Economia
Rumors: Bollorè vede Colao. Sul tavolo la quota Telecom

Secondo le indiscrezioni, il finanziere bretone Vincent Bollorè avrebbe incontrato il Ceo di Vodafone Vittorio Colao per sondare il suo interesse su Telecom
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
L'incontro dicono che si sia svolto all'inizio della scorsa settima. Ma che invece la decisione di Vincent Bollorè di iniziare a sondare il terreno presso i competitor di Telecom sia maturata subito dopo il 7 aprile. Data in cui a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha presentato insieme all'amministratore delegato dell'Enel Francesco Starace il piano per portare entro tre anni la banda larga nella maggioranza delle case di 224 città italiane. Un progetto che ruota attorno alla società creata ad hoc dal colosso elettrico per costruire e gestire la nuova infrastruttura, Enel Open Fiber, e che ora, secondo le indiscrezioni, sta per decollare con il conferimento di Metroweb da parte di Cdp nel veicolo guidato da Tommaso Pompei.
Secondo alcuni rumors che circolano nella City milanese, il finanziere bretone che controlla Telecom attraverso la francese Vivendì ha incontrato l'amministratore delegato di Vodafone Vittorio Colao, un vis-à-vis che pare sia stato chiesto dall'uomo d'affari transalpino per sondare l'interesse del manager su un eventuale acquisto della quota in Telecom. Un pacchetto di azioni che equivale a poco meno del 24,7%.
L'avventura in Telecom di Bollorè è nata, raccogliendo l'eredità degli spagnoli di Telefonica, a metà dello scorso anno. Non è passato dunque neanche un anno solare. Cos'è successo quindi che avrebbe spinto Bollorè a valutare strade alternative per un investimento che fino a poco tempo fa veniva definito di lungo periodo e del cui fiuto si è fidato anche il connazionale Xavier Niel?
Chi segue da vicino il business di Telecom ipotizza che l'interesse del finanziere bretone, che non ha mai fatto mistero di voler creare il gigante latino dei contenuti (vedi anche l'operazione Mediaset Premium e l'alleanza con il Biscione), sia venuto meno quando Bollorè ha capito che Telecom, precedentemente possessore dell'unica grande rete telefonica del Paese, avrebbe perso la battaglia del controllo della nuova infrastruttura dell'internet ultra-veloce. Investimento su cui Enel, a caccia di nuovi business su cui impiegare le proprie risorse, ha puntato ben 2,5 miliardi con la benedizione di Palazzo Chigi, desideroso di rimettere in carreggiata l'Italia con il resto d'Europa sulla banda larga. Una spina dorsale vitale per lo sviluppo economico e che avrebbe nell'asset Metroweb (controlla la rete a banda larga di Milano, Torino, Bologna e Genova) la posatura della prima pietra.

La reason why, quindi, dell'investimento in Telecom, quale grande rete distributiva in terra italica della piattaforma "over the top" simile a Netflix, sarebbe venuta meno. Da qui, il primo passo di Bollorè di iniziare a bussare alla porta dei big della telefonia. La tempistica del disimpegno, ora, sarebbe dettata solo dalla lauta plusvalenza, terreno su cui il finanziere bretone si muove con una certa disinvoltura, che il miliardario francese riuscirebbe a strappare.
Secondo i calcoli di Mediobanca Securities, a dicembre, data in cui aveva arrotondato la sua quota dal 15% al 20% circa, Vivendì aveva speso a dicembre 3 miliardi di euro, a un prezzo medio di carico della partecipazione di 1,14 euro per azione, valore superiore a quanto sborsato poi per salire ulteriormente nel capitale di Telecom a ridosso della soglia dell'Opa.