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Esteri
Nomine Ue, l'Italia col cerino in mano. Meloni si astiene sul bis a Ursula
Ue, Giorgia Meloni

Nomine Ue, l'Italia alza la voce: la partita per la vicepresidenza di peso non è chiusa. Gli scenari

Il Consiglio europeo a Bruxelles ha portato alla fumata bianca, ma c'è una grande sconfitta: l'Italia. Passano le candidature di Ursula von der Leyen per il bis in Commissione e anche quelle del portoghese Costa per la presidenza del Consiglio Ue e quella dell'estone Kallas per gli Affari Esteri. La premier italiana spiega le scelte fatte dal nostro Paese. "La proposta formulata da popolari, socialisti e liberali per i nuovi vertici europei "è sbagliata nel metodo e nel merito". "Ho quindi deciso di non sostenerla (si è astenuta ndr) per rispetto dei cittadini e delle indicazioni che da quei cittadini sono arrivate con le elezioni", ha precisato. "Penso che l'Italia debba far valere il suo ruolo, il suo peso e debba far valere il rispetto dei suoi cittadini, dei suoi interessi", ha proseguito in un punto stampa. Rispondendo a una domanda sulla decisione di votare contro Costa e Kallas, Meloni ha risposto: "Se fosse come si dice, cioè che se non sei d'accordo con alcune decisioni qualcuno te la fa pagare, sarebbe vergognoso. Escludo che sia così". Quindi "continuiamo a lavorare per dare finalmente all’Italia il peso che le compete in Europa".

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"Io - prosegue Meloni - penso che si sia decisamente meno isolati quando si ha la capacità di esercitare una leadership. Credo che questo sia il ruolo dell'Italia, e non quello di accordarsi", ha aggiunto. Ma la partita per l'Italia sulle nomine non è ancora chiusa. Ci sono ancora in ballo una vicepresidenza di peso della Commissione e un commissario. Il ministro degli Affari Regionali Raffaele Fitto potrebbe ricevere una delega all’attuazione del Pnrr. Altrimenti Guido Crosetto potrebbe ricevere quelle per la Difesa. Per il posto di commissario, il nome su cui punta Italia è Elisabetta Belloni. Ma c’è la Francia di Emmanuel Macron che vuole le stesse deleghe per la vicepresidenza. L'astensione di Meloni su von der Leyen però potrebbe far cambiare gli attuali equilibri.






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