Chiuse le indagini sull'incendio doloso che lo scorso 21 aprile ha distrutto le sei tende allestite a Opera dalla Protezione civile per ospitare 67 nomadi, tra cui 35 bambini. Tra gli indagati figura Ettore Fusco, esponente della Lega Nord nel consiglio comunale di Opera, con l'accusa di istigazione a delinquere.
I carabinieri del Nucleo informativo stanno notificando a 9 persone sui 16 indagati iniziali l'avviso di chiusura delle indagini che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Le accuse a vario titolo per gli abitanti di Opera presenti in via Marcora la sera del rogo sono di danneggiamento seguito da incendio e interruzione di pubblico servizio. Nel provvedimento del pubblico ministero Laura Barbaini non risultano invece i nomi di Alberto Pino Pozzoli, consigliere di Alleanza nazionale accusato di istigazione a delinquere; e di Vittorio Calci, capogruppo del "Polo per Opera" accusato di concorso in danneggiamento aggravato e invasione di terreni ed edifici. Le tende erano state allestite dalla Protezione civile per accogliere i nomadi del campo in zona Ripamonti.
"Andiamo tutti e resistiamo perché così Opera è nostra e gli interessi degli operesi non sono la solidarietà ai nomadi". Questa una delle frasi pronunciate da Ettore Fusco, capogruppo della Lega Nord nel consiglio comunale di Opera nella seduta dello scorso 21 dicembre in cui veniva ratificato l'accordo tra il Comune di Opera e quello di Milano sulla destinazione dell'area cosiddetta "circense" di via Marcora per ospitare famiglie di etnia rom in 13 tende allestite dalla Protezione civile. La frase è riportata nell'avviso di chiusura delle indagini notificato al politico con l'accusa di istigazione a delinquere formulata dal pubblico ministero Laura Barbaini e resa pubblica dallo stesso indagato attraverso internet. Secondo il magistrato, Fusco quella sera ha istigato "pubblicamente i presenti a commettere uno o più reati e in particolare all'occupazione della tendopoli di Opera, incitando più volte i numerosi cittadini, accalcatisi nella sala consiliare in un numero non inferiore a circa 100 persone, e poi usciti nella piazza davanti al Comune".
L'esponente della Lega aveva dichiarato: "Occupiamo il campo nomadi! Noi non dobbiamo andarcene via adesso, non dobbiamo perdere tempo in questo modo, ma dobbiamo andare a occupare quell'area in modo tale che torni nostra". Il politico aveva poi aggiunto: "Da questa sera dobbiamo occupare quell'area" e "Andiamo tutti e resistiamo perché così Opera e nostra e gli interessi degli operesi non sono la solidarietà ai nomadi". Al termine di queste incitazioni si era formato un corteo non autorizzato, nel corso del quale erano state incendiate sei tende della Protezione civile Se rinviato a giudizio, Ettore Fusco rischia così una condanna da uno a 5 anni di reclusione.