La sostenibilità ed il Global Reporting Initiative (GRI)
Prosegue il ciclo di interventi di Andrea Gasperini, responsabile del gruppo di lavoro “Mission Intangibles®” dell’Associazione Italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari (AIAF).
La storia della creazione del valore da parte di una organizzazione difficilmente può essere narrata attraverso il solo tradizionale bilancio annuale, se questo è disgiunto da un Report di Sostenibilità, ed in assenza di una integrazione e concisa comunicazione delle prospettive future, degli impatti esterni non solo economici, ma anche ambientali e sociali, e dei rischi impliciti nella catena del valore. Ogni manager deve essere quindi in grado di comprendere l’integrazione tra i risultati finanziari e gli impatti della sostenibilità in quanto da tale visione sempre più dipende il successo non solo di breve, ma anche di medio e lungo termine di ogni organizzazione.
Chiediamo ad Andrea Gasperini (AIAF) come dovrebbero comportarsi le aziende.
“Per comprendere questa integrazione ogni organizzazione deve essere in grado di individuare le principali tematiche materiali della sostenibilità, che devono essere costantemente monitorate e gestite al fine di assicurare la propria sopravvivenza e continua crescita.
Valutare separatamente gli aspetti finanziari da quelli della sostenibilità non consente di comprendere l’integrazione che vi è tra i risultati economici e gli impatti della sostenibilità in generale e non consente ai manager e agli stakeholder di acquisire un’adeguata visione dei processi di business e la storia di creazione del valore dell’organizzazione”.
Borsa Italiana ha preso qualche posizione in materia?
“Sul tema della sostenibilità è intervenuto anche, in data 9 luglio 2015, il Comitato per la Corporate Governance di Borsa Italiana, il quale nelle modifiche del Codice di autodisciplina raccomanda alle società quotate dell’indice FTSE-Mib l’opportunità di costituire all’interno del Consiglio di Amministrazione un apposito comitato dedicato alla supervisione delle varie tematiche della sostenibilità connesse all’esercizio dell’attività dell’impresa e alle sue dinamiche di relazione con tutti gli stakeholder”.
Che cos’è il Global Reporting Initiative?
“Tra le varie iniziative che si pongono l’obiettivo di definire le linee-guida di uno strumento di reporting che include anche i temi della sostenibilità quella ritenuta di maggior rilievo, anche dal punto di vista internazionale, è stata promossa dal processo multi-stakeholder del Global Reporting Initiative (GRI).
Il GRI è una iniziativa congiunta creata nel 1997 dall’accordo tra l’organizzazione governativa statunitense Coalizione per le Economie Ambientalmente Responsabili (Coalition for Environmentally Responsible Economies - CERES) in partnership con il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (United Nations Environment Programme - UNEP)”.
Ma quale obiettivo ha?
“Obiettivo delle linee guida GRI è quello di bilanciare in modo equo le legittime aspettative di una migliore qualità, rigore ed utilità dei report di sostenibilità da parte di tutti coloro che hanno un rilevante interesse convergente nella conduzione dell’impresa sia per aver effettuato specifici investimenti, non solo di natura monetaria, sia in quanto consumatori dei prodotti ed utilizzatori dei servizi offerti dall’impresa, il che li rende esposti nel lungo termine agli effetti positivi e negativi che derivano dalle attività di impresa.
Nell’anno 2010 il GRI ha avviato il progetto G4 - Lo sviluppo della quarta generazione delle linee guida – e uno degli obiettivi è stato quello di realizzare una guida per collegare il processo di rendicontazione della sostenibilità con la struttura ed i contenuti di un Bilancio Integrato in linea con gli orientamenti definiti da parte dell’International Integrated Reporting Council (the IIRC) di cui il GRI è uno dei co-fondatori.
Attualmente è in corso il passaggio dalle linee guida G4 al “GRI Sustainability Reporting Standard” e questo è l’ultimo passo nell’evoluzione delle linee guida, volte a migliorare la credibilità e l’adozione degli standard in tutto il mondo”.
Paolo Brambilla