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Lucarelli-Fatto, dopo l’addio è lite. Selvaggia contro l’ad: "Che eleganza..."
Botta e risposta fra Selvaggia Lucarelli e l'ad del Fatto Cinzia Monteverdi circa i termini del rapporto lavorativo nel quotidiano diretto da Marco Travaglio
Non si sono lasciati “amorevolmente” Selvaggia Lucarelli e Il Fatto Quotidiano. Infatti, dopo l’addio e l’approdo a Tpi da parte della giornalista, è nata una discussione pubblica con Cinzia Monteverdi, ad del giornale diretto da Marco Travaglio. Nasce tutto da un articolo scritto da Italia Oggi per parlare del passaggio a The Post International della Lucarelli come caporedattore di cronaca e spettacoli. Nell’articolo era presente un paragrafo in cui si riassumevano i termini della collaborazione della Lucarelli con Il Fatto Quotidiano.
Come scrive Next, nonostante la Lucarelli sia una star del web (il suo video di dicembre 2019 in cui denunciava lo scandalo del Villaggio di Babbo Natale a Milano, per esempio, ha avuto 1,2 milioni di visualizzazioni del video completo sulla sua pagina Facebook) e abbia una buona notorietà televisiva (soprattutto grazie a Ballando con le stelle, su Rai Uno, prima come opinionista e poi, dal 2016, come giurata), ha lavorato al Fatto (per cinque anni) con un contratto in esclusiva collaborando solo all’edizione cartacea e senza mai scrivere neppure un articolo sul sito web del Fatto (diretto da Peter Gomez), e senza essere mai coinvolta neppure una volta nelle produzioni audiovisive di Loft guidate da Luca Sommi, autore tv e giornalista (che ora va in video sul Nove in Accordi e disaccordi con Andrea Scanzi) che secondo qualcuno sarebbe il compagno di Cinzia Monteverdi, a.d. della Società editoriale Il Fatto (una relazione che la stessa Monteverdi smentisce).
Le affermazioni contenute nell’articolo non hanno fatto piacere dalle parti del Fatto, tanto che Cinzia Monteverdi ha scritto una lettera di smentita pubblicata da Italia Oggi “per replicare alle diverse falsità in esso contenute”. La Monteverdi, che per tutto l’articolo chiama la Lucarelli “pubblicista” e non giornalista (il giornalista pubblicista di fatto è un giornalista anche per le regole dell’Ordine dei Giornalisti), prima di tutto dice che la mancata collaborazione con il sito del Fatto è dipesa da una scelta “lecita” di Lucarelli dopo la chiusura della vicenda giudiziaria con Elisabetta Canalis. Poi passa al punto che ha evidentemente considerato offensivo:
“Per quanto riguarda le sue collaborazioni con il ramo di produzioni televisive Loft produzioni, che ha come direttore David Perluigi e non Luca Sommi come da voi indicato erroneamente, la pubblicista Selvaggia Lucarelli ha avuto modo di esprimersi, pagata, fin da subito con format visibile su nostra piattaforma, intitolato Opinion Leader. Non trascurabile la proposta scritta fatta alla pubblicista nell’ottobre scorso per tre documentari, tre libri, pagine di costume sul quotidiano, e contributi per il web e offerta digitale. Anche questi leciti ma non dovuti”.
In ultimo, il pezzo a firma Plazzotta “fa riferimento alla vita personale della sottoscritta quasi adducendo che la Lucarelli non ha avuto modo di lavorare per Loft in quanto l’amministratore delegato fa lavorare il suo compagno Luca Sommi. Quest’ultimo la sottoscritta precisa ottimo collaboratore come autore e conduttore e non come direttore che ha avuto modo di lavorare correttamente, con trasparenza e di conquistarsi la stima e il rispetto della nostra Società e del gruppo Discovery, gruppo che non è certo avvezzo a firmare contratti su pressioni personali”.
“Infine, se pur mi rattrista dare in pasto ai giornali la mia vita personale, preciso che Luca Sommi non è mio compagno, che al di fuori della mia vita professionale, spendo il mio tempo con mia madre purtroppo malata gravemente di Alzheimer e mia sorella purtroppo malata di cancro. Non mi sollazzo con i nostri collaboratori né con il gossip via social. Chi mi conosce sa quanto conti per me la fedeltà solo alla vita da single, alle buone amicizie con persone corrette sempre più rare e al lavoro con rispetto dei miei 127 dipendenti, quanto sia un’offesa imputarmi un falso compagno, contrarissima alle relazioni personali sul lavoro e alle promozioni di fidanzati che sono abitudine di altri”.
Selvaggia Lucarelli: queste le mie ragioni
Su Italia Oggi arriva la controreplica della giornalista, chiamata per tutta la lettera di Monteverdi 'pubblicista': "Mi trovo nella surreale situazione di dover rispondere alla lettera dell’amministratore delegato del Fatto Quotidiano Cinzia Monteverdi inviata ieri al vostro giornale ma, di fatto, indirizzata a me. Dico "per ragioni oscure" perché l’articolo e i punti contestati da Cinzia Monteverdi erano, l’altro ieri, firmati del vostro valido collaboratore Claudio Plazzotta, non certo da me. La Monteverdi si è sentita in dovere di spiegare alcune mie recenti scelte lavorative (il mio passaggio sul web a Tpi) ricostruendo i miei cinque anni di collaborazione con Il Fatto a modo suo, omettendo un’infinità di passaggi fondamentali di cui non intendo scrivere pubblicamente. Mi avrebbe potuto comodamente telefonare per parlarne, io, al contrario suo, conservo quella strana abitudine di rispondere al telefono o alle mail. O di richiamare entro la stagione corrente.
Mi limito dunque solo a sottolineare l’eleganza contenutistica e stilistica della lettera. Elegante, da parte della Monteverdi, ricordare i capi di imputazione del processo che mi ha vista assolta ormai anni fa (a proposito, non ero indagata, ma imputata, che poi Travaglio ci cazzia). Capisco la campagna per l’abolizione della prescrizione, ma facciamo che almeno dopo l’assoluzione il caso sia chiuso. Elegante anche il continuare a definirmi «la pubblicista» come fosse un’offesa, tipo «la scafista» e ancor di più il passaggio «sono contrarissima a promozioni di fidanzati, abitudine di altri», chiaramente riferito a Valentino Rossi, non a me.
Riguardo invece la legittimità dell’antica scelta di Peter Gomez di non farmi scrivere sul sito perché imputata, ricordo che se tutti i giornalisti imputati non scrivessero sui giornali in attesa di sentenza definitiva, i giornali avrebbero la foliazione del libretto della messa. Il Fatto compreso. Non aggiungo ulteriori considerazioni, convinta che l’elegante missiva della Monteverdi spieghi i problemi al Fatto più di quanto lo possa fare qualsiasi collaboratore".