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Milano
Elezioni 2018, Stefania Craxi: la Lega ha fatto i conti con mio padre

di Max Rigano

La volevo incontrare da tempo. Per sentire cosa prova una figlia a cui hanno portato via il padre "che aveva una grande carica di umanità". Stefania Craxi è coscienza storica di questo paese. Figlia, donna, madre, imprenditrice e politica. Figlia di Bettino, prima di tutto, l'anima del riformismo socialista milanese, cui la storia ha tolto la parola, seppellita sotto la coltre di un poderoso processo alla persona, mai salvaguardando la dignità di un uomo che prima di tutto è stato politico riottoso al conformismo.

Inviso ai comunisti, "Non capisco perché Enrico mi odi così tanto", mi racconta di avergli detto un giorno suo papà. Da Stefania Craxi mi aspetto delle risposte sul perché suo padre - come Aldo Moro - sia oggetto di una rimozione storica, politica e psicologica nel nostro Paese. Se c'è un motivo per cui Craxi , che per primo anticipò il rischio dell' avvento della nuova moneta e di un'unione Europea farraginosa, che per primo colse l'importanza dell'affermarsi della Lega nel 1992, è stato così repentinamente rimosso dalla memoria storica del Belpaese vorrei che Stefania me lo spiegasse. E quello che mi preme capire è se c'è a suo giudizio un filo rosso tra il 9 Maggio 1978, giorno dell'assassinio di Aldo Moro, e il 17 Febbraio 1992 inizio di Mani Pulite.

 




Stefania ha l'impeto della Amazzoni corazzate. Ferita ma lucida. E con disarmante onestà mi accompagna fino al nostro quotidiano. Fino alla sua decisione di scendere in campo con il partito del Cavaliere. Non è solo una questione di combattere i partiti giustizialisti, gli stessi che hanno a lungo trattato con il Bettino leader di partito; non è solo questione di ridiscutere il concetto di lealtà, soprattutto considerando alcune figure che hanno avuto la facoltà di poter accedere allo stesso frigorifero da cui si dissetava la famiglia Craxi nella propria dimora. É anche la voglia offrire una visione nuova della storia socialista in Italia, nei suoi rapporti con pezzi degli apparati internazionali: politici e finanziari. È la voglia di rimettere al centro ciò che Craxi ha rappresentato. Il primato della politica sui poteri forti. Sulla finanza internazionale che specula sulle monete per piegare i paesi e fiaccarli nella volontà di resistere. E sul sistema delle multinazionali che oggi hanno preso il sopravvento trattando i lavoratori come carne da macello, anche in ragione tuttavia di un costo del lavoro che è una ferita reale del nostro sistema produttivo. E che genera l'effetto contrario di quello atteso: le imprese le allontana affrancandole dall'idea di creare occupazione in Italia. Tutto torna nella iconografia di un leader che fece della battaglia sulla scala mobile il primo elemento di contrasto al dogmatismo comunista, che voleva adeguare i salari al costo della vita. Craxi comprese in anticipo quello che sarebbe potuto diventare il rapporto con il capitale straniero. Un rapporto di forza a somma zero, dove l'Italia subisce ancora oggi una continua erosione di forza lavoro, tradotta all'estero o direttamente creata in territorio forestiero.
Con Stefania Craxi abbiamo parlato anche del suo rapporto con la Lega. Di un Carroccio "che ha fatto i conti con Craxi e per questo sono candidata anche per la Lega al Collegio uninominale di Monza e Brianza"

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