Milano
Anziani e Rsa: il nuovo report di Fnp Cisl Lombardia
Lombardia, strutture per gli anziani malati gravi costose e con lunghe liste d'attesa. Fnp Cisl: "Serve una legge, più copertura da fondo sanitario regionale"
Anziani e Rsa: il nuovo report di Fnp Cisl Lombardia
Il nuovo rapporto Non autosufficienza e Rsa, a cura del Dipartimento Welfare Fnp Cisl Lombardia, è stato presentato ufficialmente questa mattina a Borgo Priolo (Pv), in occasione del Consiglio Generale regionale del sindacato. Il report è pubblicato on line, nella sezione dedicata del sito (link QUI).
Lo scenario: le strutture per gli anziani malati gravi sono costose e hanno una lunga lista di attesa. Per il segretario generale Emilio Didonè: “Serve una legge quadro nazionale sulla non autosufficienza. Serve adesso perché la non autosufficienza è diventata una vera emergenza sociale. Servono risorse perché milioni di persone anziane e famiglie sono in difficoltà. Occorre aumentare la quota coperta dal Fondo Sanitario Regionale, oggi sottostimata”.
Il Report “Non autosufficienza e Rsa 2018”, stampato a giugno 2019 con i dati a consuntivo dell’anno precedente, esamina le strutture residenziali nelle province lombarde, ad oggi 688, e le altre formule di assistenza possibile agli anziani non autosufficienti. Le fonti sono i contenuti ufficiali riportati da Regione Lombardia, dalle Ats e quelli dichiarati dalle strutture nelle proprie Carte dei Servizi. Inoltre, i dati sono stati approfonditi da molti contatti diretti di Giuseppe Redaelli e Pietro Cantoni, dipartimento Welfare Fnp Cisl Lombardia, con le strutture residenziali, dalle testimonianze delle famiglie e degli operatori sul territorio. Lo scenario che emerge dà segni di preoccupazione. Le Rsa hanno costi troppo alti per le famiglie e lunghe liste di attesa. Rette e servizi sono eterogenei di provincia in provincia. I posti letto con una compartecipazione pubblica della spesa sono diminuiti e sono aumentati i posti con rette a totale carico delle famiglie.
Di fronte a un’offerta di servizi così frammentata, si staglia una domanda drammaticamente crescente. In Lombardia, sono circa 367.000 le persone con più di 65 anni con limitazioni funzionali che necessitano di cure e assistenza, pari al 3,65% della popolazione totale Report Non autosufficienza e Rsa 2018, alcuni numeri Al 2018, i posti letto disponibili nelle Rsa lombarde, cioè i posti letto autorizzati, sono 63.480. Rispetto all’anno prima, si sono persi 311 posti letto. Calano soprattutto i posti letto contrattualizzati, quelli riconosciuti da Regione Lombardia tramite regolare contratto e finanziati, in parte, dal Fondo Sanitario Regionale: sono 57.700, ben 804 in meno rispetto al 2017. Le rette dei posti letto contrattualizzati sono le più vantaggiose per le famiglie: la Regione, infatti, contribuisce in parte alla spesa, corrispondendo una cifra variabile a seconda del servizio offerto. Per riequilibrare la domanda, molte Rsa hanno ritenuto utile aumentare l’offerta proponendo i posti letto solventi, a totale carico dell’utente. I posti letto solventi sono aumentati, nel 2018, di 1167 unità, arrivando al totale di 5.350. Si tratta di un’ulteriore opzione per gli anziani che non dovessero trovare posto in altro modo nelle Rsa: i posti letto solventi, però, sono i più onerosi per le famiglie perché completamente a loro carico.
Emilio Didoné, segretario generale Fnp Cisl Lombardia, dichiara: “serve una legge quadro sulla non autosufficienza, perché la popolazione invecchia e il numero delle persone non autosufficienti aumentano anno per anno, perché ci saranno meno figli ad accudire i genitori che avranno stipendi e pensioni più basse. Occorre aumentare la quota coperta dal Fondo Sanitario Regionale con una tassa di scopo. Tutti diventeremo più vecchi e più cronici, tutti abbiamo il diritto di vivere e morire dignitosamente”. Per Giuseppe Redaelli, curatore del rapporto nel Dipartimento Welfare Fnp Cisl Lombardia insieme a Pietro Cantoni, “il settore della non autosufficienza in Italia soffre in maniera cronica di una frammentazione su più livelli: diversi sono i soggetti istituzionali in capo ai quali sono queste politiche, diverse sono anche le risposte messe in campo dagli attori di policy. Persino “il bisogno e le condizioni dell’utente sono misurati con scale differenti”.
“È necessaria, aggiunge Emilio Didonè, segretario generale di Fnp Cisl Lombardia, “una razionalizzazione dell’intero sistema socio sanitario, con una legge nazionale quadro e fonti di finanziamento certi, come da tempo sostengono i sindacati nazionali confederali dei pensionati”. A proposito dei dati lombardi, Didonè aggiunge: “La quota sanitaria che Regione Lombardia paga per i posti letto a contratto delle Rsa è inferiore a quanto previsto dalla legislazione vigente e inadeguata al livello di assistenza sanitaria che viene fornito nelle strutture Rsa. Andrebbe quindi incrementata la quota coperta dal Fondo Sanitario Regionale”. “La sfida della non autosufficienza ha tutte le premesse per diventare una vera bomba sociale”, afferma Didonè. “L’aspettativa di vita cresce in Italia, ma aumentano gli anziani malati e malati gravi. Se guardiamo al futuro, sappiamo che le generazioni prossime saranno composte da un numero sempre minore di figli, con stipendi più bassi. Come potranno queste famiglie, da sole, a farsi carico dei loro anziani?”.
Rsa: il costo per le famiglie Le rette delle strutture socio-assistenziali sono un tema delicato. In assenza di vincoli normativi, le tariffe possono variare anche di molto nelle Rsa lombarde. La differenza va da un minimo di 52,66 euro nell’ATS Brescia ad un massimo di 92,85 euro nell’ATS Città Metropolitana di Milano. Secondo una stima a cura di Fnp Cisl Lombardia, la spesa sostenuta nell’anno 2018 da una persona ricoverata in una Rsa lombarda e/o dai suoi familiari, è stata di almeno 22.000 euro. Questo è il risultato che emerge moltiplicando la retta media minima giornaliera nella nostra regione (60,31 €) per 365 giorni. Se si moltiplica questa somma per il totale dei posti letto autorizzati (63.480), la spesa complessiva ammonta ad almeno 1,4 miliardi di euro. A questa cifra compartecipano anche i Comuni lombardi, per una quota che è stato possibile determinare.
Oltre alle rette, le liste di attesa sono un problema notevole per le famiglie. Secondo il rapporto, tre Ats hanno una media oltre le 150 persone in attesa (Brescia, Bergamo, Brianza), due oltre 100 (Montagna, Milano) e le altre tre Ats meno di 100 persone (Insubria, Pavia, Valpadana). Spesa per la non autosufficienza: gli assistenti familiari. In Lombardia, gli assistenti familiari – le comuni “badanti” - regolarmente assunti sono 59.305, mentre gli irregolari 88.958, per un totale di 148.263. Considerando un costo alle famiglie pari a circa 15.000 €/lordi all’anno, il costo complessivo delle famiglie per tale comparto sarebbe pari a circa 2,2 miliardi di euro. Possiamo quindi stimare che, complessivamente, le famiglie in Lombardia spendono ogni anno per l’assistenza dei propri familiari a domicilio con assistenti familiari (2,2 mld/€) e ricoverati (più di 1,4 mld/€) in Rsa complessivamente circa 3,6 mld/€.