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Gianni Biondillo |
Il primo titolo della serie, pubblicato nel 2004, è “Per cosa si uccide” (casa editrice Guanda), segnalato dalla giuria del Premio del Giovedì “Marisa Rusconi”, a cui seguono “Con la morte nel cuore” (Guanda, 2005), “Per sempre giovane” (Guanda, 2006), una storia d'amore e un viaggio, nel tempo e sulla strada, in salsa rock e il recente “Il giovane sbirro” (Guanda, maggio 2007) in cui si narrano le vicende che hanno indotto Michele Ferraro a diventare un ispettore di polizia.
“Un personaggio nato assolutamente per caso, per via di un amico che mi aveva chiesto, cinque anni fa, di scrivergli un racconto da mattina a sera. In quella notte di scrittura intensa mi sono accorto che dal nulla era nato un personaggio che non voleva restare circoscritto a un racconto, ma che al contrario aveva bisogno almeno di un romanzo per poter raccontare la sua vita, i suoi amici, la città”, spiega Biondillo.
Fisicamente, dell’ispettore Ferraro, si sa poco: “Ho fatto una scelta precisa nel non volerlo mai descrivere dettagliatamente sotto un profilo estetico. Perchè mi piace l’idea che sia una di quelle persone che se incontri la mattina in autobus il pomeriggio già l’hai dimenticata”, dice l’autore.Foto di Babsi Baires
Una persona normale, un po’ stropicciata dalla vita, un ragazzo di periferia che suonava il basso con gli amici che si trova a fare un mestiere non per vocazione ma per necessità, una professione “di cui però ha scoperto suo malgrado avere una certa vocazione”, chiarisce Biondillo. Un uomo con tanti difetti e altrettanti pregi: “Non è un genio, ma neppure un imbecille, non risolve sempre tutti i casi. L’unico grande pregio è il senso dell’umorismo, quella capacità di guardare la vita attraverso la lente deformante dell’umorismo”.
E torniamo al “Il giovane sbirro”, romanzo nato nella mente di Biondillo la stessa notte in cui compose il primo racconto con protagonista l’ispettore Ferraro: “mentre portavo avanti la costruzione degli altri romanzi lasciavo volontariamente da parte alcune domande senza risposta e dei personaggi spariti a metà pagina, perchè nel frattempo portavo avanti la costruzione del suo passato. Mancava all’ispettore Ferraro una quarta dimensione. Le l’ho data in questo libro”.
Che dire d’altro? Buona lettura.
Nicole Cavazzuti