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Giornalisti, ddl su querele intimidatorie

Giornalisti, Crimi: presentato ddl su querele intimidatorie. Possibile risarcimento in caso si rivelino infondate22/10/2018 | 18:05Stampa questo articolo Email This Post

“Il senatore Primo Di Nicola ha già depositato un disegno di legge che per i giornalisti prevede la possibilità di un risarcimento al contrario nel caso di querela a scopo intimidatorio”. Se la querela si rivela “infondata, si potrà cioè essere condannati a pagare fino a metà di quanto richiesto al giornalista querelato”. A dirlo, il sottosegretario con delega all’editoria Vito Crimi, intervenendo oggi al convegno ‘Giornalisti aggrediti, colpevoli impuniti: l’allarme Onu’, organizzato da Ossigeno per l’Informazione Onlus al Senato.

“Il governo non può che condannare con fermezza ogni violazione dei diritti umani soprattutto contro chi è chiamato a una funzione sociale così strategica”, ha spiegato Crimi, come si legge su www.primaonline.it, ricordando gli 11 giornalisti uccisi in Italia e i tanti che vivono sotto scorta.

“Dal 1 gennaio 2017 ai primi mesi del 2018 sono 35 i casi di minacce e violenze monitorate dal Viminale contro giornalisti. La maggior parte sono intimidazioni, condotte violente, missive, danneggiamenti o telefonate anonime. Episodi generalmente riconducibili a criminalità organizzata o ambienti di degrado sociale, ma anche con matrice di natura politica. Nel 2016 e 2017 gli atti intimidatori ai danni dei giornalisti nell’esercizio della loro professione sono stati 128. Dal 1 gennaio al 16 febbraio 2018 sono emersi 18 episodi. Tutti questi casi meritano e avranno grande attenzione da parte del governo determinato ad adottare ogni misura di contrasto”.

Quanto alla “tutela della professione del giornalista in particolare sosterremo tre iniziative legislative: superare il precariato, che è anche una battaglia per una libertà di informazione; la tutela delle fonti; e la tutela dei giornalisti dalle querele per diffamazione a carattere intimidatorio”, ha aggiunto, puntando il dito anche contro gli “enormi conflitti di interessi di natura politica ed economico-finanziaria in capo a pochi influenti editori, che non aiutano, al contrario minano lo spazio di crescita di un’informazione autonoma e indipendente nel nostro paese”.

“Il governo è pronto a fare la sua parte per difendere libertà, pluralismo e indipendenza dei medi”, ha concluso Crimi. “La stampa deve essere libera e indipendente, indipendente soprattutto dalla politica”.

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