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Economia
Azioni, India in rally dopo il Covid. Ma la battuta d'arresto è vicina

 L’India continuerà a brillare? L'analisi 

Sul lungo periodo l’India ha sovraperformato i mercati emergenti, ma solo negli ultimi tre anni in modo marcato: da fine settembre 1995 alla fine del 2020 la sovraperformance è stata del 2% circa all’anno, mentre ha toccato il 17% nel periodo compreso tra allora e fine marzo 2024. Ciò ha fatto sì che la sua ponderazione nell’indice MSCI EM sia più che raddoppiata, fino a raggiungere quasi il 18%, diventando il secondo mercato in termini di dimensioni all’interno dell’indice.

Cosa ha determinato la sovraperformance dalla fine del 2020?

Le valutazioni in India sono certamente elevate, ma non hanno registrato un’accelerazione negli ultimi anni. In effetti, a causa del calo globale degli utili indotto dalla pandemia, a fine 2020 le valutazioni erano ai massimi. Esse hanno costituito un driver di sovraperformance nei 25 anni fino al 2020, ma da allora, sono diventate effettivamente negative.

Fino al 2020, il ROE in India era in calo. Il valore contabile cresceva più rapidamente degli utili. Nel periodo successivo, tutto si è invertito. Il rialzo del ROE è stato decisamente più significativo in India che non nei mercati emergenti nel loro complesso. Il ROE equivale al valore degli utili diviso per il valore contabile. La crescita del valore contabile è stata elevata in India in entrambi i periodi di tempo in questione. Quindi, la differenza sembrerebbe essere la crescita degli utili.

Tuttavia, l’India non è l’unico mercato emergente ad aver registrato utili solidi negli ultimi tre anni, anche se è il migliore dei grandi mercati. Il grafico mette a confronto l’India con Corea del Sud, Cina e Taiwan, che insieme rappresentano oltre il 70% dell’indice MSCI EM, e lo stesso indice MSCI EM. 

Schroders

 

 

Sia la Corea del Sud sia Taiwan hanno assistito a una progressiva flessione degli utili, a fronte del ridimensionamento del ciclo tecnologico nel 2023. I mercati di entrambi i Paesi hanno ampiamente ignorato questo aspetto (in altre parole, le valutazioni sono aumentate). Le sfide per gli utili cinesi sono ben documentate.

 

Cosa c’è quindi dietro i solidi utili indiani registrati a partire dal 2020?

L’India ha registrato una solida ripresa dalla pandemia di CovidIl Paese ha evidenziato una crescita superiore a quella degli USA in dollari nominali. Tuttavia, non è l’unico mercato emergente ad aver ottenuto buone performance.

Schroders 02

 

La crescita economica non si trasmette automaticamente ai rendimenti azionari, ma può essere di supporto. La domanda successiva è se anche i margini sono solidi. Sappiamo che il ROE è stato il principale driver dei solidi ricavi dell'India. Disaggregando il ROE, emerge che circa il 70% del suo miglioramento è da ricondursi all’aumento dei margini, legato a sua volta a due fattori. Il primo è il punto molto basso raggiunto nel 2020, il secondo è il modo in cui i margini sono migliorati nel 2023, mentre quelli dei mercati emergenti si sono progressivamente ridotti. Questo secondo fattore è probabilmente dovuto ai prezzi delle materie prime e dei materiali di base che, nel 2023, si sono discostati dai massimi del 2022. L’India è un importatore di materie prime.

 

In che modo tutto ciò influenza il nostro giudizio sul mercato azionario indiano?

Le ragioni strutturali a favore degli investimenti in India sono ben note, ma dal 2021 gli utili hanno iniziato a crescere con maggiore velocità rispetto ai mercati emergenti più in generale, trainati da un più rapido incremento dei margini.

Oggi, la crescita nominale in dollari si sta riducendo a livello globale, dopo l’impennata post-Covid. Ciò sembra essere vero anche in India. A nostro avviso, è dubbio che l’India possa registrare un ulteriore incremento dei margini. Tuttavia, le prospettive strutturali a lungo termine per le azioni indiane rimangono solide, supportate da un contesto politico positivo. Tuttavia, le valutazioni sono elevate e la crescita degli utili sembra destinata a rallentare.

Articolo a cura di Nicholas Field, Global Emerging Market Equity Strategist, Schroders*






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