Milano

I renziani milanesi, da antigrillini viscerali a pompieri antivoto

di Fabio Massa
Se grande è la confusione sotto al cielo della politica italiana, sotto a quello milanese, assolutamente afoso, è anche peggio. Soprattutto sul lato del Partito Democratico. Se si volesse fare un breve riassunto di quello che sta avvenendo a sinistra, tra un bagno, una grigliata e una notte di San Lorenzo, si potrebbe dire che la politica è tutta incartata là - su quella intervista di Matteo Renzi, sulla risposta di Nicola Zingaretti. Poi ci sono Facebook e Whatsapp, che si rimbalzano status e soprattutto riflessioni. Come quella di Carlo Cerami, storico avvocato milanese e riformista puro. Ha odiato i 5 stelle con passione, tanto da essersi molto divertito quando il Foglio lo dipinse come un partigiano contro gli invasori

"Il Pd non ha una alternativa pronta per vincere. Deve scegliere tra consegnare l’Italia alle destre con un tentativo goffo e sconfitto in partenza di disinnescare l’attuale dualismo.Oppure fare la grande alleanza repubblicana, con Giggino di Maio e amici che ne sono la marcescenza. Questa proposta del presidente ha rischi evidenti: assumersi la grana di aumentare le tasse, per pagare redditi regalati e pensioni ai 50enni. L’altra, di vedere le prime squadracce cominciare a menare. Approfitti il Pd del passaggio per fare una cosa che nell’era politica post partitica si deve fare: venirne a una", scrive su Facebook Cerami. Apertura lieve, ma apertura. Non è esclusa l'alleanza con i 5 stelle.

Ma se Cerami non è in parlamento c'è chi invece c'è, e vive le cose da molto vicino (e potrebbe andare a casa presto). Tanto più che a Milano la gran parte della nomenklatura renziana è finita con Zingaretti. E a Renzi sono rimasti i parlamentari, lealissimi. Come Lisa Noja, o come Simona Malpezzi. O, ancora, come Eugenio Comincini. Tutti scatenatissimi sulle chat di whatsapp interne alla corrente a spiegare che con i 5 stelle si può dialogare: da senza di me a con loro. Assolutamente. Noja: "Anche a voler essere ottimisti il Pd non può vincere le elezioni. Comunque la giri, Salvini sarà il primo partito. Oggi si propone un governo istituzionale e non politico per evitare che l'Italia esca dall'Europa". Malpezzi: "Proviamo a ragionare: perché Salvini vuole il voto ora?". Poi c'è Anna Scavuzzo, che pubblicamente non dice nulla da molto, occupandosi del suo ruolo di vicesindaco. Ma nei gruppi parla chiaro. Governo di legislatura per evitare la vittoria schiacciante delle destre. E per non avere "un parlamento di destra dura che eleggerà il prossimo presidente della Repubblica". 

fabio.massa@affaritaliani.it








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