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Ferpi lancia #ComunicoBene: perché saper comunicare non dipende da un Ordine

Ferpi risponde con #ComunicoBene all'Ordine dei Giornalisti, secondo il quale anche negli uffici stampa privati dovrebbero lavorare solo iscritti all'Ordine

Ferpi lancia #ComunicoBene, campagna di valorizzazione della professione attraverso una piattaforma di discussione aperta

 

Dopo la decisione del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti di segnalare un presunto vuoto normativo per il comparto degli uffici stampa privati, Ferpi, Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, lancia una campagna di valorizzazione della professione attraverso una piattaforma di discussione aperta e una serie di iniziative di approfondimento. Il primo appuntamento a maggio a Venezia. Il Presidente, Pier Donato Vercellone, illustra il percorso stabilito dal Consiglio Direttivo Nazionale della Federazione: «La decisione del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti di segnalare un presunto vuoto normativo per il comparto degli uffici stampa privati ha indubbiamente suscitato disappunto tra i professionisti e le associazioni del mercato della Comunicazione, considerando alcuni passaggi della dichiarazione anacronistici e dettati verosimilmente da una tensione interna, di carattere corporativistico, più che orientata al benessere della comunicazione e dei suoi fruitori. Personalmente anche io ho immediatamente reagito pensando “ma come si permettono…”, con quel senso di orgoglio professionale di chi, come altri moltissimi validi colleghi, interpreta il proprio mestiere con qualificata dedizione, passione e competenza, sebbene abbia scelto, consapevolmente, di non volere intraprendere anche la pratica giornalistica. Ma non intendiamo assolutamente alimentare sterili polemiche e inutili contrapposizioni. Insieme agli altri componenti del Consiglio Nazionale Ferpi, ritenendo che le istanze dell’Ordine dei Giornalisti siano sostanzialmente immotivate, vogliamo piuttosto ribadire e riaffermare il ruolo centrale del professionista della comunicazione d’impresa e istituzionale, delle relazioni pubbliche e dell’ufficio stampa, che attraverso Ferpi, deve mantenere l’iniziativa di motore trainante, guida e attivatore di una rinnovata consapevolezza. Un ruolo che, per essere ancor più credibile e autorevole, deve ricordare e comprendere alcuni dogmi chiave della nostra professione, in costante evoluzione: Non è corretto parlare di vuoto normativo. La normativa del nostro Paese ha da tempo adottato un sistema duale in cui alla configurazione delle attività professionali basata su ordini e albi esclusivi ex lege, ha affiancato una struttura più moderna imperniata sul sistema delle associazioni riconosciute.

 

 

Ferpi lancia #ComunicoBene: il ruolo della legge 4/2013

 

 

Anche per il settore della comunicazione, una recente Legge, la n. 4/2013 in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi, ha riconosciuto di essere legittimamente rappresentata da associazioni come la Ferpi, espressione dei comunicatori professionisti, con l’obiettivo di valorizzare le competenze degli iscritti, di garantire il rispetto delle regole deontologiche, di agevolare la scelta e la tutela degli utenti nel rispetto delle regole della concorrenza. Un’appartenenza che affida quindi al mercato, alla reputazione, alla correttezza e al costante rispetto dei propri principi statutari, il senso della propria rappresentatività, senza imporre la propria esclusiva ad alcuno. Comunicatori e giornalisti: lo sappiamo tutti e lo ribadiamo da anni, sono figure distinte, ma parti di uno stesso paradigma destrutturato. Ancorché il Trust Barometer 2017 di Edelman dimostri che le informazioni prodotte dalle aziende vengano ritenute anche più affidabili di quelle diffuse dai media, in realtà è il complesso mondo dell’informazione e della comunicazione a essere mutato profondamente, registrando nuovi interlocutori, nuovi protagonisti, nuove esigenze e bisogni da soddisfare. Protagonista diviene la qualità del contenuto che viene prodotto e diffuso: qualità che significa rispetto per verità, verifica, etica e attenzione al proprio pubblico. Certamente non può essere l’appartenenza a qualsivoglia ordine professionale a fare realmente la differenza o piuttosto a definire gli standard di qualità e competenza: il giornalismo rimane qualcosa di profondamente diverso dalla comunicazione aziendale, nonostante sovente ambedue utilizzino gli stessi strumenti tecnici e canali, in un ambito che progressivamente sta attivando meccanismi di disintermediazione comunicativa.

 

 

Ferpi lancia #ComunicoBene: i corsi di qualificazione Ferpi

 

 


Formazione professionale e accountability. Ferpi per obbligo statutario e nel rispetto dei requisiti governativi che regolano le professioni non ordinistiche eroga e obbliga i suoi Soci a corsi di qualificazione e perfezionamento professionale. E non solo: le nostre due qualificate Commissioni statutarie (CASP e CAV) si dedicano rispettivamente alla formazione e all’aggiornamento, dialogando e monitorando il mercato per un corretto e costante iter formativo, mentre grande determinazione viene riservata alla valutazione e verifica dello status degli iscritti. Sarebbe poi ingenuo non riconoscere che dobbiamo continuare a sostenere e affiancare i diversi percorsi universitari, le alte scuole di formazione, gli istituti specializzati che da molti anni ormai individuano potenziali nuovi professionisti nell’area della comunicazione e delle relazioni pubbliche, accompagnandoli nel proprio percorso di studio e crescita. Manifestiamo la nostra competenza professionale. Ferpi è l’Associazione dei professionisti capace di rimanere un riferimento degli addetti ai lavori da oltre 45 anni, portatrice dei valori più rigorosi della comunicazione. Comunicare bene è indispensabile e valoriale per il nostro Paese, per le imprese e le Istituzioni, per la società civile, ma anche per il mondo dei media, che sono spesso i nostri interlocutori di riferimento. I valori deontologici e la correttezza delle pratiche sono, peraltro, elementi imprescindibili e osservati rigorosamente da tutti gli Associati a Ferpi: un presidio costante a beneficio dei nostri stakeholder e a garanzia dei futuri professionisti. Se però non vogliamo permettere che altri possano rivendicare e ambire a posizioni affini, dobbiamo manifestare la nostra appartenenza, riaffermare le nostre proprietà e capacità, in tutte le sedi. Proprio per questo, abbiamo già avviato una serie di contatti a livello istituzionale per consolidare la peculiarità del nostro status associativo.

 

 

Ferpi lancia #ComunicoBene: la proposta di un confronto aperto

 

 

Proprio per questo, vogliamo ricostituire un tavolo di confronto con tutti gli operatori di settore, le Associazioni di categorie, l’Ordine dei Giornalisti, i professionisti, soci o non soci Ferpi, e tutte le altre entità che hanno a cuore il benessere comunicativo, dandoci già appuntamento a Venezia a fine maggio, per poi successivamente approfondire le tematiche e condividere i risultati di questa open governance in autunno a Milano. Proprio per questo, stiamo ampliando ulteriormente la nostra offerta formativa e dedicheremo risorse e capacità per coinvolgere nuovi giovani colleghi, per alimentare e fertilizzare la nostra materialità professionale. Proprio per questo, diamo spazio qualificato e accogliamo i contributi e i contenuti propri del settore attraverso i nostri owned media, ma anche estendendoli su testate selezionate. Proprio per questo, lanciamo una piattaforma di discussione aperta, costruttiva e coordinata, alla quale tutti possono partecipare, fin da oggi, per lavorare assieme, dare voce alla specializzazione, individuare percorsi valoriali per dimostrare che comunicare bene si può e si deve, almeno per quanto ci riguarda. Tutte azioni già messe in campo, per dimostrare che non attendiamo ordini, ma siamo in grado di orientare la buona comunicazione, spirito originario e componente del nostro DNA. Vi aspetto, con passione e orgoglio, @comunicobene. Grazie proprio a tutti!».