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Caro materiali, Francesca De Sanctis: “Cantieri a rischio fermo totale"

Caro materiali, preoccupa la crisi in atto nel settore delle costruzioni

Un settore chiave per il Pil italiano come quello delle infrastrutture sta attraversando un momento di crisi che stenta a ridimensionarsi. Prima il Covid-19 e poi lo scoppio della guerra in Ucraina hanno portato ad un punto esasperato l’intera filiera della costruzione: le imprese si trovano a fronteggiare l’aumento dei prezzi dei materiali, il rincaro di gas e petrolio che innalza le spese di produzione così come quelle per i trasporti e addirittura la difficoltà nel reperimento delle materie prime.

Il mercato pubblico sta pagando insomma un prezzo altissimo: gli accordi quadro si rifanno a prezzi riconosciuti tempo fa e che quindi non si adattano al rialzo in atto, mentre purtroppo le manovre di sostegno provenienti dal Governo risultano ancora insufficienti. Le imprese hanno iniziato a denunciare la situazione dal 2020, ma il problema è stato compreso molto in ritardo, come ha sottolineato nell’intervista per affaritaliani.it Francesca De Sanctis, amministratore delegato di De Sanctis Costruzioni.

L’intervista di affaritaliani.it a Francesca De Sanctis, amministratore delegato di De Sanctis Costruzioni

 

 

“Il problema è stato sottovalutato, non è stato capito sin dall’inizio”: con queste parole Francesca De Sanctis, amministratore delegato della De Sanctis Costruzioni, racconta della crisi che sta attraversando il settore delle infrastrutture durante l’intervista. Un problema che i costruttori hanno iniziato a denunciare sul finire del 2020, legato ad un aumento dei prezzi dovuto in un primo momento alla pandemia da Covid-19, poi all’Ecobonus e infine acutizzatosi con la guerra fra Russia e Ucraina.

“All’inizio si pensava fosse un aumento abbastanza prevedibile a seguito del lockdown, una diminuzione delle produzioni e quindi un aumento dei prezzi. Purtroppo così non è stato: il rincaro è andato aumentando sempre di più, andando a toccare tutti i materiali, dall’acciaio al legname, dal ferro al polistirolo. A questo si è aggiunto l’aumento del prezzo del petrolio, dell’energia e del gas, che ha provocato un disastro”, ha affermato Francesca De Sanctis.

Gli aiuti dispensati dal Governo non solo sono insufficienti sotto un punto di vista economico, ma non prendono neanche in considerazione le opere in corso in questo particolare momento, in cui il rincaro dei materiali è alle stelle. Il rischio, secondo la De Sanctis, è proprio quello di un blocco totale dei cantieri e del fallimento delle imprese, un’ipotesi che ormai non sembra più così lontana: “È stato valutato che le misure compensative introdotte dal Governo con i vari decreti non coprono l’intero aumento dei prezzi. All’inizio ci si è concentrati sull’aggiornamento dei prezzari ma non sui lavori in corso, quindi quei lavori che erano stati aggiudicati prima dell’aumento dei prezzi e che sono in corso di esecuzione in questo momento e per i quali il Governo ha previsto semplici misure compensative che non sono assolutamente sufficienti per non bloccare i cantieri. In questo momento c’è un rischio forte di fermo totale dei cantieri in essere perché le misure compensative vanno a coprire il 7-8% rispetto a un aumento totale dei prezzi del 30-35%”.

Il settore delle costruzioni è dunque in ginocchio per diverse cause, che sono andate progressivamente allineandosi a creare una crisi senza precedenti. Accanto a tutto questo c’è sempre il tema del Superbonus, un’agevolazione fiscale creata per aiutare il settore nella ripresa ma che in realtà ha portato non pochi problemi: gli effetti si vedono ad esempio sulla reputazione del settore a seguito delle frodi verificatesi, ma anche nella nascita di imprese di costruzioni di dubbia origine e operato. Come ha commentato l’Amministratore Delegato di De Sanctis Costruzioni “Il Superbonus è stato introdotto in un momento in cui l’edilizia veniva da dieci anni di crisi profonda e ha sicuramente aiutato il settore a riprendersi. Non si è forse pensato sufficientemente a quelli che potevano essere gli effetti di una tale misura sul mondo delle costruzioni in generale: infatti da una parte ha creato sicuramente lavoro e ha attivato € 16 miliardi di investimenti fino all’inizio del 2022, dall’altra ha creato una pressione sui prezzi che si è andata a ribaltare in tutti i settori delle costruzioni generando una misura inflattiva importante. Oltre a questo ha creato anche una difficoltà nel reperire manodopera specializzata e materiali”.

Tutti i costruttori hanno le idee chiare e sono d’accordo sulle possibili soluzioni da adottare per contrastare la crisi in atto: fra queste spicca il sostanziale ammodernamento del sistema di revisione prezzi, al pari di quello adottato da molti Paesi europei come Francia, Spagna, Germania, Romania, che hanno cercato, ognuno con proprie modalità, di aiutare il mondo dell’edilizia; la Spagna ad esempio, come l’Italia non aveva un sistema di revisione prezzi aggiornato, ma è riuscita ad applicarlo “retroattivamente” dal 1 gennaio 2021. Concludendo, Francesca de Sanctis propone anche un’altra efficace soluzione al problema: “In Italia è necessario superare le misure compensative e applicare delle misure revisionali, quindi sicuramente introdurre nuovamente un sistema di revisione prezzi aggiornato il più velocemente possibile. Altrimenti si potrebbero utilizzare i prezzari che le stazioni appaltanti hanno già aggiornato e applicarli ai lavori in corso. Naturalmente per quanto riguarda le opere del PNRR e per trovare i fondi necessario per rendere questa soluzione possibile sarà necessaria una rimodulazione degli investimenti”.

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