Economia
Luxottica-Essilor, 7 fatiche di Del Vecchio. Perché il colosso fa paura all'Ue

Dal Canada nuovo via libera a Luxottica-Essilor, ma gli Antitrust europei, statunitensi e cinesi tacciono ancora. I punti critici dell’operazione di Del Vecchio
di Luca Spoldi
e Andrea Deugeni
Nuovo passo in avanti per l’attesa fusione tra Luxottica, che oggi risale sopra i 48,5 euro per azione a Piazza Affari, ed Essilor, stabile attorno ai 107,3 euro per azione a Parigi. Come ha annunciato stamane una nota congiunta, “il progetto di combinazione tra le due società ha ricevuto il via libera dal Competition Bureau canadese”, ovvero da una delle cinque giurisdizioni (le altre quattro sono: Europa, Stati Uniti, Brasile e Cina, ndr) “la cui approvazione è condizione sospensiva per il closing dell’operazione”, che ha finora ricevuto il via libera da altri dieci paesi ossia Australia, Colombia, Corea del Sud, Giappone, India, Marocco, Nuova Zelanda, Sud Africa, Russia e Taiwan.
Come noto l’obiettivo di Del Vecchio, più volte ribadito, è di chiudere il processo antitrust intorno a fine anno, ma molti analisti sono ormai scettici in merito. I problemi maggiori sembrano essere in Europa, dove ancora il 24 luglio scorso una nota congiunta di Luxottica ed Essilor parlava di “un dialogo aperto e costruttivo” mantenuto fino a quel momento con la Commissione Ue nel contesto della fase di pre-notifica, in vista di una notifica formale nelle settimane successive.

Da allora sono passati quattro mesi, l’Antitrust Ue ha avviato (il 26 settembre) l’indagine, ma il via libera non è ancora giunto (il parere dovrebbe giungere entro massimi 90 giorni) ed anzi lo scorso 3 novembre ha annunciato di aver sospeso i termini per concludere il suo esame, avendo richiesto ulteriori documenti per poter approfondire la sua valutazione. Uno stop che ha così fatto slittare la data di scadenza entro la quale l’indagine Antitrust Ue verrà conclusa, data che era finora fissata subito prima di Natale.
"Siamo ancora nel processo di acquisire informazioni. Si tratta di aziende molto importanti e leader mondiali nella produzione di occhiali e montature e quindi è sicuramente importante vedere come procedere, occorrerà ancora del tempo", ha sentenziato stamane sull'argomento il commissario europeo europeo alla concorrenza Margrethe Vestager.
Se il giudizio dell’Antitrust Ue non giungerà che nel 2018, l’integrazione vera e propria si dovrà spostare ancora più in là nel tempo. Lo stesso vale per l’Antitrust Usa e per il Mofcom (ministero del commercio) cinese, entrambi ancora nella fase di esame della documentazione ricevuta. Ma quali e dove sono gli ostacoli che potrebbero sorgere, in un’operazione certamente rilevante e complessa? Il timore sembra riguardare la possibilità che la forza dei marchi di Luxottica induca gli ottici ad acquistare solo lenti Essilor, ad esempio attraverso programmi di vendite aggregate o vincolate.

Di certo il soggetto che nascerà dall’integrazione delle due compagnie avrà una capitalizzazione di mercato di oltre 50 miliardi di euro e ricavi per quasi 17 miliardi l’anno, per il 54% realizzati nel Nord America, per il 22% in Europa, per il 18% in Asia, Medio Oriente e Africa e per il 6% in America Latina. Il rischio di una riduzione della concorrenza cui guardano sia l’Antitrust Usa sia la Vestager, appare dunque concreto, tanto più che il giro d’affari del nuovo colosso sarà 5 volte quello del suo maggiore concorrente (l’olandese Grandvision, i cui 3,3 miliardi valgono circa il 3% del mercato).
Eppure gli analisti di Exane hanno fatto notare come Luxottica-Essilor non rappresenterà più del 16% del fatturato mondiale di un settore che genera oltre 100 miliardi di vendite all’anno, contro il 71% rappresentato da ottici e piccole e medie imprese nel loro complesso. Come dire che il rischio concreto di una limitazione alla concorrenza sarebbe modesto.
(Segue...)