Pil a zero, Morando (Economia): quest'anno niente crescita all'1,2%
"Più difficile la definizione delle scelte nella Legge di Stabilità"
"Per quello che riguarda l'andamento dell'economia, è dall'autunno scorso che ripetiamo che il contesto internazionale in cui ci collochiamo è diventato più incerto e l'incertezza è la nemica fondamentale della crescita. Quindi tutto ciò determina un ulteriore rallentamento del ritmo di crescita, che era già gracile e molto fragile di suo. Per quello riguarda il volumo globale del debito non mi pare ci siano sorprese. Siamo relativamente tranquilli sul fatto che l'obiettivo che ci siamo dati per il 2016 e per il 2017 possa essere conseguito anche attraverso operazioni di privatizzazioni, cioè di cessione di patrimonio pubblico, che abbiamo quantificato puntualmente anche in termini di obiettivo". Il vice-ministro dell'Economia Enrico Morando commenta con un'intervista ad Affaritaliani.it la crescita zero del Pil italiano nel secondo trimestre di quest'anno e il nuovo record del debito pubblico.
"E' certamente preoccupante - ammette Morando - la situazione che viene messa in evidenza dal dato che riguarda l'andamento dell'economia, in un contesto nel quale le nostre previsioni già in autunno erano state ridimensionate per tenere conto dei fattori di instabilità che si stavano determinando nell'economia globale, a cui oggi si è aggiunta in particolare la Brexit con tutte le conseguenze del caso. Purtroppo si tratta di un dato atteso, anche se si poteva sperare su un decimale in più, ma la sostanza è che siamo per quanto concerne la dimensione annuale decisamente sotto l'1% e speriamo che nei prossimi mesi, prima di terminare l'anno, le cose vadano meglio. Non c'è dubbio però che l'andamento dell'economia è fonte di preoccupazione e che la causa di questo andamento peggiore rispetto alle previsioni stia nell'incertezza globale che sta purtroppo aumentando".
Ci saranno conseguenze sulle misure che il governo intende adottare nella prossima Legge di Stabilità? "Presenteremo per il 27 settembre la nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, a quel punto vedremo in che situazione ci troveremo. Non c'è dubbio che sulla base di questi dati appare difficile conseguire l'obiettivo di crescita che era fissato nei documenti di finanza pubblica per il 2016, cioè l'1,2%, e quindi, inevitabilmente, sarà possibile che si determinino maggiori difficoltà nella definizione delle scelte. O meglio, bisognerà tenere conto di questo andamento nella definizione delle scelte che riguardano il 2017 e gli anni successivi".
"La linea di fondo su cui stiamo lavorando, tuttavia - aggiunge il vice-ministro dell'Economia -, non può cambiare a causa di questi fatti. Meno pressione fiscale sul lavoro e sull'impresa e più favore agli investimenti sono le due architravi della politica economica e fiscale del governo. E l'andamento dell'economia maggiormente negativo rispetto a quello che avevamo previsto deve spingerci ad accelerare il processo di riforma e non certo a rallentarlo. Infine è difficile non sottolineare come sarà molto importante per ribadirci in uno stato di incertezza oppure per farci progressivamente uscire a buon ritmo da questo stato il risultato del referendum che ci sarà a fine anno sulla riforma costituzionale".
Quindi secondo lei una vittoria del no alla riforma avrebbe ripercussioni negative sulla crescita economica... "L'andamento non positivo dell'economia deriva da uno stato di incertezza accentuato alla dimensione europea e globale dalla scelta della Brexit, quindi il successo del no - che a mio giudizio non ci sarà - al referendum sulla riforma della Costituzione italiana sarebbe per l'economia globale un ulteriore elemento di incertezza. E le conseguenze sono facili da tirare", conclude Morando.