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Esteri
Russia, trame di potere al Cremlino: Prigozhin esce dall'ombra. Putin rischia?

Tra operazioni ucraine e trame di potere: le voci che possono indebolire Putin

Qualcosa si muove in Russia. Le voci continuano a rincorrersi su possibili sviluppi. Da una parte l'indiscrezione che arriva nientemeno dall'America sull'azione ucraina in merito all'uccisione della figlia dell'ideologo di Vladimir Putin, Dugin. Attenzione a interpretarlo come uno sviluppo positivo per un Putin alla ricerca di scuse per aumentare l'intensità e il grado delle azioni militari contro Kiev. Semmai appare un segnale di debolezza che qualcuno potrebbe cogliere in Russia, considerando che dunque il Cremlino non è in grado di garantire che l'Ucraina non colpisca su suolo russo.

E poi, soprattutto, ci sono manovre che coinvolgono il ministero della Difesa. Nel mirino è finito Sergej Shougu, fedelissimo di Putin. Ma potrebbe essere solo l'inizio della partita. Andrey Kartapolov, capo del Comitato della Duma di Stato per la Difesa, ha criticato il Ministero della Difesa della Federazione Russa per non aver riportato tutta la verità sull'azione militare in Ucraina, come riporta il media indipendente russo in lingua inglese Meduza.

"Devono smettere di mentire. Ne abbiamo parlato più di una volta. Ma in qualche modo non arriva ai singoli leader. Stavo leggendo i rapporti dell'Ufficio informazioni sovietico del 1941, quando i tedeschi sfondarono a Mosca. Dicevano apertamente che ci stavamo ritirando. Ma in ogni rapporto si diceva che la brigata tal dei tali aveva ottenuto qualcosa, che i nostri piloti ne avevano distrutti tanti, che le nostre perdite erano state tante. E la gente capiva il pericolo, capiva che il nemico era sul nostro territorio. Anche ora il nemico è sul nostro territorio", ha detto Kartapolov in onda nel programma televisivo Solovyov Live.

Secondo Kartapolov, tutte le città di confine della regione russa di Belgorod sono praticamente distrutte, e i russi lo vengono a sapere "da chiunque faccia comodo", compresi i governatori locali e i blogger di guerra pro-Cremlino, ma non dai rapporti del Ministero della Difesa. "Il popolo lo sa. Il nostro popolo non è stupido. Vede che le autorità non vogliono dirgli nemmeno una parte della verità. Questo può portare a una perdita di credibilità", ha aggiunto.

Prigozhin, l'uomo del gruppo Wagner, esce dall'ombra

Segnale che la sfida è aperta. Sullo sfondo si staglia la figura di Evgenij Prigozhin. Dopo anni di veementi smentite, la scorsa settimana Prigozhin, uno stretto alleato di Putin, ha ammesso di aver fondato il Gruppo Wagner, un'organizzazione di mercenari russi che è stata dispiegata in tutto il mondo, anche in Ucraina. L'ammissione è una brusca svolta per Prigozhin, che ha citato in giudizio i giornalisti per averlo collegato al gruppo, accusato di aver commesso gravi violazioni dei diritti umani in Africa, Siria e Ucraina.

L'impegno dell'uomo d'affari per dare lustro alle sue credenziali di comandante arriva nel momento in cui Putin è sottoposto a crescenti pressioni, con le forze armate russe afflitte da un morale basso e da un alto numero di vittime, che spingono a speculare sulle future ambizioni di Prigozhin stesso. La decisione di Prigozhin di uscire dall'ombra ha scatenato speculazioni sul fatto che potrebbe cercare di posizionarsi per un ruolo più formale nella vita pubblica, come evidenzia Foreign Policy, sfruttando il caos e l'incertezza portati dalla guerra.

Nel fine settimana, mentre le forze ucraine riconquistavano l'hub strategico di Lyman nella regione di Donetsk, Prigozhin ha compiuto l'insolito passo di schierarsi con il leader ceceno Ramzan Kadyrov criticando l'esecuzione della guerra da parte dell'esercito russo, in osservazioni che sono state poi amplificate dalla TV di Stato russa. Potrebbe mirare per esempio al ministero della Difesa, da concedere magari al suo alleato Aleksej Dumin, ma c'è anche chi sostiene che stia iniziando a usare l'esercito e i coscritti come fece a suo tempo Lenin contro gli zar. Ergo, potrebbe aspirare ancora più in alto in un'ipotetica Russia senza Putin.
 

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