Medicina
Alzheimer e cure della memoria, la Svizzera adotta lo standard di Brescia
Lo scienziato Giovanni Frisoni: "Un protocollo anche per chi vuole mantenere la memoria il più a lungo possibile"
di Paola Serristori
Ventidue anni di esperienza dell'IRCCS San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia negli studi di prevenzione, diagnosi, e cura delle malattie all'origine della perdita di memoria sono il modello adottato in Svizzera nel Centro della Memoria, creato nel febbraio 2018 a Ginevra, con attività di ricerca e di assistenza. Vi saranno condotti studi congiunti tra le università di Ginevra e Losanna e l'IRCCS Fatebenefratelli di Brescia. Inoltre, la nuova struttura sanitaria offrirà diagnosi, presa in carico e terapie individualizzate sul territorio. La fondazione del Centro è stata fortemente voluta dallo scienziato Giovanni Frisoni, per anni Direttore scientifico dell'IRCCS San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, attuale responsabile della Clinique Mémoire, Hopitaux universitaires et Université de Genève. Uno degli studiosi italiani diventati autorevoli nella comunità internazionale, senza essere un "cervello in fuga". Dopo il passaggio all'Università di Ginevra, il professore Frisoni ha consolidato i rapporti bilaterali di collaborazione nella ricerca sul cervello tra Italia e Svizzera.
La demenza è un'emergenza sanitaria con cause diverse - 8 casi su 10 sono riconducibili al morbo di Alzheimer - e numeri in costante crescita: secondo gli studi statistici, dai 16 mila casi attualmente conosciuti nella Provincia di Brescia si salirà ad oltre 30 mila nel 2035. Oltre a circa 60 mila persone con leggeri problemi di memoria oggi in terapia. Le donne sono più colpite degli uomini.
Una perdita progressiva di autonomia che può iniziare con stati di confusione sul giorno e luogo, proseguire con difficoltà di semplici calcoli, oblio di parole di uso comune, sino alla perdita dell'autonomia di badare a se stessi. Il Centro della Memoria di Ginevra seguirà i più avanzati protocolli di studio: "La diagnosi viene effettuata con la tecnologia più avanzata disponibile in questo momento storico - spiega il professore Giovanni Frisoni, neurologo e specialista nelle tecniche di Neuro-immagine - . Le esperienze effettuate a Brescia su risonanza magnetica e PET di amiloide, una delle due proteine tossiche che provocano la degenerazione nel cervello dei malati, hanno permesso di sviluppare una piattaforma diagnostica che include anche la PET della proteina tau, il secondo 'killer molecolare' della malattia. Inoltre, abbiamo sviluppato un protocollo per valutare sia il rischio di sviluppare malattia di Alzheimer in persone con storia familiare, ma anche per quelle persone che sono semplicemente preoccupate di mantenere la memoria il più a lungo possibile."
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D'esempio dovrebbe essere la partecipazione della società al sostegno della ricerca. Grazie alla locale Associazione svizzera per la ricerca sulla malattia di Alzheimer, sono stati raccolti 3 milioni di franchi (circa 2.7 milioni di euro), fondi che hanno permesso di ristrutturare i locali nel cuore dell'ospedale universitario, assumere personale, e garantire l'accesso alle cure più avanzate per la malattia. "Gli attuali 350 metri quadrati saliranno a 550 nel giro di 2-4 anni, quando si concluderà un importante sforzo di ristrutturazione di un'intera ala dell'ospedale, in cui il Centro della Memoria è un elemento strategico", aggiunge Frisoni.Studi congiunti di neuro-immagine avanzata e sul microbiota intestinale sono in corso su pazienti italiani e svizzeri con disturbi di memoria. "L'IRCCS Fatebenefratelli desidera consolidare le collaborazioni internazionali con centri di eccellenza, come quello di Ginevra, per offrire ai malati bresciani una cura sempre al livello dei massimi standard internazionali", ha commentato Fra Marco Fabello, presidente del Consiglio di Amministrazione del centro bresciano dei Fatebenefratelli. Ogni anno il Fatebenefratelli di Brescia cura oltre 6 mila pazienti negli ambulatori, gestisce 10 unità di ricerca (Genetica, Marcatori molecolari, Neurofisiologia, Neuropsicologia, Psichiatria, Psichiatria epidemiologica e valutativa, Psichiatria biologica, Riabilitazione Alzheimer, Neuro-immagine e Epidemiologia Alzheimer) e 5 servizi di ricerca (Clinical trials, Biobanca, Bioetica, Statistica e Biblioteca scientifica). Lo staff è composto da un centinaio di ricercatori, sotto la guida del Direttore scientifico Stefano Cappa.
Il Centro della Memoria di Ginevra integra la specializzazione degli Ospedali Universitari Riuniti di Ginevra (HUG), maggiore azienda del cantone omonimo (11 mila dipendenti, il più grande nosocomio elvetico). Gli HUG ospitano ogni anno 60 mila pazienti ospedalizzati e forniscono 112 mila emergenze, 1 milione di visite ambulatoriali e 27 mila interventi chirurgici. Più di 900 medici, 3 mila tirocinanti e 180 apprendisti stanno facendo la loro formazione. Il budget annuale dell'HUG è di 1,8 miliardi di franchi (1,6 miliardi di euro). L'Università di Ginevra è fra le 100 più prestigiose università al mondo, secondo il ranking QS degli atenei mondiali.