Tenaris, assist di Trump ai Rocca. I dazi Usa fanno volare il titolo
Il Dipartimento al Commercio Usa invita Trump a varare dazi sull’import di alluminio-acciaio. La misura colpirebbe Corea e Cina, Tenaris può avvantaggiarsene
Tenaris torna a mettersi in luce a Piazza Affari, pur rallentando nel pomeriggio rispetto ad un avvio in deciso spolvero ma conservando un rialzo di oltre 3 punti percentuali che consente al titolo di ridurre il calo rispetto a 12 mesi or sono a meno del 12%, consolidando un recupero partito da almeno tre mesi (nel periodo il titolo è infatti risalito di un 12% circa, dimezzando la perdita sull’ultimo anno). L’ultimo spunto a sostegno delle quotazioni, dopo il recupero delle quotazioni petrolifere, è legato alle raccomandazioni alla Casa Bianca pubblicate dal Dipartimento del Commercio Usa, guidato da Wilbur Ross, in merito all’introduzione di dazi sull’import di prodotti che minacciano la sicurezza nazionale, in particolare l’acciaio e l’alluminio.
L’ultima parola sarà quella di Trump, che ha tempo per decidere fino al 11 aprile per l’acciaio e al 20 aprile per l’alluminio, ma gli unici dubbi in merito sono quale tra le opzioni suggerite Trump finirà con l’adottare. Per l’alluminio in particolare si va da un dazio minimo del 7,7% su tutte le importazioni a dazi mirati pari almeno al 23,6% nei confronti dell’import da Cina, Russia, Vietnam e Venezuela fino al varo di un sistema di quote: i singoli paesi non potrebbero in quel caso superare l’86,7% delle esportazioni di alluminio negli Stati Uniti realizzate nel 2017.
Tre anche le alternative per l’acciaio: un dazio minimo del 24% su tutto l’import, dazi mirati pari almeno al 53% sulle importazioni da 12 paesi tra cui Cina, Russia e Turchia oppure tetti all’import pari al 63% delle esportazioni di acciaio negli Usa lo scorso anno. Sarebbe la definitiva conferma di una politica mercantilistica che rischierebbe di causare una nuova guerra commerciale tra gli Usa e il resto del G20, ma per Tenaris non tutti i mali verrebbero per nuocere, anzi secondo Equita Sim “l’eventuale introduzione di nuovi provvedimenti potrebbe migliorare lo scenario sui prezzi dei tubi negli Stati Uniti”, mercato dove il gruppo della famiglia Rocca genera già il 30% del proprio fatturato. Nel settore dei tubi in acciaio (costituito per il 50% da produzioni importate), il paese da cui gli Usa importano di più è infatti la Corea (circa il 35% circa dell’import totale ossia un milione di tonnellate stimato per il 2017, che rappresenta il 23% del mercato complessivo).
“Mors tua, vita mea” dunque, in ogni caso gli esperti di Equita Sim non se la sono sentita per ora di migliorare ulteriormente il target price sul titolo, che resta dunque pari a 15,5 euro, a fronte di un giudizio alzato a “buy” (acquistare) già il giudizio il mese scorso in scia a migliorate prospettive in termini di fondamentali e profitti. “Abbiamo fatto modifiche marginali, ma l’outlook generale è altrimenti invariato” precisano infatti gli analisti in una nota inviata alla clientela, ricordando che nei prossimi giorni sull’andamento di Tenaris potranno incidere anche i conti del quarto trimestre (attesi tra due giorni, il 21 febbraio).
(Segue...)