Economia
Ue, la Commissione processa l'Italia: crescita più bassa dell'intera Eurozona

'Rischi da banche e incertezza politica'
La crescita del Pil dell'Italia nel 2017 e nel 2018 (+0,9% e +1,1%) e' la piu' lenta di tutta la zona euro e di tutta la Ue. E i rischi alle prospettive economiche possono provenire da incertezza politica e dal "lento aggiustamento del settore bancario". Quanto ai conti pubblici, deficit e debito "si stabilizzeranno sostanzialmente", ma senza contare nuovi interventi, il deficit/pil strutturale (al netto delle misure una tantum e degli effetti del ciclo economico) continua a peggiorare: nel 2016 all'1,6%, nel 2017 al 2% e nel 2018 al 2,5%. E' questo il quadro sintetico che emerge dal nuovo rapporto di previsione pubblicato dalla Commissione europea.
La crescita prevista a 0,9% quest'anno e 1,1% l'anno prossimo e' inferiore di 7 decimi di punto percentuale rispetto alla crescita del pil della zona euro e della Ue in entrambi gli anni. La progressione del Pil nei principali paesi della zona euro e' piu' rapida e consistente: Germania +1,6% e +1,8%, Spagna +2,3% e +2,1%, Francia +1,4% e +1,7%. Nel 2016 solo la Grecia cresceva meno dell'Italia (0,3% contro lo 0,9% italiano). La Commissione nota che la crescita del Pil e' sostenuta principalmente dai bassi tassi di interesse e dalla domanda esterna piu' forte "mentre le debolezze strutturali ostacolano una ripresa piu' forte". Il consumo privato nel 2017 beneficera' della creazione di posti di lavoro anche se a un ritmo piu' debole mentre i prezzi piu' alti dell'energia avranno un impatto sul reddito disponibile implicando una decelerazione nei consumi rispetto al 2016. Gli investimenti aumenteranno del 2,6% grazie alle misure del bilancio 2017 dato che saranno estesi gli incentivi fiscali al settore digitale e all'impatto positivo del piano di investimenti straordinari Ue. Le esportazioni beneficeranno di una domanda esterna piu' forte e le importazioni accelereranno a causa dell'aumento della domanda interna, particolarmente per investimenti. Nel 2018 le caratteristiche della crescita saranno le stesse, il surplus di parte corrente scendera' dal 2,7% del pil nel 2016 all'1,8% nel 2018 anche a causa dei prezzi piu' alti all'importazione mentre gli aumenti nel risparmio saranno piu' che compensati da maggiori investimenti. E' nel paragrafo relativo al 2018 che nel rapporto si parla degli effetti dell'"incertezza politica" e del lento aggiustamento dei bilanci bancari. E' pero' possibile che ci sia un impulso "piu' forte" alla crescita grazie alla domanda esterna. Per quanto riguarda la disoccupazione le stime sono state ritoccate al rialzo: 11,6% nel 2017 e 11,4% nel 2018, mentre in autunno Bruxelles stimava 11,4% e 11,3% rispettivamente. "Le riforme passate, inclusa la riduzione permanente della tassazione sul lavoro, sosterranno l'occupazione nei due anni". La creazione netta di osti di lavoro rallentera' rispetto al 2015-2016 quando era stata spinta dalla riduzione dei contributi sociali per tre anni. L'occupazione aumentera' dello 0,7% e dello 0,8% (dopo 1,2%nel 2016). In autunno la Ue stimava +0,7% in entrambi gli anni.
Il calo dal 2,6% nel 2015 al 2,3% nel 2016, indica la Commissione Ue, e' stato dovuto "principalmente alla minore spesa per gli interessi sul debito", la spesa primaria corrente e' aumentata di circa l'1,5% in termini nominali, le entrate sono risultate "largamente stabili" comportando una riduzione del carico fiscale. Cio' e' stato dovuto principalmente al cuneo fiscale sul lavoro ridotto e all'abolizione della tassa sulla proprieta' della prima casa. Nel 2017, il deficit "e' atteso in linea generale stabilizzarsi al 2,4% del pil", la spesa primaria corrente e le entrate correnti aumenteranno di circa l'1,5% in termini nominali. Il bilancio 2017 prevede una spesa piu' alta per le pensioni ma le riforme passate, indica Bruxelles, e gli aumenti moderati dei salari pubblici e della spesa sanitaria sono previsti mantenere l'attuale spesa primaria corrente "sotto controllo". Il bilancio di quest'anno sosterra' gli investimenti. Nel 2017 il carico fiscale scendera' ulteriormente grazie alla riduzione della fiscalita' sulle imprese dal 27,5% al 24%. "La Commissione prende positivamente nota dell'impegno pubblico del governo ad adottare misure di bilancio del valore complessivo di 0,2% del pil entro aprile 2017". Questo e' il solo riferimento alla richiesta di interventi aggiuntivi da parte del governo per evitare l'avvio di una procedura di infrazione per violazione della regola di riduzione del debito. Le misure del governo "saranno prese in considerazione quando ci saranno dettagli sufficienti per valutare le disposizioni specifiche" decise dall'Italia. Nel 2018 il deficit/pil aumentera' in termini nominali al 2,6% "a bocce ferme", senza cioe' interventi correttivi, anche a causa di un carico fiscale in calo.