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Economia
Messina respinge le accuse di Penati."Atlante?Entrerà in Veneto Banca"

"Quaestio Sgr è il gestore, chi ci ha messo i soldi sono le banche. E se metto 800 milioni in un fondo e nomino il mio chief financial officer, che è uno dei migliori a livello internazionale, e Giovanni Gilli che è il capo della nostra Capital Light Bank, vuol dire che ho nominato due persone su cui credo non ci sia confronto in Europa".

Risponde così Carlo Messina, amministratore delegato di Banca Intesa alle accuse mosse venerdi dal presidente di Questio e dominus del Fondo Atlante Alessandro Penati sulla scarsa indipendenza delle persone inserite nel comitato investimenti del fondo Atlante che, oltre a intervenire nelle operazioni di ricapitalizzazione di Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, dovrà aiutare il sistema bancario italiano a risolvere il problema dello stock di oltre 80 miliardi di euro di sofferenze nette (vedi video sotto).

"Indipendenza o meno, quello che conta è avere le migliori professionalità rispetto agli obiettivi che devono essere raggiunti", ha proseguito parlando a margine di una premiazione presso la Fondazione Cuoa che gli ha conferito l'executive master honoris causa in Finance assegnato dalla Fondazione Cuoa.

Il presidente di Quaestio Sgr Alessandro Penati spiega al Festival dell'Economia di Trento i problemi del sistema bancario italiano e le motivazioni della creazione del fondo Atlante (di Andrea Deugeni).

Il numero uno di Intesa è poi intervenuto sull'operazione di rafforzamento patrimoniale (aumento di capitale da un miliardo e quotazione) di Veneto Banca per cui è prevista anche la quotazione che ha appena ricevuto l'ok di Borsa Italiana e della Consob. "Mentre escluderei l'ipotesi che i soci di Veneto Banca possano raggiungere il 51% a seguito dell'operazione di aumento di capitale, non mi sento di escludere che possa esserci un flottante, mi sembra difficile ma non mi sento di escluderlo", ha detto Messina.

Il manager, quindi, resta possibilista sull'eventualità che Veneto Banca possa raggiungere un flottante del 25% sufficiente a garantire la quotazione in Borsa mentre esclude che ci possa essere un'adesione all'aumento di capitale superiore al 51% che porterebbe il Fondo Atlante a chiamarsi fuori dall'operazione.

Messina ha escluso seccamente la possibilità che i piccoli azionisti di Veneto Banca possano riuscire a mettere insieme oltre 500 milioni necessari per sottoscrivere la maggior parte della ricapitalizzazione. "Le dimensioni dell'operazione - ha spiegato - sono tali per cui non è immaginabile che i soci attuali possano raggiungere il 51%". L'esito, scontato, è quindi che Atlante prenda il controllo dell'istituto di Montebelluna: "Un azionista con una maggioranza importante ha la possibilità di nominare i consigli e procedere a una ristrutturazione che è anche nell'interesse degli azionisti". Il fine ultimo è rimettere in piedi Veneto Banca: "Quello che è importante - ha proseguito Messina - è riportare questa banca a generare valore per gli azionisti avendo raggiunto i requisiti di capitale minimi richiesti dalla vigilanza".

E la fusione fra PopVicenza e Veneto Banca, tanto osteggiata da Montebelluna e che ora il "comune proprietario" Atlante potrebbe agevolare? "Il ruolo di Intesa Sanpaolo è stato quello di intervenire nel fondo Atlante, poi queste saranno cose che saranno valutate dal fondo, non mi sento di commentare su questo", ha concluso Messina, che non si è sbilanciato dunque sul matrimonio del credito nordestino.

 

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veneto bancaper messina sicuro intervento del fondo atlante





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