Economia
Lavoro, no ai voucher in Agricoltura. La proposta di Centinaio non convince
Polemiche sulla proposta del ministro dell'Agricoltura Centinaio di reintrodurre i voucher nel settore agricolo. Cgl: "I voucher non sono uno strumento utile"
Il ministro dell'Agricoltura Gianmarco Centinaio finisce nell'occhio del ciclone per la sua sulla volontà di reintrodurre i voucher nel settore agricolo. Dalla Cgil arriva un netto stop. “La Cgil è assolutamente contraria all’ipotesi di reintroduzione dei voucher, contro cui continuiamo la nostra iniziativa. I voucher non sono uno strumento utile, in particolare in agricoltura”, ha dichiarato Susanna Camusso, segretario generale della confederazione che, nel 2017, si mobilitò con successo per frenare l’esplosione del ricorso ai buoni lavoro.
“Lo ripetiamo per l’ennesima volta: i voucher già ci sono e si possono usare per studenti, pensionati e disoccupati. È quanto dichiara Umberto Franciosi, segretario generale Flai Cgil (il sindacato dei lavoratori agricoli) Emilia Romagna. “L’insistenza dei ministri e dei rappresentanti delle associazioni, che vorrebbero far intendere che in agricoltura i voucher sarebbero ‘miracolosi’ e risolverebbero le sorti del settore, sembra nascondere dell’altro: cioè si vuole destrutturare e deregolamentare il lavoro agricolo”, sostiene Franciosi, secondo il quale “è chiaro che l’obiettivo è quello di voler pagare tutto il lavoro stagionale con i voucher, una cosa assurda e vergognosa per un settore, come quello agricolo, in cui la stagionalità è strutturale e insita nel lavoro stesso delle campagne. In Italia su oltre un milione di occupati gli stagionali sono al 95%, mentre in Emilia Romagna su 80.000 occupati quasi il 90% sono stagionali”.
Il dirigente sindacale fa notare che “il lavoro stagionale, in agricoltura, prevede la chiamata giornaliera dell'operaio a tempo determinato anche per un solo giorno l'anno, anche per le sole ore necessarie a svolgere l'attività richiesta. Si tratta di un vero e proprio lavoro a chiamata previsto dalle normative di legge e dai contratti che regolano il mercato del lavoro in agricoltura, che non ha nemmeno bisogno della comunicazione giornaliera di inizio e fine lavoro, com’era previsto per i voucher”.
In Emilia Romagna il lavoro stagionale in agricoltura “ha un costo del lavoro orario che è comparabile a quello dei voucher e, in alcuni casi come nelle zone agricole svantaggiate, addirittura inferiore”, spiega sempre Franciosi: “Per i lavoratori, invece, la differenza è enorme: con i voucher nessun diritto contrattuale, oltre a nessun diritto su malattia, disoccupazione, assegni familiari e copertura previdenziale. Non c’è bisogno di inventarsi altri strumenti: per la raccolta di frutta esistono già gli strumenti contrattuali, basta applicarli. Se si vogliono trovare altri strumenti, basta leggere la Carta dei diritti universali del lavoro, la proposta di legge della Cgil, sostenuta da oltre un milione di firme. Chi tenta di rimettere in discussione i diritti di lavoratori agricoli – conclude il segretario Flai Emilia Romagna – si troverà di fronte una determinata reazione delle organizzazioni sindacali, come già abbiamo fatto con il governo Monti e Renzi”.
Anche in Lombardia la Cgil è in stato di allerta. “Ci preoccupano le dichiarazioni dell’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Fabio Rolfi, che, commentando il testo del decreto dignità licenziato dal Consiglio dei ministri, sostiene che i voucher siano necessari per lavoratori stagionali in agricoltura. Gli vogliamo ricordare che in agricoltura i voucher già ci sono e possono essere utilizzati a favore di pensionati, studenti e disoccupati per un tetto massimo di 5.000 euro annui”. È quanto dichiara Claudio Superchi, segretario generale della Flai Cgil Lombardia.
“L’introduzione dei voucher – prosegue –, così come giustificato dall’assessore Rolfi in Lombardia, vorrebbe dire negare la stagionalità come elemento strutturale del lavoro agricolo e pagare tutti coloro impiegati nelle campagne di raccolta con i voucher. In questo modo si cancellerebbe il lavoro agricolo, fino a farlo diventare un non lavoro, senza diritti, senza applicazione dei contratti, senza contributi previdenziali. Ricordiamo inoltre all’assessore Rolfi che per le campagne di raccolta che stanno per iniziare basterebbe l’applicazione del contratto nazionale di riferimento appena sottoscritto e l’applicazione dei cpl, in cui ci sono tutti gli strumenti per assumere i lavoratori, seguendo le regole e venendo anche incontro alle imprese in termini di flessibilità, considerando che in agricoltura si assume anche a giornata e ci sono tutti gli strumenti contrattuali per affrontare le campagne estive di raccolta. Quindi – conclude il sindacalista lombardo –, prima di pensare a cambiamenti che destrutturano le regole chiediamo all’assessore Rolfi di fare applicare le norme esistenti in difesa dei diritti e del buon lavoro, a partire dall’applicazione della legge 199/2016 contro lo sfruttamento sul lavoro e il caporalato”.
Centinaio: agricoltura sotto attacco da Ue, contrattacchiamo
"L'agricoltura è sotto attacco, si deve difendere e contrattaccare, non possiamo fare a meno delle risorse della Pac". Così il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, intervenendo all'assemblea dell'Anbi (Associazione Nazionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e acque irrigue). "Dobbiamo tenere il punto in Europa - ha proseguito il ministro - che vuol dire andare in Europa e non chinare la testa per l'ennesima volta. L'agricoltura italiana è particolare, fatta di eccellenze e qualità e quindi bisogna fare lobby con quei Paesi che in Europa stanno vivendo il problema della Pac con preoccupazione".
Dalla revisione della Politica agricola comunitaria, l'Italia corre il rischio di subire un taglio di tre miliardi di risorse, ha detto Centinaio, per cui "bisogna andare in Europa e incalzare. Non è facile, le risorse sono poche, ma diversamente significa aver ceduto all'Europa. I tagli all'agricoltura incidono sugli imprenditori e per questo ci dobbiamo difendere".
"La Cgil non mi ha ancora convinto" sui voucher. "Alla signora Camusso dico che Centinaio non vuole togliere i diritti a nessuno", piuttosto "la Camusso mi deve spiegare come vuole tutelare i lavoratori in agricoltura". Il ministro Centinaio ha quindi ammesso che "i voucher non risolvono tutti i problemi" e tornando sulle affermazioni della leader della Cgil, ha rilevato di conoscere "l'umiliazione del licenziamento che ho vissuto da parte di una multinazionale, so che vuol dire".