La rivolta delle Agenzie Fiscali: "Sì allo sciopero del 21 ottobre"
"Contro il governo e no alle riforme"
I lavoratori e le lavoratrici delle Agenzie Fiscali aderiscono e partecipano convintamente allo Sciopero Generale indetto il 21 ottobre USB, Unicobas e USI per l'occupazione, il lavoro e lo stato sociale, contro le politiche economiche del governo Renzi dettate dalla UE; per la difesa e l'attuazione della Costituzione ed il NO al Referendum.
I lavoratori del fisco rivendicano inoltre un contratto con aumenti veri e uguali per tutti, investimenti massicci e potenziamento del comparto, politiche fiscali eque che non scarichino tutto il peso della tassazione su lavoratori dipendenti e pensionati.
“Invece - evidenzia Stefania Lucchini, dell’USB Agenzie Fiscali - le anticipazioni che circolano sull'ennesima ipotesi di riorganizzazione del comparto non promettono nulla di buono per i lavoratori, mentre il Governo apre la fase 2 della voluntary disclosure, ovvero quel condono che consente il rientro di capitali illegalmente esportati all'estero senza pagamento di sanzioni e con depenalizzazione di gravi reati penali”.
“Ancora una volta l’attività dei lavoratori del Fisco verrà distratta dalla liquidazione di questo ennesimo condono – attacca la sindacalista USB - a scapito dell'attività di contrasto all’evasione, esattamente come è accaduto con la prima voluntary. È questa la lotta all’evasione fiscale del governo Renzi, che spreme le classi meno abbienti e garantisce alle grandi multinazionali e ai super ricchi di non pagare ‘legalmente’ le tasse”.
“Le minori entrate nelle casse dello Stato derivanti dal depotenziamento della lotta all'evasione, saranno poi compensate non solo esasperando la tassazione nei confronti del lavoro dipendente e dei pensionati, ma anche comprimendo ulteriormente diritti e servizi pubblici. I lavoratori del fisco, rivendicano la funzione sociale della lotta all'evasione e scenderanno in piazza il 21 e 22 ottobre per difendere la propria dignità di lavoratori e cittadini e per gridare il proprio NO allo smantellamento dello Stato Sociale ed ai diritti garanti dalla Costituzione”, conclude Lucchini.