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Roma, 20 dic. (Labitalia) - Italmopa, Associazione Industriali Mugnai d’Italia, l’Associazione di categoria aderente a Federalimentare e a Confindustria, nel prendere atto dell’accordo raggiunto tra i ministri Martina e Calenda circa l’etichettatura di origine obbligatoria per la pasta alimentare, auspica che le principali criticità che costituiscono un ostacolo alla necessaria valorizzazione della filiera nazionale frumento duro-semola-pasta siano ora affrontate con decisione da parte dell'amministrazione, con il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera.“Il Decreto sull’etichettatura -precisa Ivano Vacondio, presidente Italmopa- costituisce una risposta alle richieste di trasparenza sull’origine della materia prima provenienti dai consumatori”.“E’ tuttavia opportuno ricordare -avverte- che l'origine del grano non è in alcun modo sinonimo di qualità. L'eccellenza dell'industria molitoria italiana è riconducibile alla capacità dei nostri mugnai di individuare, selezionare, miscelare e trasformare le migliori varietà di frumento, quali che siano le loro origini, per la produzione di semole di frumento duro di altissima qualità. Semole che costituiscono uno degli ingredienti essenziali per il successo della pasta italiana nel mondo". "Il decreto sull'etichettatura -precisa poi Vacondio- lascia inoltre inalterate le problematiche, costantemente segnalate da Italmopa, relative al deficit quantitativo della produzione nazionale e al necessario miglioramento delle sue caratteristiche qualitative, alla frammentazione dell’offerta, all’assoluta inadeguatezza dello stoccaggio e al corretto e continuo approvvigionamento in frumento duro dell’industria semoliera"."Dispiace che questi aspetti -sottolinea- determinanti per il rilancio della competitività della filiera e il cui esame avrebbe, auspicabilmente, dovuto anticipare o accompagnare il decreto sull’etichettatura, siano stati colpevolmente ignorati. In questo contesto, riteniamo che la normativa in via di adozione possa produrre solo effetti del tutto marginali sulla competitività e sulla valorizzazione della filiera e di tutti gli attori che la compongono".“L’industria semoliera italiana -prosegue Cosimo de Sortis, presidente della sezione Molini a frumento duro Italmopa- detiene un’assoluta leadership a livello mondiale con 6 milioni di tonnellate di frumento duro trasformato, e costituisce uno dei fiori all’occhiello dell’industria agroalimentare nazionale". "La nuova normativa in materia di etichettatura d’origine -continua- introdurrà di fatto, per l’industria molitoria, un elemento di maggiore complessità nello stoccaggio sia della materia prima frumento duro, sia del prodotto trasformato semola, sinora rispondente a soli parametri di natura qualitativa, che inevitabilmente imporrà l'ampliamento dei siti di stoccaggio, il che non potrà avvenire in tempi brevi e determinerà costi che non potranno certamente essere presi in carico dalla sola Industria molitoria". "Aspetti incredibilmente sottovalutati -rimarca de Sortis- dalle nostre competenti amministrazioni. Inoltre, la materia relativa all'etichettatura non può in alcun modo essere affrontata scindendola da alcune questioni sostanziali quali la stabilizzazione dell'offerta e la continuità dell'approvvigionamento della materia prima, entrambi fattori indispensabili per la corretta programmazione industriale". "Il mancato contestuale intervento -fa notare- sui meccanismi che regolano l'offerta di grano duro nazionale, peraltro deficitaria rispetto alle esigenze dell'industria, rischia paradossalmente di accentuare il problema della ritenzione da parte dei detentori della materia prima frumento, già verificatosi in diverse circostanze in passato, e la conseguente volatilità dei prezzi della materia prima. Le conseguenze di tale situazione sarebbero drammatiche per l'industria della trasformazione e la stessa amministrazione sarebbe inevitabilmente chiamata a rispondere del mancato intervento sulle criticità più volte segnalate dalla nostra associazione".





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