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MediaTech
Floris, Formigli e... Amadeus-Nove: ascolti tv, Urbano Cairo al bivio su La7
Urbano Cairo (foto Ipa)

Floris, Formigli e... Amadeus a Warner Bros: Urbano Cairo al bivio su La7

La7 funziona, ma... Il mondo della tv è in continuo movimento e con esso le strategie dei grandi gruppi e i gusti dei telespettatori (questi ultimi sono più mutevoli del ciel di marzo a Milano). Tra presente e futuro. Gli ultimi numeri della rete di Urbano Cairo su marzo 2024 raccontano di una rete in salute che tocca il quarto posto assoluto in prime time (20.30/22.30) davanti a Rai3, Rete4 e Rai2 (salendo 7 volte sul podio dietro alle corazzate Rai1-Canale 5).

La formula su per giù è la stessa da anni: talk show politici e programmi legati all'attualità dall'ora di cena sino al momento della buonanotte. Costi relativi e risultati soddisfacenti sul terreno dell'Auditel (e della raccolta pubblicitaria).

Però, come diceva Eraclito 'Pantha Rei', ('Tutto scorre e cambia, nulla rimane fisso).

Ecco dunque, ad esempio, fermandoci all'ultima settimana una Fagnani (sull'onda di Fedez) volare a quota 2.213.000 (col  12.6%), mentre DiMartedì con Giovanni Floris la stessa sera fa 1.180.000 spettatori (e il 6.8%). Dal martedì al giovedì (11 aprile 2024): Dritto e rovescio di Paolo Del Debbio su Rete 4 con 851.000 spettatori e il 5.8%) mette sotto Piazzapulita di Corrado Formigli con 714.000 spettatori e il 4.9%.  O, passando dal prime all'access, proprio ieri una Lilli Gruber sotto al 7% con Otto e mezzo (e Bianca Berlinguer che torna a salire su Rete 4).

Ma questi sono trend di breve periodo, non campioni statistici. La domanda vera è più strategica: la formula dei talk show politici, core business di La7, resiste(rà) o non resiste(rà)? In un tempo medio-lungo (fermiamoci alla prossima stagione tv, con i palinsesti che verranno presentati a luglio) gli italiani continueranno a seguirli o rischia di crearsi un effetto noia, con tanto di assuefazione alle parole dei nostri leader e ai temi trattati. Un tempo bastava invitare Meloni o Salvini per volare negli ascolti tv.

Oggi la regola è, diciamo, meno ferrea. Ricordiamo l'esempio della premier ospite su Rai1 di Bruno Vespa: un asso di briscola in altri periodi storici, meno ultimamente: Porta a Porta con Meloni-Schlein speciale mafia aveva floppato al 6% in prime time a novembre. Mentre a febbraio in access un campanello d'allarme era suonato con 5 Minuti.

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E poi (the last but not the least) c'è la concorrenza che cresce. Il fenomeno Warner Bros Discovery merita una riflessione. Maurizio Crozza (preso da La7) fu il capistipite, ma sembrava un caso isolato. Poi, rotti gli argini, la scorsa estate ecco Fabio Fazio dalla Rai. E chi mai avrebbe creduto di vedere Che tempo che fa sul Nove con una velocità di crociera in doppia cifra di share (spesso e volentieri sopra il 10% nel corso della stagione)? Diciamoci la verità, nessuno aveva certezze e probabilmente alla vigilia già un 5-6% sarebbe stato celebrato come un grande successo. Invece il conduttore ligure ha dimostrato che un programma di qualità può funzione anche andando oltre il tasto più vicino o lontano del telecomando. Senza contare che viviamo e vivremo sempre più in un mondo di streaming e app. Da qui alle indiscrezioni su Amadeus e Fiorello (quest'ultimo ha smentito), lo scenario rischia di cambiare ulteriormente. Perché Amadeus o non Amadeus, è un Nove sempre più forte e ambizioso, strutturato (programmi con OnlyFun piuttosto che Little Big Italy ormai sono diventati identitari della rete) e attrezzato per lottare con la concorrenza.

Provando, poco a poco, a insediarsi in mezzo al duopolio Rai-Mediaset e scavalcando gradualmente La7.

Aggiungiamoci poi anche la concorrenza di TV8, tra eventi sportivi e format che arrivano da 'mamma Sky' (in primis MotoGp-Formula 1 piuttosto che X Factor) e una linea di produzioni originali: non sfuggano i numeri fatti sul fronte dell'Auditel nell'ultimo anno dal GialappaShow, piuttosto che Celebrity Chef di Alessandro Borghese nel preserale o la scelta di puntare su Nicola Savino in access prime time (a questo proposito ad esempio, a fine mese partirà Tris per vincere, la nuova edizione del Gioco dei 9 che i più vecchi ricordano bene su Italia 1 negli anni '90, ma le nuove generazioni non conoscono).

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