Food
Il Piennolo? E' coltivato solo sul Vesuvio. E dichiara guerra alle frodi
"Tomato Trace 4.0" individuerà la struttura molecolare del tipico pomodoro vesuviano e la sua tracciabilità a difesa dei consumatori e dei produttori onesti.
Il Pomodoro del piennolo del Vesuvio dichiara guerra al prodotto coltivato al di fuori dell’area vesuviana ma spacciato come tale. Lo fa con il progetto “Tomato Trace 4.0”, un progetto promosso dall’Università Federico II di Napoli, nato sulla spinta dei produttori dei diciassette comuni dell’area vesuviana stanchi di vedere spacciato come pomodoro del piennolo quello coltivato altrove. Per la sua importanza strategica, il progetto è risultato terzo su settantasei ammessi al finanziamento della Regione Campania. Attraverso la risonanza magnetica nucleare sarà possibile determinare con precisione la struttura molecolare e, quindi, la tracciabilità e la qualità morfologica; una tecnica che, afferma Pasquale Imperato (nella foto), imprenditore che conduce l’azienda agricola Sapori Vesuviani , “è capace di smascherare i disonesti che spacciano per “piennolo” il pomodoro coltivato in altre zone, diventando così un prezioso alleato sia contro le frodi alimentari, sia nella difesa delle specificità alimentari del territorio”. Tomato Trace controllerà dunque non solo i terreni ma soprattutto il prodotto finale che trova la sua sede naturale nel Parco nazionale del Vesuvio, un territorio ad alta vocazione agricola. “E’ un territorio che offre una gamma di tipicità tra le più ampie in Italia per la sua combinazione di condizioni pedoclimatiche ideali: la natura dei suoli e terreno asciutto, collinare ma di natura vulcanica e quindi ricco di elementi minerali naturali, tra cui calcio, fosforo, zolfo e potassio. A completare questo miracolo della natura -aggiunge Imperato- concorrono poi il clima mite e soleggiato, beneficamente influenzato dalla brezza del mare”.
Il Pomodorino del piennolo è tra i prodotti più tipici ed antichi della Campania, tanto da essere perfino rappresentato nella scena del tradizionale presepe napoletano. Dal 2009 si fregia della certificazione di qualità Dop.