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Nomine Rai, Rossi verso il ruolo di ad e Simona Agnes alla presidenza. Rumor

Rai, Affaritaliani.it svela la mappa aggiornata di come sta prendendo forma il prossimo triennio

Rai, di tutto di più diceva un antico slogan della tv di Stato. Ebbene, nel 70esimo anniversario dalla messa in onda della prima trasmissione, sono ufficialmente iniziate le grandi manovre. Affaritaliani.it ha potuto raccogliere una serie di voci ad altissimi livelli che permettono di comporre una mappa aggiornata – ancorché completa – di come sta prendendo forma la Rai del prossimo triennio. Partiamo da un assunto: Giampaolo Rossi dovrebbe, salvo colpi di scena, diventare il prossimo amministratore delegato della Rai. Roberto Sergio, che attualmente ricopre l’incarico, rimarrà fino alla fine del mandato, ma sta cercando la sponda di alcuni parlamentari per provare a farsi confermare anche per i prossimi tre anni. Per ora, i sondaggi di Sergio con alcuni parlamentari non avrebbero sortito l’effetto sperato, ma l'amministratore delegato - manager di lunghissimo corso e grande esperienza - ha solo iniziato i suoi sondaggi. Il politico a cui, storicamente, è più vicino è Pier Ferdinando Casini. Ma ha grandi estimatori anche nella Lega, che premerebbe per una sua permanenza per altri tre anni. 

LEGGI ANCHE: Nomine, Sergio indeciso: Rai o una partecipata? Mellone verso la fiction

Ha cercato, come Affaritaliani.it aveva potuto anticipare, una poltrona di peso in una partecipata ma al momento i tentativi sembrano vani. L’ultima società che andrà a rinnovo è Fs, ma sembra difficile che Sergio possa diventarne presidente. Per questo motivo, al di là delle smentite di prammatica, sembra che i rapporti tra Rossi e l’attuale amministratore delegato siano un po’ più tesi di come li si vorrebbe far apparire, nonostante l’intervista congiunta sul Corriere della Sera.

Tant’è che si sono ingenerate alcune contraddizioni in materia di competenze: ad esempio il tentativo di far passare Rossi come il responsabile editoriale, mentre al direttore generale spetta l’ultima parola sulla governance. E qualcuno in Viale Mazzini mormora che l’amministratore delegato sembra preferire il cosiddetto usato garantito, volti storici della tv di stato come Fiorello o Mara Venier. Basta andarsi a riprendere l’intervista di Angelo Mellone, responsabile del daytime, che annunciava l’intenzione di ridisegnare la domenica e la pronta replica di Sergio, che ha confermato in blocco tutti, a partire dalla stessa Venier.

Per capire però come il sodalizio Rossi-Meloni sia più saldo che mai basta vedere Atreju. La festa di Fratelli d’Italia è la ricostruzione plastica dell’immaginario della premier. Ebbene, Rossi è stato invitato come relatore e come ospite, prima dell’incidente di percorso che ha coinvolto Paolo Corsini. Sergio invece non è stato invitato né come relatore né tantomeno come ospite. E questo già dimostra la diversa considerazione che la premier ha dei due manager. In Rai parlano addirittura di un rinnovato asse tra Sergio e Orfeo per contrastare l’ascesa in questo momento irrefrenabile di Rossi. Secondo quanto risulta ad Affari, nella giornata di ieri, 26 gennaio, ci sarebbe stato un incontro a Palazzo Chigi per definire il dossier Rai, ma è ancora prematuro sapere quale sia stato l'esito. 

Ma non ci sono soltanto i temi relativi alla direzione generale e all’amministratore delegato. In estate scadrà il consiglio di amministrazione. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it in questo momento in pole position per la presidente ci sarebbe Simona Agnes, già membro del cda in quota Forza Italia, molto apprezzata anche dal ministro Gennaro Sangiuliano, ma osteggiata dalla Lega. Il centrosinistra è, come al solito, incartato: si punta su Antonio Di Bella o sull’usato garantito di Giovanni Minoli. Fratelli d’Italia vorrebbe puntare su Guido Paglia. Rimane poi l’incognita della Lega, che non potrà più contare su Igor Di Blasio. Al momento, quindi, il ticket più "bancato" dai bookmaker che si intendono di Rai dovrebbe essere Rossi amministratore delegato e Agnes presidente. Per il ruolo del direttore generale ci sono diversi candidati. Il primo è Stefano Coletta, il secondo quello del sempreverde Mario Orfeo, che però potrebbe “accontentarsi” anche di diventare direttore dell’approfondimento al posto di Corsini. Quest’ultimo, tra l’altro, sta vivendo un momento di tensione con la Lega e, soprattutto, con Forza Italia. Basti pensare alla querelle tra Maurizio Gasparri e la trasmissione Report. È vero che il senatore azzurro è tornato nel salotto di Bruno Vespa dopo parecchio tempo e pare che ci sia sempre Corsini dietro a questa inversione di tendenza. Vespa, a sua volta, sembra in questo momento essere più vicino a Rossi che a Sergio.

Ma non basta: in questa vicenda che rievoca le ambientazioni de “Il trono di spade” c’è anche da capire il ruolo di Gianmarco Chiocci. L’attuale direttore del Tg1 è in scadenza e non ha un buon rapporto con Rossi: non gli ha mai perdonato il tentativo del DG di soppiantarlo con Nicola Rao, attuale direttore della comunicazione. L’obiettivo di Chiocci sarebbe duplice: o venire confermato al Tg1, o salire di grado e diventare direttore generale.

Capitolo direttori. Corsini al momento sembra il principale indiziato per rimanere all’approfondimento, anche se dietro a lui spingono Orfeo, come detto, e Francesco Giorgino che può contare sull’appoggio di Forza Italia e, in particolare, di Antonio Tajani . Corsini gode del favore di Fratelli d’Italia e della fiducia di Rossi. Altro tema è quello di chi prenderà il posto di Mellone – sempre più indirizzato verso la fiction - al daytime. Scendono le quotazioni di Alberto Matano, in quota 5 Stelle sembra interessato Adriano Di Majo (che può contare sull’appoggio anche di Gasparri) mentre sta premendo per un ruolo Maria Pia Ammirati.

La quale è interessata anche a Rai Cultura, ma lì c’è Silvia Calandrelli, che pure è da parecchi anni alla direzione e sembrerebbe violare una regola non scritta della Rai di non restare troppo tempo al comando di una stessa divisione. La Calandrelli potrebbe fare le valigie solo per trasferirsi a Rai Quirinale. Venendo ai Tg, detto di Chiocci, per il Tg2 la Lega avrebbe individuato Alessandro Casarin, che potrebbe essere anche un buon candidato per il consiglio di amministrazione in quota Carroccio, ma essendo un interno non può farlo. Infine, per quanto concerne il Tg3, molto dipende dall’esito delle europee. Se il Pd dovesse ottenere un buon risultato ed Elly Schlein dovesse rimanere al suo posto, Orfeo vedrebbe ridotte al lumicino le possibilità di rimanere. Se invece il Partito democratico dovesse naufragare allora lo scenario potrebbe ancora cambiare. I giochi sono appena iniziati, ma c’è già un movimento da far girare la testa.

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