Libri & Editori
Gasoline, di Gregory Corso, Minimum Fax 2015
di Alessandra Peluso
Per capire di poesia è necessario conoscere Gregory Corso. Appare eccessiva come affermazione, quasi provocatoria; ma, la valenza di tale poeta è immensa e merita attenzione.
“Gasoline”, poesie pubblicate per la prima volta nel 1958, è una pagina fondamentale dell’intera Beat Generation. Il testo è oggi riproposto da Minimum fax, con la preziosa prefazione di Fernanda Pivano e l’introduzione di Allen Ginsberg.
Straordinario il modo di reagire all’esistenza drammatica, a dir poco, di Corso con un senso dello humour geniale che lo stesso diceva di aver acquisito come strumento di sopravvivenza, dopo essere stato abbandonato dai genitori, rinchiuso in riformatori e aver vissuto le rigidissime condizioni delle carceri americane.
Quando uscì dalla prigione di Clinton, negli anni cinquanta, Gregory - racconta Fernanda Pivano - incontrò il poeta Allen Ginsberg in un bar del Greenwich Village: «Attraverso di lui imparai le prime cose sulla poesia contemporanea e come destreggiarmi in una società non istituzionale, perché ero un essere istituzionale. Al di là delle grandi conversazioni eccitate, nuove, gioiose sulla poesia, fu la prima persona gentile e amica cara» (p. 9). Queste le considerazioni che Gregory Corso aveva su Allen Ginsberg. Un’amicizia solida e importante nella vita di Corso.
Ma non solo, non si può non sottolineare che il libro “Gasoline” è dedicato agli angeli del carcere di Clinton. Qui, lo stesso Corso, appena diciassettenne, riceveva da tutte le celle vicine la sua, libri d’illuminazione.
Ecco allora quanto conta l’incontro con un libro nella formazione di una persona ed è dimostrato chiaramente, leggendo “Gasoline”. È determinante la vita stessa, emblema è la prigionia nei lager dove per sopravvivere si leggeva, e ci si serviva della forza del riso come testimonia l’esemplare figura di Victor Frankl.
Leggendo le poesie del grande poeta americano Gregory Corso si percepisce il sangue versato in ogni parola, si ascolta l’urlo di dolore che naviga nelle acque oceaniche dell’esistenza; ma, anche, l’ironia e il riso, sorprendono e nel contempo, inquieta l’incredibile opposizione di vita vissuta dal poeta e stupisce la magnanimità di un animo solare. E si legge: «Sole dinosauro d’elettrico moto estinto e fossilizzato, farfuglia, farfuglia! / Sole stagione del figlio del mare, catturi pescesole reali, sulla verde sponda abbronzarsi alla follia. Sole eros infernale iperreale conglomerato d’ira miasmatica!» (p. 91).
Il fuoco della poesia arde e divampa costantemente e questo lo si scorge in “Gasoline”: benzina è appunto la poesia, combustile necessario alla vita. E negli anni trenta in America oltre a Corso, incontriamo anche Ginsberg e Kerouac. Poeti che Fernanda Pivano raccomanda di leggere alle nuove generazioni, in quanto si tratta di libri che sostengono la non corruzione, la non paura, la non violenza, insomma, la libertà.
È chiaro: si ha bisogno di poeti, scrittori, intellettuali di tal genere che sveglino le coscienze, infondano positività e benessere persino in situazioni tragiche.
Pertanto, le parole del poeta Gregory appaiono pregnanti ieri come oggi: «L’odio è un gesto di violenza. E dalla violenza non può nascere, per sempre, altro che nuova violenza» (p. 21).