Esteri

Pence da Bergoglio, Mattarella e Conte. Italia e Vaticano nella sfida Usa-Cina

Lorenzo Lamperti

E intanto Fraccaro incontra l'ambasciatore Eisenberg. Dal 5G alla web tax fino ai rapporti Vaticano-Cina: che cosa c'è sul tavolo

L'Italia è sempre più nel radar della sfida geopolitica tra Stati Uniti e Cina. Suo malgrado. Come scritto due giorni fa, il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence è in arrivo a Roma. Ora è stato reso noto più nel dettaglio il calendario degli incontri in agenda per il numero due di Donald Trump. Pence arriva in Italia nella mattina di venerdì 24 gennaio all'aeroporto di Ciampino, proveniente da Israele, dove ha preso parte alle celebrazioni per il 75esimo anniversario della liberazione di Auschwitz.

Dopo di che il vicepresidente statunitense andrà in Vaticano, dove sarà ricevuto per un'udienza con Papa Francesco, al quale parteciperà anche il segretario di Stato, Pietro Parolin. Dall'elezione di Trump in poi i rapporti tra Santa Sede e Washington non sono proprio idilliaci. Dopo la recente visita del segretario di Stato Usa Mike Pompeo, anche in questa occasione si cerca di riannodare un filo che è stato più volte sul punto di spezzarsi per le diverse visioni di mondo di Casa Bianca e Vaticano in materia economica, ambientale, sociale.

Presumibile, però, che un altro tema fondamentale dell'incontro sarà quello dei rapporti tra Vaticano e Cina. Dopo l'accordo sulla nomina dei vescovi del 2018 (da rinnovare il prossimo autunno), Bergoglio sembra sempre più vicino a Pechino. Durante il volo di ritorno a Roma dal Giappone (dove si è recato negli scorsi mesi in visita), Papa Francesco ha apertamente dichiarato che "ama" la Cina e che ha il desiderio di visitarla. Il tutto mentre in molti hanno sottolineato i silenzi di Bergoglio sui fatti di Hong Kong. Una visita a Pechino porterebbe all'istituzione di una relazione diplomatica ufficiale.

Un cambiamento di portata storica che allo stesso tempo preoccupa Taiwan, che al momento ha proprio nella Santa Sede l'alleato diplomatico più rilevante a livello globale. Negli scorsi giorni, non a caso, la neoeletta presidente Tsai Ing-wen ha scritto a Bergoglio per lamentare "le pressioni cinesi". Taipei teme che un eventuale cambio di campo del Vaticano possa scatenare un "effetto cascata" sugli altri alleati diplomatici a grande maggioranza cattolica dell'America Centrale e dei Caraibi, oltre al Paraguay. 

"Nel caso Pechino offrisse la possibilità di relazioni diplomatiche ufficiali e di una visita papale, in cambio di garanzie sull'autonomia della chiesa cattolica in Cina, credo che la Santa Sede accetterebbe", ha dichiarato in una recente intervista ad Affaritaliani Fabrizio Bozzato, ricercatore al Cemas Center de La Sapienza e alla Taiwan Strategy Research Association. "Idealmente, la Santa Sede riterrebbe di aver trovato una soluzione a una questione aperta da secoli (o da vari decenni se si guarda alla Repubblica Popolare Cinese) e potrebbe muoversi in nome di una evangelizzazione della Cina e il coronamento di un dialogo iniziato a suo tempo da Matteo Ricci. Bergoglio, un papa gesuita, coglierebbe l'eredità spirituale del grande gesuita Ricci risolvendo una volta per tutte la questione cinese e lasciando un'eredità storica", ha concluso Bozzato.

Pence vorrà provare a capire se e in che modo Washington può ancora incidere in materia parlando con Bergoglio e con Parolin, grande tessitore dell'avvicinamento della Santa Sede alla Repubblica Popolare. Dopo di che si recherà al Quirinale per incontrare Sergio Mattarella, che negli scorsi giorni si è scambiato delle lettere di congratulazioni con il presidente Xi Jinping per l'inaugurazione dell'anno della cultura e del turismo Cina-Italia 2020.

Il presidente della Repubblica si recherà in visita di Stato in Cina nei prossimi mesi. Da lui, come dal premier Giuseppe Conte che incontrerà al termine della sua giornata romana, Pence cercherà di avere delle rassicurazioni su diverse materie. In primis il 5G, con Washington che da tempo preme (per ora con scarso successo) sugli alleati per l'esclusione di Huawei dallo sviluppo della rete. Una partecipazione che a Washington vedono come fumo negli occhi, come già abbondamente ripetuto in svariate sedi sia da Pompeo, sia dallo stesso Trump che in un incontro con Conte allo scorso vertice Nato si era sbilanciato (salvo poi essere smentito dal presidente del Consiglio) in materia. Si potrebbe parlare anche di spazio. Dopo le pressioni statunitensi, infatti, l'Italia sembra aver interrotto la collaborazione per la stazione orbitale Tiangong 3. Tanto che a novembre l'Agenzia Spaziale Italiana ha firmato un accordo con la Nasa per il progetto di esplorazione lunare Artemis.

mattarella xi jinping ape 6Xi Jinping al Quirinale con Mattarella lo scorso marzo

D'altronde, dopo la firma del memorandum di adesione alla Belt and Road Initiative di Pechino dello scorso marzo, Washington ha messo l'Italia nel mirino. Il nostro paese reputa il rapporto commerciale con la Cina una necessità che non intacca il posizionamento geopolitico. La Casa Bianca non è d'accordo, e vuole evitare uno scivolamento (seppur inconsapevole) di Roma all'esterno della propria sfera di influenza. Così come Trump, che lo scorso agosto ha spedito il suo procuratore generale William Barr a incontrare i servizi segreti italiani, ritiene che proprio dal nostro paese possa ricavare elementi utili alla sua narrazione contro il cosiddetto "Deep State" e conquistarsi la riconferma alle elezioni di novembre. 

Mattarella e Conte proveranno a portare il discorso anche sulla Libia. All'Italia servirebbe un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti, per controllare e controbilanciare degli altri attori presenti sul campo, dalla Russia alla Turchia. Inevitabilmente si finirà per affrontare anche l'argomento della web tax, sulla quale Roma e Parigi sembrano allineate su posizioni che non piacciono oltreoceano.

Nel frattempo, alla vigilia dell'arrivo di Pence, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Riccardo Fraccaro, ha ricevuto a Palazzo Chigi l’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America a Roma, Lewis Michael Eisenberg. "Al centro del colloquio le relazioni bilaterali Italia-Usa e la condivisione dell’importanza di mantenere saldi i legami tra i due Paesi", si legge nel comunicato del governo.