Esteri

"Nessun avvertimento turco". Parla il pilota del caccia

Uno dei due piloti del Su-24 russo colpito ieri dagli F-16 turchi è stato messo in salvo e si trova a Hmeymim, base russa vicino Lattakia, in Siria. Lo ha annunciato il ministro russo della Difesa, Sergei Shoygu: "L'operazione di salvataggio è stata completata con successo - ha detto Shoygu durante un vertice al ministero - Il pilota è tornato alla nostra base. E' sano e salvo". Lo stesso pilota ha dichiarato di non aver ricevuto nessun avvertimento dalla Turchia prima dell'attacco al suo aereo, aggiungendo di essere certo che il caccia non aveva mai sconfinato nello spazio aereo turco.

Resta dunque alta la tensione tra Russia e Turchia dopo l'abbattimento del caccia russo al confine con la Siria, anche se i due paesi hanno intensificato gli sforzi diplomatici per riavviare il dialogo. Il premier russo Dmitri Medvedev ha parlato di "un'azione criminale della autorità turche", accusando il governo turco di sostenere l'Is. Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov ha detto che Mosca ha "seri dubbi che (l'abbattimento del jet russo, ndr) sia stato un atto colposo, sembra molto una provocazione premeditata". Lo stesso Lavrov ha sottolineando però che Mosca non ha intenzione di dichiarare guerra alla Turchia, augurandosi che l'abbattimento del jet russo non sia usato per promuovere l'idea della creazione in questa area di una no fly zone.

 Il capo del ministero della difesa, generale dell'esercito Sergei Shoigu, ha annunciato che nelle acque vicino alla base di Latakia si trova l'incrociatore Moskva, "pronto a distruggere qualsiasi bersaglio aereo, che rappresenti una potenziale minaccia per i nostri aerei". Il presidente Vladimir Putin, dal canto suo, ha reso noto che saranno dislocati nella base russa in Siria di Hamimim, sempre nella provincia di Latakia, sistemi missilistici di difesa aerea S-300. Lo stesso presidente sconsiglia ai russi di recarsi in Turchia: "Non possiamo escludere altri incidenti e i nostri connazionali possono ritrovarsi in situazione di pericolo".

L'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), ha reso noto che sono stati almeno 12 i raid compiuti da aerei russi nel nord della provincia siriana di Latakia, dove ieri è stato abbattuto il jet. Intensi combattimenti sono in corso tra forze governative appoggiate dalle milizie sciite libanesi Hezbollah e gruppi ribelli.

Parole di disgelo sono arrivate però da parte dall'amabasciatore russo a Parigi Alexandre Orlov, che ha annunciato la disponibilità di Mosca a creare uno "stato maggiore congiunto" anti-Is che comprenda anche la Turchia. "Siamo pronti a pianificare insieme i bombardamenti sulle posizioni del Daesh e a costituire per questo uno stato maggiore congiunto con la Francia, l'America, con tutti i Paesi che vogliono entrare in questa coalizione", ha dichiarato il diplomatico alla radio francese Europe 1. "I turchi, se vogliono, anche: sono i benvenuti". In questo quadro di tentativi di distensione si inserisce anche la notizia di un probabile incontro tra il ministro Lavrov e il collega turco Mevlut Cavusoglu, a margine della ministeriale dell'Osce, in programma il 3 e 4 dicembre a Belgrado.

Dal canto suo, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, ha assicurato che Ankara vuole evitare un'escalation nelle tensioni con Mosca spiegando che l'intervento dei caccia turchi era volto soltanto a difendere la sicurezza nazionale e "i diritti dei nostri fratelli" in Siria. "La Russia", ha aggiunto Erdogan, è nostra "amica e vicina".

In una lettera indirizzata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il governo turco ha cercato di chiarire la dinamica dei fatti che ha portato ieri all'abbattimento di un jet russo sul confine con la Siria. Nella lettera, siglata dall'ambasciatore turco all'Onu, Halit Cevik, si spiega che due jet hanno violato lo spazio aereo turco continuativamente per 17 secondi, dopo ripetute violazioni nei minuti precedenti, volando a oltre un miglio dal confine. In seguito ai ripetuti avvertimenti, secondo la lettera, uno dei due jet è rientrato in Siria, mentre l'altro è stato colpito dagli F-16 inviati da Ankara. Secondo il ministro degli Esteri turco, i controllori di volo non conoscevano la nazionalità del Sukhoi-24 russo.

Sempre sul fronte anti-terrorismo, stasera è in programma un incontro tra Angela Merkel e Francois Hollande. "Discuteremo del tema che ci sta più a cuore", ha detto la Merkel intervendo al Bundestag, "se sarà necessario un nostro impegno aggiuntivo nella guerra al terrorismo, non ci tireremo indietro". "La risposta più forte al terrorismo resta quella di vivere la nostra vita e i nostri valori: consapevoli e liberi, umani e impegnati", ha aggiunto. "Siamo solidali al fianco della Francia", ha proseguito Angela Merkel,che si è riferita in particolare all'ipotizzato rafforzamento delle missioni dell'esercito tedesco in Mali e nell'addestramento delle milizie curde Peshmerga in Iraq.

A questo proposito, il governo tedesco ha intanto annunciato l'intenzione di mandare in Mali fino a 650 soldati per 'alleggerire' la Francia nella sua missione di stabilizzazione del Paese africano e consentire a Parigi di concentrarsi nella lotta contro l'Is in Siria. Parlando della crisi siriana, Merkel ha ricordato che "solo una soluzione diplomatica" può condurre a una soluzione.

L'avviso è stato mandato: ecco il file audio reso noto dagli Usa - "È l’aviazione turca che parla. State avvicinandovi al territorio turco. Cambiate immediatamente la vostra rotta e virate verso sud". Questo l’avviso dei turchi al jet russo che poco dopo è stato colpito e abbattuto cadendo sul territorio della Siria. L’audio è stato registrato e reso pubblico dal blog specializzato "The Aviationist" e, in seguito, confermato anche dal portavoce militare americano con base a Baghdad colonnello Steve Warren. Nella registrazione, però, si sente un solo avviso mentre i turchi hanno affermato di aver intimato per ben dieci volte in cinque minuti all’aereo di allontanarsi, prima di aprire il fuoco.

Putin: stop ai voli civili in Turchia - Chiudere il traffico aereo con la Turchia, dopo aver cancellato i voli con l'Egitto, potrebbe costare alla Russia il mercato turistico più importante e far cambiare abitudine ai suoi cittadini che guardano ora al sud-est asiatico e a Israele. Sono 3 milioni e 300 mila i turisti russi che ogni anno volano in Turchia, per un giro d'affari tra 1,3 e 1,5 miliardi di euro: l'abbattimento del jet russo ai confini della Siria da parte dell'esercito turco potrebbe avere quindi conseguenze non solo politiche, ma anche di natura economica. E il prezzo da pagare si andrebbe a sommare alla sospensione dei voli da e per l'Egitto - altro grosso mercato da 3,1 milioni di turisti annui - decisa in seguito all'attentato terroristico del 31 ottobre sul volo russo precipitato in Sinai. I tour operator russi hanno risposto immediatamente alla raccomandazione del ministro degli Esteri Serghei Lavrov di evitare viaggi in Turchia, sospendendo la vendita dei pacchetti turistici in quel Paese e nel prossimo futuro potrebbero doverne risarcire 40mila (mentre sono 150mila quelli da risarcire per l'Egitto per il solo periodo natalizio). Un eventuale divieto dei voli con la Turchia - consigliato dal vice presidente della Duma, Nikolai Levicev - comporterebbe comunque una perdite sia per le compagnie aeree russe (come Aeroflot, che fa 28 voli a settimana a Istanbul e sette ad Antalya) ma anche per quelle turche: tra tutte la Turkish Airlines, la più grande compagnia straniera che opera in Russia e che negli ultimi mesi aveva aumentato del 16% il flusso di passeggeri sulla tratta. A cambiare saranno sicuramente le vacanze dei russi, che non possono più viaggiare in Egitto (il 30% dei pacchetti sono stati 'dirottati' sulla Turchia) e che ora potrebbero perdere un'altra meta prediletta nel Mediterraneo, anch'essa facilmente raggiungibile senza visto. "Tutte le destinazioni orientali, come il Vietnam, la Thailandia, l'Indonesia, riceveranno i nostri clienti; aumenteranno anche i viaggi in Israele e negli Emirati Arabi - ha spiegato il vicepresidente dell'associazione dei tour operator russi, Dimitri Goriev - ma il costo del volo per queste due mete sarà come minimo due volte più alto rispetto a Turchia ed Egitto".