Malta Papers: Serra, Briatore e consigliere 5S. Chi usa il paradiso fiscale Ue
Molti vantaggi fiscali: dalla corporate tax che può scendere fino al 5% a imposte praticamente nulle su interessi incassati per prestiti o royalty da brevetti
Circa 15 mila nostri connazionali con quasi 8 mila società maltesi. Decine di imprenditori e manager, ma anche politici e parlamentari presenti nello Stato più piccolo dell’Unione europea, Malta. Un Paese che oggi è preda ambita di molti evasori italiani, tanto che è stata ribattezzata la Panama d’Europa facendo riferimento al caso dei Panama Papers.
E' quanto emerge dall'inchiesta sui Malta Papers, pubblicata dall'Espresso in collaborazione con il network di giornalismo investigativo Eic, che ha analizzato l’elenco completo di azionisti e amministratori delle società con base a Malta per capire se davvero la piccola isola distante meno di 100 chilometri dalle coste meridionali della Sicilia si sia trasformata in un paradiso offshore.
Il mix che ne fa una sede ambita a livello corporate è il prelievo fiscale sugli utili d'impresa che ufficialmente viaggia al 35%, ma che può scendere fino al 5%, regalando evidenti benefici fiscali assieme ad altri vantaggi come le imposte praticamente nulle sugli interessi incassati per i prestiti o sulle royalty maturate grazie a brevetti o marchi.
C'è, poi, da tener presente anche che siamo all'interno di uno Stato dell'Unione europea dove vige la libertà di circolazione dei capitali (senza quindi grandi controlli) e che non figura, quindi, nella black list dell'Ocse sui paradisi fiscali. In più grazie ai minori obblighi informativi e procedurali la Borsa di Malta sta attraendo molte società europee, fra cui anche italiane.
Fra i nomi italiani che compaiono nei Malta Papers ci sono alcuni membri dei clan campano di San Luca, signori del traffico internazionale di cocaina, ma anche nomi di spicco della della finanza e dell'economia come Flavio Bratore intestatario della Bl Development Ltd, creata nel 2014 e chiusa solo due anni dopo, il manager toscano Giorgio Moretti e Davide Serra.
Il fondatore del gruppo Algebris, che investe sui mercati finanziari, risulta l'azionista di maggioranza della Plum Yachting Ltd, società che opera nel settore degli yacht battenti bandiera maltese (uno dei comparti più gettonati dagli italiani che decidono di aprire una società a Malta) e intestataria di uno yacht a vela di lusso, il Kamana, un 21 metri per traversate oceaniche.
Tra i nomi degli italiani che hanno spostato soldi a Malta ci sono anche parlamentari, come la senatrice Laura Bianconi, ex Forza Italia, ex Ncd e ora presidente del gruppo di Alternativa Popolare di Angelino Alfano a Palazzo Madama, Benedetto Adragna anche lui senatore, ma sui banchi del Pd fino alle elezioni 2013, quando si candidò senza successo con il partito di Mario Monti e il consigliere regionale toscano del Movimento 5 Stelle Enrico Cantone che si è dimesso lunedì scorso proprio, pare, a seguito dell'inchiesta al termine della quale è stato costretto a rivelare di aver costituito in loco due imprese "per possibili nuovi affari per scambi commerciali con la Libia e la Tunisia".