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Milano
Bufera-Gentile, Maroni rimette in gioco la sanità. Assessorato a FI
Roberto Maroni

di Fabio Massa

La sanità continua a creare grattacapi al governatore Roberto Maroni. Prima la scelta di avocarla a sé, entrando in conflitto con l’allora vicepresidente di Regione Lombardia Mario Mantovani. Poi la riforma, contestatissima. Poi, ancora, il mal di pancia di Forza Italia per l’assessorato perso. Infine, il caso Rizzi e lo scandalo delle dentiere di lady Canegrati. E - dulcis in fundo - la questione legata ad Andrea Gentile, figlio del sottosegretario Ncd Antonio Gentile che la Lorenzin ha scelto per il cda dell’Istituto Nazionale dei tumori. Quest’ultima cosa non imputabile a Maroni, in verità, ma tutto fa brodo e mediaticamente è difficile separare le cose.

Insomma, Maroni pare proprio non ne possa più, della sanità. Al punto che - secondo indiscrezioni raccolte da Affaritaliani.it - avrebbe convocato gli azzurri per dare la propria disponibilità a rimettere in mano azzurra la delega più pesante (ma anche più pericolosa) di tutte. E già si accende il totonomi, in una serie di discussioni che vedono protagonisti ovviamente il coordinatore regionale Mariastella Gelmini, ma anche Giovanni Toti, il governatore della Liguria. Pare ci siano state riunioni, consultazioni, ipotesi. Per ora, molto riservate. Chiacchiere, si direbbero. Che però potrebbero essere rilevatrici di un nuovo fronte aperto in una serie di rimpasti che pare davvero infinita. Del resto Maroni l’aveva detto: terrò la Sanità fin quando non avrò risolto le criticità sulla riforma. E quindi? Chi si scalda?

Il posto, teoricamente, spetterebbe a Forza Italia. Del gruppo di maggioranza all’interno del gruppo fanno ovviamente parte Sorte, Pedrazzini, Gallera, Baroni, Sala e Fermi. Logico che si possa pescare tra questi, anche se gli incastri sarebbero complicati, dato che Sorte, Gallera e Sala sono già assessori, e che Pedrazzini è capogruppo e Fermi sottosegretario. Quindi, escludendo la Baroni, l’assessore alla Sanità dovrebbe scaturire da uno “spostamento” con conseguente liberazione di poltrone. Un gioco difficile. Sempre che davvero alla fine Maroni non cambi idea e non voglia tenersi le deleghe più pesanti di tutte…

@FabioAMassa

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