

Lo studio, che si è concentrato in particolare sui fondi sanitari integrativi e sulla contrattazione collettiva nel settore della meccanica, conferma l’importanza di leggere il welfare occupazionale e aziendale in termini di nuove relazioni industriali, nuovi modelli produttivi e di impresa, più che di parziali risposte all’arretramento del welfare pubblico. In particolare, l’evoluzione dell’assistenza sanitaria integrativa, connessa, tra l’altro, all’aumento della longevità e dell’incidenza delle malattie croniche, è uno dei fattori che sembrano maggiormente destinati ad impattare sulla sostenibilità del welfare e dei sistemi sanitari.

L’assistenza sanitaria consente il miglioramento delle condizioni di salute dei lavoratori, incidendo sull’organizzazione e sulla produzione di impresa. In questo contesto, il Rapporto rileva la crescita dei fondi sanitari in termini qualitativi e l’orientamento a promuovere l’assistenza sanitaria integrativa di settore a scapito di quella integrativa aziendale.

Due le analisi territoriali prese in considerazione nel rapporto: oltre al caso Bergamo, studiato approfonditamente nella prima edizione dello studio, l’approfondimento sui territori si è arricchito con l’analisi condotta sul territorio di Brescia. Nello specifico, con l’obiettivo di rilevare la domanda e l’offerta di welfare, è stata fatta una ricostruzione del contesto socio-economico, tratteggiando un profilo del welfare aziendale diffuso sul territorio, con particolare focus sulla contrattazione aziendale del settore metalmeccanico locale.

UBI Banca, nel corso dei primi due anni di attività della divisione specializzata UBI Welfare, ha siglato un accordo quadro con Confindustria nazionale e con 18 associazioni datoriali e territoriali di matrice confindustriale e non, che annoverano migliaia di imprese di diversa dimensione, dalle grandi aziende alle PMI meno strutturate, in molteplici settori e aree del Paese. Il welfare aziendale è, infatti, un’opportunità per ogni impresa, a  prescindere dalla classe dimensionale.

Il commento dei protagonisti

Letizia Moratti, Presidente del Consiglio di Gestione di UBI Banca: “Il Welfare aziendale è una risposta alle grandi sfide sociali che abbiamo e quindi il cambiamento demografico, l’invecchiamento della popolazione, una natalità che decresce, un assottigliamento della fascia di contributi dei giovani, una maggior richiesta di assistenza. Rispetto a questi bisogni e a queste grandi sfide il welfare aziendale è sicuramente una risposta. C’è una forbice tra la domanda e l’offerta di servizi di welfare che è stimata intorno ai 70 miliardi in Italia. Non è tanto dissimile dalla forbice che c’è in Germania e in Francia che è intorno agli 80 miliardi, addirittura in Gran Bretagna è intorno ai 150. Sicuramente è bene attivarsi per dare nuove risposte, è quello che Ubi sta facendo. Ubi è forte dell’esperienza per il proprio welfare e quindi del welfare per i propri dipendenti, la prima banca a proporre soluzioni di welfare aziendale in un’ottica di partecipazione con altri operatori, in questo caso con le aziende, per creare un ecosistema che costituisca una fascia di protezione per tutte queste nuove esigenze”.

VIDEO - Moratti (UBI Banca): "UBI pronta a dare risposte ai bisogni del Paese"

Vincenzo Boccia, Presidente Confindustria, si è fermato con i giornalisti a valle del convegno e ha dichiarato: “Sappiamo che c’è questo rallentamento che riguarda in particolare il settore costruzioni e dell’automotive; siamo sempre a chiedere l’attenzione del Governo sullo sblocca cantieri che speriamo sia un piano shock e non un elemento marginale della politica economica italiana. Occorre una politica per la crescita. Su questo abbiamo tre necessità: la prima è compensare il rallentamento economico rispetto alle dichiarazioni del governo che aveva previsto una manovra che prevedeva l’1% di crescita che non abbiamo; la seconda è la capacità di reazione del Paese; la terza è prepararsi alla manovra dell’anno prossimo che non sarà una manovra affatto facile da realizzare e quindi su questo occorre costruire bene le premesse. Le rotte della seta devono essere bidirezionali – ha continuato Boccia - da un lato la Cina che vende prodotti in Europa e in Italia, e dall’altro l’Europa che vende in Cina i suoi prodotti, a partire dall’Italia che è la seconda manifattura d’Europa.  Un dibattito sulla questione industriale europea diventa determinante e in particolare nell’interesse di Germania, Francia e Italia”. Boccia ha poi detto che “bisogna distinguere i rapporti tra i Paesi dai rapporti dei singoli partiti; è evidente che i singoli partiti andranno divisi alle europee. Questo non significa che la diplomazia economica non debba costruire nell’interesse dell’Italia e della Francia, includendo anche la Germania”.

VIDEO - Boccia (Confindustria): "Il Paese ha tre necessità. Ecco quali"

Il Presidente Boccia è così intervenuto al Convegno: “Mi hanno colpito le parole di Mattarella quando nel messaggio fine anno ha detto che termini come sogno e speranza non devono essere confinati solo all’infanzia. Quello che serve oggi – ha continuato Boccia – non è una politica che segue gli alibi e le colpe. A me hanno insegnato che delegittimare l’altro significa delegittimare sé stessi. Il lavoro deve essere il grande fine del Paese – ha concluso Boccia - e per realizzare lavoro bisogna crescere e ridurre il debito pubblico. La fiducia è lo strumento dentro di noi che combatte l’ansietà e divisioni e costruisce l’idea di Paese. Grazie a Ubi banca per l’invito che mi ha permesso di esprimere l’idea di società che sta dietro a Confindustria e che converge con l’idea che oggi ho sentito qui”.

Michele Tiraboschi, coordinatore scientifico di ADAPT e dell’Osservatorio ADAPT – UBI Welfare, ha dichiarato: “Il Focus di questo secondo rapporto è su Brescia, sulla meccanica e sulla sanità contrattuale integrativa. È un rapporto innovativo sul welfare. Normalmente noi pensiamo al welfare come una misura distributiva che dà sicurezza e tutele, certamente questa componente è fondamentale, ma che viene letta nell’ottica delle relazioni industriali e quindi anche nell’ottica della produttività. La sfida che lanciamo con questo rapporto è ripensare il modo di fare impresa nelle aziende, nei territori, nei settori produttivi, mettendo al centro il benessere dei lavoratori che diventa un elemento ondante, un collante importante per tenere assieme le esigenze della giustizia, della distribuzione, con le esigenze dell’efficienza e della produttività. Il tema è che stiamo vivendo una grande trasformazione del lavoro che stiamo leggendo solo dal punto di vista tecnologico, ma in realtà c’è anche un grande cambiamento demografico con l’invecchiamento della popolazione e quindi con difficoltà oggettive delle persone che devono stare a lungo nel mercato del lavoro. Quello che emerge da questo rapporto è che il welfare è diffuso nelle grandi aziende, è diffuso specialmente nel nord nei maggiori settori produttivi (meccanica e chimica) e dove è diffuso diventa un elemento di coesione, di forza, che dà maggiore produttività alle aziende e dà anche maggiore benessere, sicurezza e tranquillità ai lavoratori. Una formula vincente che deve essere adottata e adattata e riproposta anche in territori meno fortunati e verso la rete delle piccole imprese. Oggi viviamo l’economia del 4.0, l’economia di rete, dove anche le piccole imprese che da sole non riescono a sviluppare piani di welfare dovrebbero capire l’importanza delle logiche di rete e quindi ancora una volta la centralità dei corpi intermedi, della rappresentanza, che possono aiutare i vari soggetti a costruire delle previsioni, delle misure di sostegno che vanno rivolte ai lavoratori dispersi nei territori che lavorano nelle piccole aziende”.

VIDEO - Tiraboschi (ADAPT): "Focus su Brescia, meccanica e sanità contrattuale"

Rossella Leidi, Vice Direttore Generale e Chief Wealth & Welfare Officer UBI Banca, ha dichiarato: “Il focus del rapporto di oggi elaborato dalla Scuola di ricerca ADAPT, ha diverse chiavi. Una è una chiave più territoriale e quindi vuole indagare in verticale l’espressione di welfare nei territori di Bergamo (continuando una ricerca iniziata già lo scorso anno) e di Brescia; c’è un focus su tutto quello che riguarda la sanità integrativa, con una misura relativa ad alcune espressioni importanti del welfare aziendale dove si evidenzia un miglioramento qualitativo della componente di sanità integrativa nell’ambito del welfare; viene anche metodologicamente strutturato un indice che vuole misurare nell’ambito delle diverse tipologie di misure di welfare quelle che più rispondono ad una logica più strettamente coerente con la protezione e logiche di welfare in senso stretto, rispetto a quelle che hanno una logica più di contribuzione economiche. Vediamo una diffusione del welfare in nord Italia e in parte nel centro, anche se circa il 70% dei contratti che prevedono misure di welfare sono stipulati nel nord; vediamo ancora una prevalenza della grande impresa, anche se sempre più imprese di piccole dimensioni stanno adottando misure di welfare, anche grazie all’organizzazione di diverse iniziative, e UBI in questo campo è molto attiva”.

VIDEO - Leidi (UBI Banca): "Welfare aziendale: al Nord e nelle grandi imprese"

Annamaria Furlan, Segretaria Generale CISL, ha detto che puntare sul welfare “è importantissimo. Ormai fa parte di tanti contratti nazionali e in modo particolare dei contratti aziendali e territoriali. Parlare di welfare aziendale significa parlare dei bisogni e delle aspettative dei lavoratori, delle lavoratrici e delle loro famiglie. In questi anni il nostro osservatorio ha evidenziato tanta contrattazione, in modo particolare sul territorio, nelle aziende, che favorisce la qualità di vita dei lavoratori e dei famigliari. Parliamo di nidi aziendali, parliamo della possibilità attraverso il welfare aziendale di avere previdenza integrativa, sanità integrativa, ma anche possibilità di utilizzare il welfare aziendale per lo studio dei figli, per accudire attraverso supporti alla non autosufficienza i genitori anziani dei lavoratori e delle lavoratrici. Uno strumento di contrattazione molto importante che può collegare i bisogni di un’impresa, i bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici e i bisogni del territorio. Abbiamo avuto esperienze di nidi aziendali che hanno potuto offrire questa possibilità al di là dei lavoratori e delle lavoratrici dell’azienda. Quindi uno strumento straordinario di integrazione della contrattazione”.

VIDEO - Furlan (CISL): "Welfare, strumento di integrazione della contrattazione"