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Economia
Intesa SanPaolo, trimestrale ai raggi X: analisti ottimisti

 

Intesa Sanpaolo poco mossa a Piazza Affari, in attesa della pubblicazione dei dati del secondo trimestre dell'anno il prossimo primo agosto, un trimestre che, notano gli analisti di Credit Suisse, non dovrebbe presentare elementi straordinari in grado di impattare sui conti come era invece avvenuto nel primo trimestre dell'anno e nel secondo trimestre del 2016.
La maggiore banca italiana, secondo gli analisti rossocrociati, dovrebbe registrare 655 milioni di euro di utili netti, in leggera frenata rispetto ai 708 milioni del risultato "ordinario" (ossia non tenendo conto dei 193 milioni legati alla riclassificazione di Qingdao) dei primi tre mesi dell'anno, come pure ai 731 milioni altrettanto "ordinari" (ossia al netto dei 170 milioni di capital gain derivanti dalla cessione delle attività di Visa Europe) del secondo trimestre dell'anno passato.
In compenso i ricavi "core" dovrebbero mostrare un leggero miglioramento rispetto al trimestre precedente, pur restando sostanzialmente invariati su base annua, grazie al contributo positivo delle commissioni di performance e dall'incremento degli utili da intermediazione che dovrebbero compensare l'attesa debolezza dei risultati del settore assicurativo. Nel complesso i ricavi totali dovrebbero essere stabili sui livelli dei primi tre mesi dell'anno, scontando un calo del 5% nel confronto su base annua a causa di minori proventi da trading e dalla gestione operativa.
Numeri che secondo gli esperti giustificano il rating, confermato, di "outperform" (farà meglio del settore di riferimento, ndr) e un prezzo obiettivo di 2,9 euro, di poco superiore ai livelli correnti, mentre Jefferies, che pure limita il rating a un "hold" (mantenere) ha alzato giusto stamane il prezzo obiettivo su Intesa Sanpaolo a 3,15 da 2,9 euro, ritenendo che il mercato stia sottovalutando "il potenziale aumento degli utili legato all'acquisto delle banche venete (un beneficio del 15% sull'utile per azione nello scenario migliore)".
A proposito delle banche venete: secondo gli uomini di Credit Suisse il salvataggio potrebbe effettivamente avere effetti (positivi) sui conti della banca guidata da Carlo Messina: "se il decreto che stabilità le condizioni del salvataggio di Bpvi e Veneto Banca (emanato il 25 giugno scorso, ndr) sarà convertito in legge" senza modifiche (il governo ha posto la fiducia sul testo al Senato, ndr) con effetti prima della fine del secondo trimestre, per Intesa Sanpaolo vi sarebbe da registrare nel conto profitti e perdite un contributo positivo straordinario di 3,5 miliardi da parte dello stato, necessario per compensare l'incremento di 28 miliardi di euro degli asset a rischio (Rwa). Un contributo che a quel punto "si sommerebbe al risultato di 655 milioni atteso per la gestione ordinaria".
Chi si attende comunque, al di là degli eventi "straordinari", buoni numeri da Intesa Sanpaolo e più in generale dalle banche italiane sono gli esperti di Morgan Stanley: in un report pubblicato ieri gli analisti hanno dichiarato di attendersi in particolare "una buona performance per Intesa Sanpaolo e Unicredit", confermando inoltre che in base allo scenario attuale i due "top pick", ossia i titoli più interessanti da inserire in portafoglio, sono proprio Intesa Sanpaolo e Mediobanca, per entrambi dei quali il giudizio viene confermato "overweight" (sovrappesare), con un target price rispettivamente di 3,4 euro e a 10,5 euro.
Insomma: pur se non sembra poter essere il trimestre "della vita", gli analisti sono concordi nell'accordare fiducia all'istituto guidato da Carlo Messina. L'unico dubbio a questo punto è se il mercato apprezzerà altrettanto i risultati spingendo il prezzo corrente del titolo più verso la parte alta della banda di target price indicati (3,4 euro) o riterrà tutto sommato già incorporati nei prezzi le prospettive "ordinarie" di Intesa Sanpaolo, mantenendo dunque le quotazioni attorno ai 2,9 euro per azione.
 

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