MediaTech
Ascolti Tv: derive politically correct, un attore nero interpreta Machiavelli
Nella serie BBC per bambini su Leonardo da Vinci, Niccolò Machiavelli diventa di colore. Ma al cinema e in Tv casi simili sono sempre più frequenti
Se qualcuno volesse convincervi che Niccolò Machiavelli (1469-1527) era di colore, senz'altro gli ridereste in faccia pensando a un colpo di calore o a un troppo spiccato penchant per il vino. Ma se ve lo dicesse un cittadino britannico, potrebbe non avere tutti i torti - almeno dal suo punto di vista.
Già, perché le derive politically correct della produzione televisiva e cinematografica anglo-americana sono ormai all'ordine del giorno, e in questo caso lo scempio storico è stato perpetrato in una serie per bambini in onda sulla CBBC, il canale della BBC dedicato ai piccoli telespettatori. Nella serie Leonardo, andata in onda nel 2011-2012 e ambientata nella Firenze rinascimentale, Niccolò Machiavelli era infatti interpretato da un attore nero di nome Akemnji Ndifernyan (talvolta scritto Ndifornyen).
Il Machiavelli in black è però in ottima compagnia. Basti pensare al Lancillotto e al Merlino di colore del serial Disney Once Upon a Time; alla Margherita d'Angiò e al Robert di Beaumont neri nella serie britannica The Hollow Crown; all'Achille di origine ghanese della serie Troy: Fall of a City, ambientata durante la guerra di Troia e nella quale anche Athena, Zeus, Patroclo, Nestore ed Enea sono interpretati da attori neri; alla Valchiria nera di Thor: Ragnarok, all'un tempo bianchissimo Nick Fury sempre della Marvel interpretato ora da Samuel L. Jackson; alla Torcia Umana notoriamente biondissima e occhiocerulea che, nell'ultimo film dedicato ai Fantastici Quattro, è diventata magicamente di colore; al prossimo Arsenio Lupin del quale vestirà i panni l'attore di origini senegalesi e mauritane Omar Sy; alla compagna di Re Artù, Ginevra, nera nella serie Tv Merlin e così via.
David Gyasi, interprete di Achille nella serie Troy: Fall of a City
Il blackwashing, ovvero la pratica dilagante che vuole la trasformazione da bianchi a neri di noti personaggi della letteratura, della Tv o del cinema, e nei casi peggiori di personaggi storici come nel caso di Niccolò Machiavelli, si accompagna a quella che ne altera la sessualità, com'è avvenuto massicciamente nel mondo dei fumetti con una pletora di supereroi e supereroine da sempre eterosessuali scopertisi dalla sera alla mattina gay, transessuali o bisex. Ma se, per caratteri fittizi come la Sirenetta, il cambio di colore della pelle si può anche accettare, la cosa risulta indigesta quando invece si tratta di personaggi realmente esistiti e la cui etnia è storicamente documentata.
A parte ogni altra considerazione, come può giovare a qualsivoglia causa tramutare Niccolò Machiavelli in un nero stravolgendo completamente ogni scrupolo storiografico e per giunta in una serie didattica per bambini che pretende di voler insegnare proprio la Storia? Secondo lo stesso principio, attendiamo fiduciosi una serie televisiva in cui Martin Luther King sia interpretato da uno svedese biondo con gli occhi azzurri, o Rosa Parks da una stangona nordica uscita dalle passerelle di Victoria's Secret. E perché non una Josephine Baker interpretata da una platinata e lunare Lady Gaga o Cassius Clay da un "mechato" Brad Pitt?
Ma, cosa più importante, le persone di colore non si sentono gravemente prese in giro da scelte azzardate come queste che sembrano voler dare un discutibile contentino come maldestro tentativo di lavarsi la coscienza, nascondendo sotto lo sbrindellato tappetino del blackwashing la secolare polvere di discriminazioni ben più gravi?